Sanremo 2019, i (miei) voti finali ai 24 cantanti in gara

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Mahmood – Soldi
Sbarcare all’Ariston era stato per lui già un trionfo. Al debutto, martedì sera, si è esibito per ULTIMO ed è stato piazzato nella parte più bassa dalla giuria demoscopica. Fregandosene altamente è andato avanti per la propria strada, conquistando sempre più consensi esibizione dopo esibizione, applauso dopo applauso. Vederlo sul podio era già di suo un miracolo. Il trionfo finale, deciso dalla sala stampa e dalla giuria d’onore, è stato la più che meritata ciliegina sulla torta. Grandissima voce, grandissimo ritmo, grandissimo testo, grandissima presenza scenica. Grandissimo. Voto 10

Achille Lauro – Rolls Royce
E’ stato diffamato da Striscia, inseguito da un ridicolo Valerio Staffelli, addirittura diffidato per presunto plagio. Ma non ha mosso ciglio. Sempre cordiale, sorridente, quasi sbeffeggiante. Nella serata duetti si è sdraiato sul pianoforte suonato da Morgan con fare dissacrante, sempre con quella voce un po’ così, tra il Vasco Rossi degli esordi e il cazzeggio puro. Finito il Festival, la sua Rolls Royce sarà una delle poche canzoni che ricorderemo. E’ la Salirò di Sanremo 2019. La balleremo e canteremo fino a settembre. Voto 10

Loredana Bertè – Cosa ti aspetti da me
La Regina del 69esimo Festival. Indiscussa. Quattro live memorabili, con l’Ariston in piedi a spellarsi le mani e un podio vergognosamente scippatole. Risorta alla soglia dei 70 anni. Voto 10

Simone Cristicchi – Abbi cura di me
Il teatro canzone torna al Festival con un brano che musicalmente parlando è una spanna sopra tutti (non a caso premiato dall’orchestra per il miglior arrangiamento). Una poesia, più che una canzone, indubbiamente frenata dalla limitata voce di Cristicchi, che recupera però in quanto a interpretazione. Una carezza. Voto 8

Daniele Silvestri – Argentovivo
E’ cresciuta, e tanto, serata dopo serata, con l’alieno Agnelli nella serata duetti a renderla ancora più spiazzante. Voto 8

The Zen Circus – L’amore è una dittatura
Sconosciuti ai più, eppure gli Zen Circus sono stati la mia sorpresa di Sanremo 2019. Brano potentissimo, grande messa in scena. Voto 8

Paola Turci – L’ultimo ostacolo
Elegantissima, bellissima e con un brano splendido. Ma con vette vocalmente irragiungibili per Paola. Almeno all’Ariston, dove non ha mai cantato come dovuto. Infelice, poi, la scelta di duettare con Beppe Fiorello. Perché? Voto 7

Arisa – Mi sento bene
Inedita, quasi tornata alle origini, purtroppo per lei frenata dalla febbre proprio sul più bello. Canzone radiofonica ma vocalmente complicatissima, che solo Arisa poteva osare. Eppure nel suo nuovo disco c’era un altro brano, La domenica dell’Anima, che avrebbe ottenuto il podio al 100%. Voto 7

Ultimo – I tuoi particolari
E’ entrato all’Ariston da Papa, ne è uscito neanche Cardinale. Ma umiliato. Bravo è bravo, ma l’arroganza esplicitata nelle ultime 36 ore ha fatto crollare qualsiasi quotazione. Fosse per me, lo squalificherei a vita dal Festival di Sanremo. Non si facesse mai più vedere, all’Ariston. 7 per il brano, 1 per il comportamento da marmocchio ignorante e spocchioso. Voto medio 4

Il Volo – Musica che resta
Da tutti massacrati e sui social idicolizzati, eppure sono sempre sorridenti, disponibili. Mai una parola fuori posto, sempre scherzosi e autoironici. Qualcuno dovrebbe frequentarli, e imparare da loro come si compete. Voto: 6

Irama – La ragazza con il cuore di latta
Brano forzatamente impegnato, per il sottoscritto lui  era e rimane un grande mistero. Voto 5

Enrico Nigiotti – Nonno Hollywood
Inutilmente polemico sull’orario delle sue esibizioni, è quello dei ‘figli dei talent’ che ne è uscito meglio, da Sanremo 2019. Canzone venuta dal cuore. E si è sentito. Voto 6,5

Boomdabash – Per un milione
Scarto estivo giocato a febbraio. Voto 5

Ghemon – Rose viola
Ho un grosso problema con Ghemon, me ne rendo conto. Mi piace come persona, come artista, meno dal punto di vista vocale. Questa Rose Viole, poi, una nenia insostenibile. Voto 5

Motta – Dov’è l’Italia
L’indie che non mi smuove nulla. Ma neanche a farlo apposta. Voto 5

Francesco Renga – Aspetto che torni
Una carriera finita. Voto 4

Ex-Otago – Solo una canzone
Vorrei essere i The Giornalisti ma non posso. Voto 4

Federica Carta e Shade – Senza farlo apposta
In radio funzionano, ma sul palco non c’entrano una mazza l’uno con l’altro. Neanche visivamente. Cozzano proprio. Voto 5

Nek – Mi farò trovare pronto
Ha sfacciatamente tentato il bis del 2015, quando sbalordì con Fatti avanti amore. Una copia sbiadita. Voto 5

Negrita – I ragazzi stanno bene
Hanno cazzeggiato durante tutto il Festival, senza mai prendersi sul serio. Sono tornati all’Ariston per divertirsi, ma senza lasciar traccia. Voto 5

Patty Pravo con Briga – Un po’ come la vita
Nicoletta è tutto, è Storia, ma vederla così, parodia dell’icona che fu, non fa solo sorridere. Ma anche maledettamente dispiacere. Inascoltabile. Voto 3

Einar – Parole nuove
Come diavolo ti puoi presentare a Sanremo con un simile orrore? Voto 2

Nino D’Angelo e Livio Cori – Un’altra luce
Senza sottotitoli, brano inspiegabile. Come se non avessero partecipato. Voto 1

Anna Tatangelo Le nostre anime di notte
Che senso ha tornare all’Ariston dopo 4 anni con un brano tanto anonimo, povero, oggettivamente inutile? L’ennesima occasione buttata per dare uno scossone ad una carriera che si può amaramente definire agonizzante. Voto 3

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