Omer Nahmany, la lettera del soldato gay israeliano che si sente tradito dal proprio paese

Condividi

 

 

12794338_211038842584699_6092540643554044863_n11692744_10153370477512768_2526982424178769839_n

Omer Nahmany è un 25enne sottotenente dell’esercito israeliano, gay, che ha pubblicato un lungo sfogo facebook sul proprio profilo dopo che il parlamento non è riuscito a far passare una serie di leggi sui diritti glbrq.
Omer si è detto deluso dal comportamento dei politici israeliani, dopo essersi più volte chiesto se esistono contraddizioni tra l’essere gay e al tempo stesso un ufficiale di combattimento.

La mia risposta è sempre stata che no, non c’è nessuna contraddizione. La bellezza dei militari è che siamo tutti uguali, indossiamo la stessa divisa, mangiamo lo stesso cibo, siamo nel campo di battaglia insieme, ci alleniamo insieme, e se necessario andiamo in guerra insieme. Non ci sono differenze tra un soldato gay e uno etero. I miei compagni possono contare sul fatto che mai li abbandonerò sul campo, e io su di loro. Ma questa settimana sono stato io  ad essere abbandonato sul campo, e non dai miei compagni o dai miei superiori, ma dal governo israeliano. Lo stesso governo che mi chiede di andare a combattere, e magari perdere la vita, si è rifiutato di approvare una legge che equipari lo stato di lutto di una famiglia gay a quella di una famiglia etero. Se un soldato gay dovesse morire in combattimento, oggi, il partner o eventuali figli non verrebbero ufficialmente riconosciuti come famiglia in lutto, nel senso che verrebbero negati loro benefici e diritti che una famiglia ‘etero’ riceverebbe. Questa situazione, in cui lo stato di Israele mi chiede di rischiare la vita in battaglia ma si rifiuta di prendere una posizione politica sui banchi del Parlamento, è intollerabile e contraddice ogni valore che mi è stato insegnato durante il servizio militare. Dovrei andare in battaglia sapendo che sono un cittadino di serie B, solo perché sono gay, che sono abbastanza bravo per morire per questo paese ma non abbastanza per essere un cittadino con uguali diritti. Oggi sto chiedendo al mio Paese di combattere per me‘.

Una lettera piena di incredulità e rabbia, quella pubblicata da Omer, che ha fatto presto il giro del mondo.
La scorsa settimana la coalizione di Governo del primo ministro Benjamin Netanyahu ha respinto una una serie di richieste legate ai diritti glbtq, vedi le unioni civili e il divieto delle terapie riparative per i minori.

12771618_10153908484927768_3741516999891327157_o

Autore

Articoli correlati

Impostazioni privacy