‘Chi è la vera Iena?’ – Rossana Praitano sul caso UNAR/Anddos/Iene

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Inside_deep_throat_posterDopo il servizio televisivo delle Iene, a chi giova lo “scandalo” su Unar-Spano-Anddos-Saune-Locali e Associazioni lgbt ? A nessuno di questi soggetti.
Come non giova alle singole persone lgbt qualunque vita, visibilità, scelte o stili di vita abbiano. L’idea che è passata è devastante sotto ogni punto di vista. Gay come lobby, depravati, approfittatori di fondi pubblici, soggetti non meritevoli di interventi antidiscriminatori, partecipanti ad entità di dubbia credibilità, etc etc. Infatti già è partito il carrozzone della perversione con inchieste, come quella di qualche giorno fa, del Corriere della Sera su ” La Milano della trasgressione. Viaggio nel sesso estremo”, ovviamente gay…
E nemmeno gioverà ai soci/frequentatori dei locali associati Anddos. Come rischia di montare una burrasca demonizzatrice di ogni luogo di ritrovo, discoteche, chat, Grindr e via di seguito.
Inutile sottolineare che il concetto stesso di libertà sessuale ora si presenta come un tema scabroso da evitare o da assegnare all’estremismo del pensiero radicale o da zozzoni. In ambito omosessuale, s’intende…
Dubbio infine l’esito dei famosi fondi stanziati al progetto Anddos, ma non sembra una questione così dirimente; se il progetto è valido, probabilmente li perderà comunque; in ogni caso qualunque verifica su iniziative pubbliche è fuorviata da soffiate anonime a un programma televisivo, come quella che ha trascinato nel fango Anddos e non solo.
Infine un’altra conseguenza negativa generale è stata quella del congelamento dei fondi di tutti i progetti del bando Unar, lgbt e non.

Questo scenario, invece, torna utile alle destre, all’opposizioni governative (l’Unar È governativo), a ogni entità singola o plurima si opponga alle battaglie lgbt, agli integralismi, a ogni istinto omofobo ovunque si annida, al moralismo bigotto.

Tutto è talmente ovvio e dannoso, che non servono ulteriori complesse riflessioni.

Interessante allora chiedersi: chi, all’interno della ” galassia” glbtq, trae una bislacca gioia interiore, unita a interesse pratico/economico, da questo polverone? Ovvero chi è la vera Iena?
Non bisogna essere volpi smaliziate per capire che le informazioni fornite alle Iene televisive, supportate da omissioni funzionali e puri depistaggi, siano state “offerte” da qualcuno molto interno alla suddetta galassia.
Ed é importante individuare chi sia stato per una serie di urgenti motivi: estrometterlo dal ” consesso ” dove opera e impedirgli di fare altri danni;
liberare una volta per tutte il movimento lgbt da personaggi di tale caratura, ma soprattutto da modalità velenose che lo hanno spesso intossicato;
dare al movimento un moto di orgoglio ed identità forte;
fornire un monito a qualsiasi altro possibile “bastardo” che danneggiare una collettività non conviene;
individuare diverse buone prassi per arginare fenomeni economici dubbi, quando realmente si presentano;
porre freno a una certa tendenza malevola, a volte interna alla comunità stessa, di giudicare ogni iniziativa sociale o imprenditoriale glbt come un oscuro magheggio;
restituire a tutte le associazioni quella storica e sudata credibilità ora indistintamente sotto attacco;
ripartire sulla strada, ora particolarmente resa sconnessa, delle antiche e mai tramontate battaglie, non solo sociali e culturali, ma anche ideali di liberazione individuale.

Provo allora ad immaginare un identikit, spero utile per scoprire i colpevoli e per combattere certe modalità distruttive e non etiche. È arrivato il momento per tutte e tutti di capire quanto sia in errore chi crede, con sufficienza o peggio stravagante soddisfazione, che una disavventura o azioni scorrette che colpiscano qualcuno o una singola realtà o associazione, siano solo un loro problema.

