Bagnasco non molla e si dice contrario al registro delle coppie di fatto di Genova

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L’istituzione del registro delle unioni civili indebolisce l’istituto familiare, unico soggetto di diritto in quanto coppia secondo il nostro ordinamento, senza guadagnare nulla da altri punti di vista… rende più fragili le persone non è un fatto positivo“.
Lo straordinario Papa Francesco non ha ancora ufficialmente riferito parola, fino ad oggi, sul ‘tema’ omosessualità-coppie di fatto-matrimoni gay. Nell’attesa, è tornato a sbraitare Angelo Bagnasco, cardinale e arcivescovo di Genova, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, furioso per l’approvazione da parte della Giunta comunale di Genova guidata da Marco Doria del registro delle coppie di fatto (“Le unioni civili non minacciano i diritti di chi, come me, ha scelto di sposarsi. Bisogna riconoscere le nuove forme di convivenza“, le parole del Sindaco).
Un provvedimento votato all’unanimità, per un registro che conterrà norme molto semplici per parificare le coppie di fatto a quelle sposate, e a disposizione di tutte le coppie, indipendentemente dal sesso. Negli uffici comunali, inoltre, sarà possibile celebrare l’unione civile come un matrimonio.
Le reazioni isteriche della Chiesa Cattolica e dei suoi adepti, ovviamente, non si sono fatte attendere. Il presidente del Forum Ligure delle Associazioni Familiari, Anna Maria Panfili, ha infatti così sbraitato:
Siamo sbalorditi dalla distanza dell’amministrazione comunale dai veri problemi della popolazione genovese, soprattutto delle famiglie con figli, che stanno vivendo momenti assai difficili: vista l’attuale situazione economica non credevamo che la Giunta desse seguito alla preannunciata intenzione di istituire il registro”. “Siamo di fronte ad un provvedimento vuoto ed ideologico, del quale non sono chiari neppure i concreti effetti: e’ la ostanziale ripetizione di un “format” che si sta diffondendo in molti comuni d’Italia, al di fuori delle competenze comunali, come evidente, ma censurabile, forma di pressione sul Parlamento. Confidiamo che il Consiglio Comunale ritrovi la strada del bene comune e richiami la Giunta alla responsabilità di interpretare i veri bisogni della popolazione, respingendo l’adozione del registro”.
Dischi rotti che conosciamo ormai a memoria, purtroppo, ma fortunatamente sempre più sullo sfondo di una realtà politica che INIZIA a considerarci. Almeno a livello locale, nella speranza che anche il Governo Centrale, qualunque esso sia, segua questa strada.

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