Il cardinale Robert Sarah spara a zero sulle unioni civili: ‘sono la morte della società’

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70enne e potente arcivescovo cattolico guineano, nonché dal 23 novembre 2014 prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, il cardinale Robert Sarah ha rilasciato delle osservazioni choc durante il suo annuale discorso a Washington, al DC National Catholic Prayer Breakfast.
Un evento a cui hanno partecipato parlamentari provenienti da tutto il Congresso americano, tra cui il presidente della Camera Paul Ryan.

“La rottura delle relazioni fondamentali della vita di una persona – attraverso la separazione, il divorzio o imposizioni distorte della famiglia, come la convivenza e le unioni omosessuali – è una ferita profonda che chiude il cuore all’amore fino alla morte, conducendo al cinismo e alla disperazione. Queste situazioni causano danni ai più piccoli, infliggendo loro un profondo dubbio esistenziale di amore. Si tratta di uno scandalo – un ostacolo – che impedisce ai più vulnerabili di credere in questo amore. Purtroppo, l’avvento delle tecniche di riproduzione artificiale, come la maternità surrogata, i cosiddetti matrimoni omosessuali e altri mali della ideologia di genere, infliggono ferite ancora più profonde per le generazioni future. Questo è il motivo per cui è così importante lottare per proteggere la famiglia, la prima cellula della vita della Chiesa e di ogni società. Non si tratta di idee astratte. Non è una guerra ideologica tra idee concorrenti. Si tratta di difendere noi stessi, i bambini e le generazioni future da un’ideologia demoniaca il quale sostiene che i bambini non hanno bisogno di madri e padri. Un’ideologia che nega la natura umana e vuole tagliare intere generazioni da Dio”.

Non contento Sarah ha definito le persone transgender ‘demoniache’. Lo scorso anno il Cardinale era stato eletto dal sito Infovaticana ‘personaggio dell’anno’ “per la sua difesa della cristianità nei confronti di due grandi minacce diaboliche: il fondamentalismo islamico e la teoria del gender”.
Tu pensa, pure un premio gli hanno dato  a questo.

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