Giornata internazionale contro l’Omofobia 2011: scopriamo insieme il rapporto Arcigay + discorso Giorgio Napolitano

Condividi

 

Non esistono dati ufficiali sui casi di omofobia e transfobia in Italia. Il Paese non si è mai dotato, a differenza di altri Paesi europei, di un Osservatorio nazionale sul fenomeno. Per questo Arcigay ogni anno raccoglie un dossier di fonti a stampa che riportano casi di discriminazione, violenza e soprusi ai danni di omosessuali lesbiche e transessuali. I numeri del dossier quindi sottostimano ampiamente un fenomeno che rimane per lo più sommerso e relegato all’invisibilità e poco denunciato anche per l’assenza di una giusta legge di contrasto al fenomeno.
Nel 2010 sono stati diffusi dalla stampa due casi di omicidio, 39 casi di violenza, 6 casi di estorsione, 2 casi di bullismo, 8 casi di atti vandalici. Nel 2010 alle associazioni omosessuali è stato più volte vietato l’accesso nelle scuole per iniziative di sensibilizzazione, negato l’accesso alle donazioni di sangue escludendoli così dalla piena cittadinanza. Sono innumerevole poi, nel 2010, le dichiarazioni istituzionali a sottofondo omofobico. A maggio del 2011 risultano 8 i casi di violenza, discriminazione ed insulto, 5 quelli di estorsione e un caso di bullismo omofobico. 

In Iran, Mauritania, Sudan, Emirati Arabi Uniti, Yemen, Arabia Saudita e Nigeria, l’omosessualità è ancora punita con la pena di morte. In Africa del Nord è reato ovunque, tranne in Egitto dove comunque viene punita tramite leggi sulla morale. È reato in Gambia, Guinea, Ghana, Liberia, Mauritania, Nigeria, Senegal, Sierra Leone, Togo, Angola, Camerun, Botswana, Lesotho, Namibia, Swaziland. In Africa Orientale è reato ovunque, tranne in Madagascar e in Ruanda. In Medio Oriente l’omosessualità è reato ovunque (tranne in Israele), nei Territori palestinesi (quella maschile è reato a Gaza) e in Iraq dove, nonostante la situazione legislativa non sia chiara, innumerevoli sono le esecuzioni sommarie a danno degli omosessuali. In Asia l’omosessualità è reato in Turkmenistan, Uzbekistan, nel Brunei, Malesia, Myanmar e Singapore. L’India ha finalmente abolito l’ergastolo per gli omosessuali. Nel continente americano l’omosessualità è reato in Belize, Antigua, Barbados, Grenada, Giamaica, Trinidad e Tobago e in Guyana. In Oceania è reato in Papua Nuova Guinea e Isole Salomone, nelle isole Figi, a Nauru, Kiribati, Tonga, Kivalu e nelle Isole Cook. Unico continente ad aver depenalizzato l’omosessualità in ogni suo Stato è l’Europa. Anche lo Stato Vaticano, nonostante le ben note posizioni in materia, non la considera un reato e questo ci fa capire che, anche in assenza di leggi esplicitamente contro lesbiche e gay, l’omofobia può essere comunque un fenomeno pericoloso e difficile da sradicare. Come accade, ad esempio, in grandi Paesi come la Russia o la Cina, ma anche in Italia che, fra i Paesi sviluppati, è uno dei più arretrati in materia di diritti delle persone omosessuali.

Oggi, 17 maggio, si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia (o IDAHO, acronimo di International Day Against Homophobia and Transfobia). In Italia la prima Giornata internazionale contro l’omofobia si è tenuta il 17 maggio 2005, a 15 anni esatti dalla rimozione dell’omosessualità dalla lista delle malattie mentali nella classificazione internazionale delle malattie pubblicata dall’Organizzazione mondiale della sanità. 15 anni sono passati e tanta strada ancora c’è da fare. Insieme, uniti, incazzati, e mai, e dico mai, avviliti e disillusi. Perché non chiediamo nulla di astruso o particolare, se non dei nostri DIRITTI.

 



Update: incredibile ma vero, ha finalmente parlato anche Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica fino ad oggi quasi totalmente silente sull’Omofobia all’italiana:
“Non bisogna sottovalutare i rischi che l’abitudine all’uso nel discorso pubblico di allusioni irriverenti, lesive della dignità delle persone, contribuiscano a nutrire il terreno sul quale l’omofobia si radica”. L’ostentazione in pubblico di atteggiamenti di irrisione nei confronti di omosessuali è inammissibile in società democraticamente adulte. In altri Paesi democratici, persone che hanno dichiarato i loro orientamenti omosessuali hanno potuto raggiungere posizioni di grande rilievo, ricoprire alte cariche anche pubbliche”. “La coesione sociale del nostro Paese è sottoposta a gravi tensioni: inammissibili episodi di impudente aggressività ed intolleranza si verificano con frequenza preoccupante. In occasione della Giornata mondiale contro l’omofobia voglio esprimere perciò la mia preoccupazione per il persistere di discriminazioni e comportamenti ostili nei confronti di persone con orientamenti sessuali diversi. Si tratta di atteggiamenti ce contrastano con i dettami della nostra Costituzione e della Carta dei diritti fondamentali della Ue”. “Mentre da una parte deve essere apprezzata l’apertura di imprese italiane e straniere nei confronti di persone con diversi orientamenti sessuali e diverse unioni di vita, dall’altra occorre denunciare e contrastare in tutte le sedi, e innanzitutto in sede politica, con costanza e con fermezza le aggressioni fisiche, gli atti di bullismo, le provocazioni verbali, quali quelle che hanno investito anche un autorevole membro del Parlamento italiano.”

Autore

Articoli correlati

Impostazioni privacy