20enne siciliano pestato dal padre – aveva fatto coming out

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20 anni, piccolo paese del palermitano.
Davide, nome di fantasia, fa coming out in famiglia. La loro reazione è barbara.
Il ragazzo viene picchiato selvaggiamente e rinchiuso in casa, incarcerato tra 4 mura per settimane. Tanto da costringerlo alla fuga con 80 euro in tasca e il nulla sotto i piedi.
Avevo davanti due scelte: farmi uccidere o provare a scappare. Ma non mi importava, dovevo scappare. Però avevo paura che mi venissero a cercare“, ha confessato il 20enne a Meridionews.
Sbacato a Catania, Davide non ha più avuto contatti con la propria famiglia. La zia gli ha consigliato di ‘impiccarsi’ su Facebook. Il padre manesco avrebbe invece preferito un figlio ladro e drogato. Tutto ma non gay.
Strascichi di un coming out, di una maschera che cade in terra e di un’omosessualità da vivere alla luce del giorno.
Strascichi di una confessione che fa sempre rima con coraggio, per poi incrociare nel peggiore dei casi l’ignoranza altrui.
Se ne valga la pena è facilmente intuibile.
Certo che sì.
Davide non ha più una famiglia, questo è poco ma sicuro, ma si può davvero chiamare ‘famiglia’ un padre che ti prende a bastonate, una mamma che ti trasforma in prigioniero e una zia che ti istiga al suicidio? No. Queste sono bestie della peggior specie. E allora tanto meglio lasciarsi tutto alle spalle, testa in alto, spalle dritte e iniziare a vivere. Dichiarati e orgogliosi.

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