1. Certamente non è stata una sola persona, ma sicuramente poche e “solidali” fra loro. Non è una sola persona perché la ” gola profonda” non si sarebbe mai arrischiata a farsi riprendere nel servizio delle Iene. Il “parlante” racconta, ma non è la vera fonte. Del resto, la ” gola profonda” venendo dall’interno del mondo lgbt ( abbastanza piccolo, e pieno di chiacchiere e incrociatissime conoscenze), non poteva far trapelare il suo ” furbetto” proposito; dunque pochissimi sono stati gli autori del “misfatto”, e uniti fra loro da reciproca fedeltà omertosa. Oppure la ” gola” è una persona sola, e il parlante era un “attore” messo lì a riferire davanti alle telecamere.
2. Trattasi di uomini. Si escludono lesbiche e trans, perché le modalità illustrate e le notizie fornite, sono prettamente gay.
3. Conosce (o conoscono) perfettamente regole, meccanismi, notizie, database, progetti e quant’altro di Anddos e di Arcigay
4. I ” delatori creativi” possono ricavare un vantaggio economico da tale vicenda, non tanto dai fondi Unar ora in ballo, ma dalle conseguenze dello screditamento di “concorrenti”, del direttore Spano, o addirittura dell’ente stesso, l’Unar. D’altro canto può tornare utile essere “diversi” dagli esposti a pubblica gogna e sospetto, per un proprio futuro ” accreditamento” politico/economico, o per recuperarne di un po’ annebbiato.
5. La ” gola profonda” è avvezza a usare i media come una clava, conoscendo bene i meccanismi perversi della generalizzazione e approssimazione di certe notizie ” penetranti” come quelle che si fondano sullo “scandalo sospettoso”, o quelle che comunque suscitano reazioni emotive istintive e non mediate da ragionamento e approfondimento. Un po’ come quello che accade con eventi ” drammatici e commiserevoli” di cronaca, gettati in pasto al masticamento umorale che crea allarme e indignazione “a prescindere”.
6. La gola profonda è un gay con una certa dose di omofobia interiorizzata. Conosce e frequenta locali, ” abita” il sesso senza remore fattuali, ma ne porta una interiore vergogna; infatti punta sullo sdegno e moralismo altrui ( che “capisce”) non vivendo la contraddizione di esserne il motore. Ritiene anche che per le battaglie glbt “certi eccessi” siano dannosi, mentre una modalità un po’ melensa o piagnona siano più funzionali. In breve fugge lo “scandalo” quando ne ha paura o ne teme le conseguenze, ma lo usa con spregiudicatezza per propri fini o per danneggiare qualcun altro, anche perché conosce intimamente i meccanismi dello “scandalo” e del “riprovevole”.
7. La “gola profonda” è “irresponsabile” perché non lo scalfisce il danno collettivo scaturente dalle proprie azioni, ed è di “gomma” , forse abituato ad attaccare ed essere attaccato.
8. La ” gola profonda ha maturato una marcata idea di impunità, dettata dall’esperienza e/o dalla convinzione di avere gli strumenti giusti, che lo potrebbero proteggere nel malaugurato caso qualcuno lo scopra.
9. Potrebbe anche esserci una qualche motivazione vendicativa o il tentativo di ” rivoluzionare” equilibri, ruoli o strutture esistenti. In tal caso la ” gola profonda” non ha grosse possibilità di rimanere misteriosa.

Questo, a parer mio, è l’identikit della vera Iena, protagonista occulta dell’episodio .
Ignoro chi sia, ma, nel mio caso di “leader storica” defilata, ma vigile, non ha molta importanza.
Può invece averla per chi è organico alle realtà direttamente colpite, a fare un serio repulisti interno non solo rispetto alla Iena attuale, ma anche ad eventuali Iene potenziali, facilmente individuabili, pronte a colpire appena se ne presenti l’occasione e il proprio personale tornaconto. Così come sarebbero fondamentali il supporto, anche di ferma presa di distanza, o la collaborazione fattiva di ogni realtà lgbt nell’auspicata operazione ” Isolare il bastardo interno”. Quindi seppure il mio tentativo di identikit non fosse stato preciso o sufficiente, confido nell’intelligenza e conoscenze altrui per compiere una operazione di pulizia non più rinviabile. Del resto quando Anddos dichiara che l’accesso alla propria banca dati dei soci (per ” eliminare Spano”) non sia stata una violazione dall’esterno, ma un uso improprio interno, evidentemente ha una idea precisa in merito. Dobbiamo tutti augurarci che non resti solo una idea.

Gli scandali sono utili e persino benedetti quando impediscono veri soprusi oppure quando attivano processi sani di allontanamento di figuri senza coscienza e di smantellamento di modalità perniciose.

Una cosa è certa: tutta la comunità lgbt italiana ha preso in pieno una botta fenomenale. Questo treno in corsa, che sta ferendo tutte e tutti, va fermato; sarebbe utile muoversi anche un po’ meno in ordine sparso.
Infine, al di la di qualsiasi altro ragionamento, l’attacco finale di tutta questa vicenda è alla libertà sessuale consapevole, fonte di benessere e della ricerca di felicità per chiunque, fondamenta di ogni “nostra” rivendicazione, e che sta alla base della storia del movimento lgbt. La reazione DEVE esserci, e deve essere intelligente, non timida , collettiva, e senza nemici interni.
Le cose da fare in fondo non sono molte, ma lucide, corrette e per taluni coraggiose.

Firmato Rossana Praitano, storica Presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli.

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