Pessimismo, fastidio e tormento(ne)

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Sabato pomeriggio, centro commerciale Parco Leonardo.
Poca gente, tanta robaccia, pochissimi gay (incredibile ma vero). Camionate di coatti, canotte bianche, sopracciglia martoriate, cinte Fendi e Gucci sparate in 3D, ragazzine uscite da un brutto film dei Vanzina scritto da Federico Moccia e interpretato dalle controfigure delle peggio squinzie di Non è la Rai anni 90 sponsorizzate Onyx, bambini maleducati che urlano e corrono con i pattini, urtandoti e scassandoti quindi la minchia, senza che i genitori dicano NULLA.
Roba da urlargli CONTRACCETTIVI CAZZO, CONTRACCETTIVI!

Il mio ODIO nei confronti dei centri commerciali è totale, profondo ed inattaccabile.

Ma la giornata romana è stata meteorologicamente ambigua.
Pioggia al mattino, cielo foschioso al pomeriggio, tiepido sole solo sul tardi.
Quindi perchè non andare a farci un giro VELOCISSIMO?

Il più vicino, quello dell’Eur, ha H&M solo per donna. Il motivo? Mistero dei misteri. Senza un cazzutissimo senso.
Roma Est è troppo lontana, restano due possibilità, ovvero Bufalotta e Parco Leonardo.
Si opta per il 2° perchè “vicino” c’è quella sorta di mini centro commerciale all’aperto, con il famigerato H&M.
H&M a Roma, qui lo dico e qui lo confermo, FA CAGARE.

Secondo me ce mandano tipo le collezioni scartate da Romania e Bulgaria. Avessi visto UNA maglietta anche solo DECENTE. Una. Niente da fare.
Alla fine mi sono accontentato dei miei soliti calzini, di qualche boxer e vaffanculo.

Tutti i negozi sparano compilation dance a manetta.
Truzze e poco froce.

Anche questa è l’evoluzione del commercio romano.
Fino a pochi anno fa era la CATEGORIA dei commessi, statisticamente composta al 96% da ricchioni, a decidere COSA sentire in un negozio.
Da Madonna a Britney, le compilation erano uno spasso finocchio.

Ora non più.
L’House imperversa ovunque. Entriamo da Bershka e dallo stereo parte a palla una canzone INASCOLTABILE.
Stupida, truzza, quasi fastidiosa.

“E sta cagata che cazzo è?”.

Non faccio in tempo a dirlo che DOVE MI GIRO MI GIRO tutti la cantano o la ballano!
Il commesso la canticchia tra uno scontrino e l’altro, la ragazzina burinotta in fila davanti a me la balla sculettando e fischiettandola, al reparto intimo una signora di 50 anni se la canta sorridente.
Insomma, TUTTI LA CONOSCONO, tranne io.

Tornato a casa scopro che a cantarla è un tale Iyaz, che si chiama Replay e che in Europa è una sorta di tormentone. Uscita praticamente un anno fa, qui in Italia è approdata in radio da “poco”, facendo il botto.

Fino a poche ore fa non l’avevo MAI sentita prima, e posso dire di averla ODIATA con tutto il cuore al primo ascolto.

Come possa piacere un obbrobrio simile è inspiegabile, così come sia possibile che io non la conoscessi affatto.
Probabilmente sto invecchiando.
Probabilmente siamo circondati dal cattivo gusto, anche musicale.
Probabilmente dovrei tornare ad ascoltare più radio.
Probabilmente per almeno altri 10 anni dovrò evitare di tornare in un centro commerciale.
Probabilmente si sono estinti anche i mitici commessi froci di una volta, che ti piegavano le magliette coreografando Vogue.
Probabilmente.

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