Claudio Amendola confessa: “ho pensato che il pubblico non capisse un c***o”

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In un’intervista, Claudio Amendola rivela i momenti più ombrosi della sua carriera: le minacce per “Ultrà” e i dissidi con il pubblico.

Claudio Amendola.

Claudio Amendola (spetteguless.it)

A 61 anni, per Claudio Amendola non è ancora arrivato il momento di fermarsi, lavorativamente parlando. Ma forse, è giunto il tempo di dedicare qualche attimo per guardarsi alle spalle, e osservare il percorso fatto fino ad ora, pregi e difetti. E di “difetti”, o di momenti più bassi degli altri, Amendola ne ha attraversati parecchi, anche a causa del suo lavoro. Il rapporto con il pubblico, ad esempio, non è sempre stato rose e fiori: a scatenare l’odio di una particolare fetta di spettatori, per citarne una, fu il film “Ultrà”.

Claudio Amendola: i momenti bui e la droga

In questi giorni è impegnato con le riprese della seconda stagione de “Il patriarca”: Claudio Amendola è a Monopoli, intento ad immergersi sia nel ruolo di protagonista, interpretando il narcotrafficante Nemo Bandera, che di regista della serie.

Un ruolo, quello del boss recentemente colto da un principio di Alzheimer, che ha le sfumature di molti dei personaggi interpretati da Amendola negli anni, spesso con tratti particolarmente ombrosi (ad eccezione, certo, de “I Cesaroni”).

D’altronde, anche la vita privata dell’attore ha attraversato qualche momento d’ombra: negli ultimi tempi sembra che Amendola abbia voglia di raccontare di quei momenti, forse per la voglia di guardarsi alle spalle ed esaminare il percorso di vita fatto finora.

Claudio Amendola.

Claudio Amendola (spetteguless.it)

Uno dei periodi più bui, di cui di recente ha parlato anche nell’intervista a Belve con Francesca Fagnani, è stato sicuramente quello in cui faceva uso di droghe: “le ho provate tutte per poter dire che fanno schifo”, ha dichiarato l’attore, spiegando di essere stato per qualche anno dipendente dalla cocaina. Ad uscirne ci ha pensato da solo, dice, spronato dall’amore per i suoi figli, per i quali voleva essere lucido e presente.

“Ho pensato che il pubblico non capisse”: Claudio Amendola ricorda “Ultrà”

Claudio Amendola è romano per definizione, e da grande tifoso della Roma era solito andare allo stadio per tifare proprio dalla curva Sud dello Stadio Olimpico. Almeno, fino a quando nel 1991 non uscì “Ultrà”, pellicola nella quale interpetava “Principe”, il leader dei violenti tifosi della “Brigata Veleno”.

 

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Nonostante il film fosse pensato per portare sul grande schermo temi come la violenza e l’emarginazione nei gruppi di tifo organizzato, i veri ultras romanisti non la presero bene: Amendola ha raccontato di essere dovuto scappare da Roma-Cagliari, l’ultima partita del campionato, perché gli altri tifosi in Curva gli avevano fatto minacce che ricorda ancora oggi.

Il curvaiolo quel film l’ha subito. Non l’ha digerito”, racconta l’attore a Ivan Zazzaroni, continuando: “commisi un errore, mi illusi, proprio per il senso di appartenenza, che avrebbero capito”. E invece, non fu così, e quelli non furono gli ultimi  dissidi di Amendola con il pubblico: l’attore non ha nascosto di aver avuto un rapporto conflittuale con gli spettatori a causa dell’insuccesso.

A volte hai la sensazione che una cosa sia stata fatta bene (…) e poi ti misuri con il botteghino o con l’auditel e ricevi risposte opposte”, ha rivelato, confessando poi “forse anch’io per un periodo ho pensato che il pubblico non capisse un ca**o”. Adesso, sembrerebbe, ha compreso l’errore, e il rapporto con il pubblico è migliorato molto, tanto che in più occasioni l’attore si è detto grato di tutto ciò che è riuscito a realizzare, instaurando con molti dei suoi fan una vera e propria connessione.

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