TRIONFO Roma Euro Pride 2011: emozione Lady Gaga, da STURBO

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C’è il tempo delle critiche (legittime) e quello della celebrazione.
Questo è quello della celebrazione.
Solo uno stupido non lo ammetterebbe.
Perché l’EuroPride di oggi è stato maestoso, straordinario, storico.
Mai avevo visto in Italia, con i miei occhi, un Pride così partecipato. Mai tanti ragazzi, tante ragazze, famiglie, bambini, anziani. E’ stato uno tsunami di colori, di sorrisi, emozioni, di carri e balli, di musica e baci. Un lungo corteo pieno di gioia, divertimento, incazzature varie, per un Paese che fa fatica ad accettarci, e amore. 300,000, 500,000, un milione. Contano poco le cifre, i numeri, dinanzi ad un così evidente successo. Perchè il Roma Euro Pride 2011 è stato un successo. Uno straordinario successo. E qui faccio i miei complimenti agli organizzatori, che hanno innegabilmente toppato su molti aspetti comunicativi, riuscendo comunque a trasformare l’evento in qualcosa di inimmaginabile fino a 7 giorni fa. Perché lei, Lady Gaga, ha sparigliato il campo, tramutando l’EuroPride in un GagaPride. Questo era il rischio, dinanzi ad una sua partecipazione, questo è in parte successo. Criticabile o no, la sua presenza ha catalizzato l’attenzione, tanto da far SVUOTARE il Circo Massimo nel momento stesso in cui ha abbandonato il palco. A detta del sottoscritto errori GROSSOLAN e STUPIDI di scaletta (DjSet+Gaga+Politica?NO, casomai Politica+Gaga+DjSet), per un Gaga Show semplicemente perfetto.

Discorso pregno di attivismo glbtq, minato solo e soltanto da un inadatto ringraziamento a Gianni Alemanno, ovvero a colui che da anni sbandiera con orgoglio i propri NO ad una legge contro l’omofobia, alle coppie di fatto, ai matrimoni e alle adozioni. Venire a Roma per un Pride, parlare di diritti e ringraziare Alemanno è un po’ come andare di domenica mattina in Vaticano, fare la comunione e bestemmiare davanti al Papa. Ringraziare un Sindaco perché mi autorizza a manifestare? Ma non scherziamo.

Tralasciando questo piccolo aspetto, la Santona vestita VERSACE, elegantissima, rispettosa (neanche una parola sul Papa, Buttiglione TIE’), sobria e per una volta quasi minimal, ha poi illuminato Roma regalando due PAZZESCHI live acustici di Born This Way e The Edge of Glory, cantata a sorpresa. Due pezzi da brivido, per una Germanotta vocalmente particolarmente in forma. Sparita lei, purtroppo, i presenti hanno iniziato velocemente a sloggiare, svuotando il Circo Massimo (che caro Patané, NO, NON è una piazza), tristemente semideserto dinanzi ai vari esponenti politici chiamati a prendere parola. Dopo un pomeriggio di FESTA, praticamente perfetto, la serata ha quindi dovuto ‘sopportare’ questo piccolo inconveniente. Perché Gay Pride NON significa solo carri, musica, birra e concertone. Ma soprattutto rivendicazioni e battaglia politica.
Spiace quindi constatare come  dinanzi ad un GayPride, finito il momento Germanotta 3/4 dei presenti abbiano girato i tacchi per andarsene a casa. Immaturità politica, purtroppo, da dover cogliere ed estirpare. Ma ci vorrà tempo, e chissà quanti Gay Pride, prima che l’ospite di turno diventi finalmente solo e soltanto CONTORNO. Nell’attesa, facciamoci un applauso. Perché eravamo semplicemente bellissimi. Tutti. Ed è per questo che vi ringrazio. Anzi, ringraziamoci. Perché siamo tanti, tantissimi, e se uniti possiamo dimostrare agli altri, e anche a noi stessi, ancora una volta, che NO, non siamo soli.

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