Alessio De Giorgi di Gay.it si candida con Mario Monti, Fini e Casini al Senato

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Ho lavorato per Alessio De Giorgi, quando ho seguito la parte romana di Gay.it, per circa un anno.
Padre del Mama Mia e dell’Hub di Torre Del Lago, padre di Gay.it, primo sposo gay d’Italia nei primi anni del 2000, De Giorgi è stato a lungo nel Pd. Con la discesa in campo di Matteo Renzi ha sposato la proposta del ‘rottamatore’, facendo per lui aperta campagna elettorale ed attaccando Bersani perché pronto all’inciucio con il centro di Casini, ma ora, poche ore fa, ha sparato la bomba di giornata, via FB. Perché De Giorgi sarà candidato per MARIO MONTI, Fini, la Binetti e Casini al Senato.
Facciamo un gioco: scopri la differenza! Quale differenza c’è, diritti civili a parte, tra il programma politico di Matteo Renzi e l’Agenda Monti?”. “La prima proposta di legge che presenterò al Senato, se sarò eletto, sarà sulle Civil Partnership sul modello inglese“, ha fatto sapere Alessio dopo aver raccolto un mare di critiche.
Sacrosante, legittime, scontate, quasi obbligate.
Dire sì a Casini, Fini e Monti significa  automaticamente cestinare la propria storia politica nel campo dei diritti.
Cambiare campo e saltare verso il centro significa ‘svendersì’ al miglior offerente, se non forse unico. E per cosa? La poltrona. L’immancabile poltrona.
Ho accettato la candidatura in Toscana, al Senato, per la lista Monti. L’ho fatto con convinzione, sapendo che l’agenda Monti conteneva gran parte delle proposte che erano nel programma per le primarie di Matteo Renzi salvo che per la parte sui diritti civili – che io stesso avevo contribuito a costruire ed a scrivere -, lacuna che viene però coperta dalla scelta che è stata fatta sul mio nome che non è certamente un nome neutro o leggero su questi temi. Mi candido comunque in una lista civica, non in un partito politico con una disciplina interna, che dentro ha anche molte personalità provenienti dal mondo cattolico alcune delle quali sicuramente distanti dalle mie posizioni, nella quale la scelta che è stata fatta sul mio nome è un chiaro segno di pluralismo. Se entrerò al Senato lo farò con le mie idee, la mia storia, le mie passioni, non cambiando una virgola di quanto ho pensato in questi anni: resto un uomo di centro-sinistra, che presta il suo nome per una operazione politica che intende innanzitutto evitare la deriva a sinistra del Partito nel quale per anni sono stato iscritto, il Partito Democratico. Trovo infine significativo, quasi storico, che finalmente anche nel nostro paese una formazione politica di centro decida di candidare un omosessuale dichiarato che negli anni, anche se su posizioni mai massimaliste, si è speso sul tema dei diritti civili e del riconoscimento delle convivenze omosessuali“.
Questo l’annuncio shock di Alessio De Giorgi, riuscito nel giro di poche ore a stravolgere la blogosfera gay d’Italia. Per una poltrona in più. Sicuramente ricca, interessante e portatrice sana di notorietà, ma zavorrata di dubbi, perplessità, e soprattutto priva di reale concretezza. Perché volersi BATTERE per i diritti dei gay in una coalizione che al suo interno VIVE grazie all’Udc di Casini e della Binetti, e al FLI di Gianfranco Fini, significa due cose: voler credere alle favole, e prenderci tutti per il culo. Detto ciò, auguri Alessio.

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