#Sanremo2016, le pagelle della prima serata – Virginia Raffaele show, è trionfo arcobaleno

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Doveva essere il Festival di Sanremo più ‘gay’ di sempre, anche perché piombato nel mezzo del DDL Cirinnà, e così è stato.
Alla facciaccia di Scialpi che fino a due mesi fa millantava un presunto rifiuto ‘omofobo’ da parte di Carlo Conti al suo ritorno sul palco dell’Ariston, nel corso della prima serata è davvero successo di tutto. I cattoestremisti d’Italia temevano Elton John e Laura Pausini, e invece sono stati ‘asfaltati’ dagli artisti in gara, che hanno fatto loro l’appello #SanremoArcobaleno lanciato nel pomeriggio da Luca Finotti e rilanciato da Andrea Pinna portando nelle case di milioni di italiani i colori rainbow dell’amore gay.
Arisa, Noemi, i Bluvertigo, Enrico Ruggeri e Irene Fornaciari hanno detti SI’ alle unioni civili all’italiana tramite un ‘gesto simbolico’, mentre spiace constatare il mancato ‘coraggio’ dei più giovani, vedi i Dear Jack, Fragola, Rocco Hunt e Giovanni Caccamo, che hanno preferito declinare l’invito montato sui social.

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Un’occasione persa, per loro, nel mezzo di una serata trainata da una superba Virginia Raffaele, che ha di fatto illuminato il sempre più scuro Carlo Conti, ancora una volta impeccabile padrone di casa (voto: 7) . Accentratore come l’anno scorso e mai in difficoltà, tanto da prendere e portar via le aste dei microfoni LISTATE RAINBOW con deliziosa normalità.
Dal punto di vista musicale, però, spettacolo ASSAI mediocre. Almeno questa sera.
Su 10 canzoni neanche la metà superano la promozione piena, con Arisa su tutte. Le altre ad abnorme distanza. La speranza è che domani si senta altro.
Tra i 4 a rischio eliminazione Irene Fornaciari, Bluvertigo, Dear Jack e incredibilmente Noemi.
Ed ora, pagelle!

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Iridella-Fuoriscena033Gabriel Garko: indovina in chi si è trasformato l’ex ‘compagno’ di Eva Grimaldi? In Claire. Indossa gli occhiali solo per leggere ma siamo praticamente al ‘tale e quale’. Tinta così nero di seppia da far tremare i polsi ai truccatori, vedi rischio sudore alla Fantozzi va in Pensione, e inutilità tendenzialmente spaziale. Perché nessuno o quasi si è accorto della sua presenza, ferma al GOBBO elettronico in qualità di valletto. Perché co-condurre, caro Gabriel, è tutt’altra cosa. Voto: 3

Laura Pausini: emozionatissima si concede un medley di successi in versione acustica, per poi tirare fuori dall’armadio l’orrenda giacchetta del 1993 made in La Solitudine che  a suo tempo mi fece capire di esser frocio, indossarla e regalarci un duetto con la Pausini di 23 anni or sono. Nessun arcobaleno per lei ma l’immancabile messaggio pro-diritti glbtq prima di cantare Simili. ‘Se siamo simili siamo tutti uguali e dobbiamo unirci, non dividerci’. Poteva dire qualcosa di più? Sicuramente sì. Ma meglio de gnente. Voto: 6.5

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Elton John: tanto rumore per nulla. Ho sognato la sua salita sul palco dell’Ariston vestito da Iridella, visto l’hastag #SanremoArcobaleno che ha coinvolto metà dei cantanti in gara, e invece si è presentato sbrilluccicante e canterino. Nessun accenno all’amore gay, come temuto da Adinolfi, Giovanardi e Gasparri, a cui lasciamo molto più che volentieri Povia. Perché noi se tenemo tutta la vita Sir Elton, semplicemente meraviglioso al piano tra memorabile passato, scaccolamento andante e pesante presente. Con tanto di rischio caduta al momento di lasciare il palco. Voto: 8

Aldo, Giovanni e Giacomo: ok sbarcare a Sanremo per la prima volta per celebrare i 25 anni di carriera, ma farlo con uno sketch che ha per l’appunto 25 anni, visto e rivisto decine di volte in ogni dove, è a dir poco surreale. Roba da ripijasse er cachet. Voto: 2

