Facciamo un passo indietro…

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Facciamo un passo indietro.
Dinanzi alla confermata presenza di Povia sul palco dell’Ariston avevamo GIUSTAMENTE fatto tuoni e fulmini, minacciato ed organizzato manifestazioni di piazza.
Non si poteva far passare uno scempio come Luca Era Gay, indirizzato a milioni di italiani, in Eurovisione addirittura, sul palco del Festival della canzone italiana.
Non si poteva chiudere la bocca dinanzi ad un mare di fesserie, di insulti quasi diffamatori, giustificati dalla “libertà di parola” e da una “storia”, che Povia andava SOLO a raccontare sul palco dell’Ariston.
La Rai, servizio pubblico, stava facendo arrivare nelle case di milioni di italiani un messaggio gravissimo. Senza contradditorio alcuno. Per questo, si scendeva in piazza, urlando il proprio dissenso.
Ma ieri sera è successo l’impensabile. L’attore italiano più conosciuto al mondo, l’idolatrato ed amatissimo Roberto Benigni, ha partorito uno dei momenti più belli, emozionanti e toccanti che si son visti negli ultimi anni di televisione.
In 10 minuti, davanti a 16.162.000 italiani, nel momento di massimo ascolto, ha PRECEDUTO il testo di Povia con un monologo che l’ha semplicemente distrutto.
Benigni ha zittito tutto e tutti, Povia in primis, sottolineando come sia ASSURDO che si parli di omosessualità con tanta ROZZEZZA.
Quella rozzezza poi ascoltata in piena notte con Luca era Gay.
Una canzone semplicemente BRUTTA, con un testo al limite del VERGOGNOSO.
Ha senso ORA scendere in piazza sabato per manifestare CONTRO questa canzone?
Prima lo aveva, ora, grazie a Roberto Benigni, no, non ce l’ha più.
Povia ed il suo testo da denuncia sono stati SMERDATI in diretta televisiva. La canzone l’abbiamo ascoltata ed ora possiamo dirlo, FA CAGARE.
Scendendo in piazza non faremmo altro che dare viibilità ed altre pagine di giornali ad un personaggio che invece si merita solo che l’INDIFFERENZA generale.
Facciamo in modo che questo SANREMO 2009 passi alla STORIA per il magnifico monologo di Roberto Benigni e non per Povia e la sua Luca era Gay.
Facciamo un balzo temporale di 15 anni, arriviamo al 2025 e vediamoci a tavola con amici, a ricordare i brividi lungo la schiena nel sentire Oscar Wilde dal palco dell’Ariston, con un uomo che grida agli italiani Nemmeno la fede rassicura, l’unica cosa che rassicura è l’amore, che non ha sesso!, arrivando al dolce con il dubbio di chi ci fosse in quell’edizione sanremese. Dubbio spazzato via da un vecchio cameriere che si intromette nella discussione rispondendo “POVIA”.
Momento di silenzio, sguardi attoniti, risate fragorose… “Povia? E chi cazzo era Povia?”.
Povia non esiste. Povia non è nessuno. Povia non si merita nemmeno la nostra indignazione.
Sabato rimaniamo a casa. Ha già detto tutto Benigni. Grillini, Arcigay, facciamo un PASSO INDIETRO.

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