Il 17 aprile del 2011 andava in onda sulla HBO la prima storica puntata di Game of Thrones, serie che ha fatto la storia del piccolo schermo come poche altre negli ultimi 30 anni.
8 stagioni, 73 episodi, circa 1 miliardo di dollari di costi complessivi, ma una quantità di denaro incassato spaventosa, tra diritti e merchandising, tanto da ‘costringere’ la stessa HBO a far partire spin-off a pioggia.
Dai 2,2 milioni telespettatori della prima puntata, in America si passò ai 12 dell’ultimissima.
Addirittura 59 gli Emmy vinti, 4 dei quali (2015, 2016, 2018 e 2019) come miglior serie drama.
David Benioff e D. B. Weiss, showrunner all’epoca praticamente sconosciuti, sono diventati due celebrità, mentre George R. R. Martin, autore della saga Cronache del ghiaccio e del fuoco, è stato talmente travolto dall’inatteso successo globale dal non averla ancora completata. Nel 2011, quando Game of Thrones sbarcò in tv, Martin aveva appena pubblicato A Dance with Dragons, 5° romanzo.
10 anni dopo non ha ancora completato gli annunciati The Winds of Winter e A Dream of Spring. E a questo punto chissà se e quando mai li finirà. D’altronde grazie alla HBO si è arricchito, e ora seguirà passo passo gli annunciati spin-off.
10 anni dopo quel 17 aprile del 2011, Il Trono di Spade ha lasciato dietro di sè fan adoranti, puntate epocali, colpi di scena incredibili, attori amatissimi, milioni di meme e battute entrate nell’immaginario collettivo, dando al prodotto televisivo l’ennesima spinta verso l’alto, verso quella cinematografia a cui ormai non ha praticamente più nulla da invidiare. E i 465 milioni di dollari che Amazon spenderà per la prima stagione de Il Signore degli Anelli, sono lì a ribadirlo. W Game of Thrones, w Cersei Lannister.