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Virgina Raffaele: iniziare il Festival negli abiti di Sabrina Ferilli, 20 anni fa co-conduttrice, è stata una botta di genio. Inutile girarci attorno. Battute a raffica senza interruzione di continuità e risate a non finire tutte quelle volte che è tornata sul palco. ‘Elton  John è solo  un uomo sposato con prole. Praticamente come te, Carlo. Ma a te non dicono niente, eppure sei nero e tu figlio è bianco’. E ancora. ‘Io so attrice, non è come la Bellucci che sbatte l’occhi e arriva er bonifico’. Il vero colpo da maestro di Conti è stato chiamar lei, tsunami di trasformismo, genialità e simpatia. Voto: 9

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1) Lorenzo Fragola: ha indossato gli abiti di Marco Mengoni, se non fosse che l’Essenziale abbia già vinto. Canzone sanremese nel DNA, forse anche troppo. Vecchia, esageratamente vecchia per un 20enne che solo sei mesi fa aveva un tormentone estivo tra le mani. Voto: 6 –

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2) Noemi: nastrini arcobaleni al seguito e voce rotta dall’emozione. La partenza è infatti tentennante. Forse il peggior live sanremese di sempre per la rossa di X-Factor, che recupera nel finale senza però rendere pieno merito ad uno splendido pezzo che necessita di un ulteriore ascolto. E di un live decisamente superiore a questo. Voto:6.5

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3) Dear Jack: nuovo cantante, dimenticato scarto di X-Factor, e vero disastro. Un live da brividi per Leiner, riuscito quasi a pareggiare l’impareggiabile live delle Lollipop di baudiana memoria. Canzone preistorica ed esibizione oscena. Voto: 1

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4) Caccamo-Iurato: la prima vera delusione del Festival. Favoriti questi due? Lei conciata da un orbo, canzone priva di ‘exploit’ particolari e lui particolarmente piatto rispetto al boom dello scorso anno. Tanto fumo e pochissimo arrosto. Via da qui, per l’appunto. Voto: 4

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5) Stadio: canzone importante frenata dalla voce di Gaetano Curreri, questa sera terrificante. Limitandone l’impatto. Voto: 5

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6) Arisa: sbarca all’Ariston in pigiama e con nastrini ranbow stretti nella mano. Anche solo per questo andrebbe applaudita, per poi concedersi una canzone elegante e tipicamente sanremese. Non è La Notte ma funziona, anche perché più ritmata. Impeccabile nell’esecuzione, come al suo solito. Voto: 7.5

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7) Enrico Ruggeri: nastrino arcobaleno e base quasi alla GOBLIN per Ruggeri, che mi ha onestamente spiazzato. In positivo. Perché portatore di energia all’età di 58 anni. E con marchio rainbow. Voto: 7

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8) Bluvertigo: coccarda arcobaleno anche per loro, ovviamente, affidata al batterista e più volte inquadrata dalla regia, che mai (e ribadisco mai) ha provato a ‘censurare’ quel flash rainbow che ha illuminato l’intero Ariston. Peccato che la canzone sia limitata dalla voce di Morgan, ormai dispersa. Voto: 5

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9) Rocco Hunt: per me lui non esiste, tanto da averlo detestato persino quando trionfò tra i giovani, ma è per lo meno l’unico  tra i suoi coetanei che ha provato a portare una ventata di energia all’Ariston. E’ un rap e fa rap. Per quanto a me non piaccia, si difende. Voto: 6

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10) Irene Fornaciari: testo impegnato, viso discretamente truccato, capello miracolosamente lavato e nastrini rainbow anche per lei, trasformata rispetto alla versione sciatta dell’ultima volta ma appesantita da una canzone in salsa Natale in Vaticano. Roba da pera. Voto: 5

Voto finale alla prima serata: 6.5

  • DOPOFESTIVAL: 8 anni d’assenza e  sentirli tutti. In onda a notte inoltrata eppure MAI stancante, grazie soprattutto a quei fenomeni viventi della Gialappa’s Band. Grasse risate e acidità da parte della stampa nei confronti dei  cantanti in gara. Cosa chiedere di più. Voto: 7.5

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