Immanuel Casto denuncia: Il Profondo Nord e la Censura

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A Udine, come molti sapranno, nelle ultime settimane è successo di tutto.
Una recente campagna contro l’omofobia, realizzata dall’arcigay locale, è stata prima contestata e poi censurata dalla Provincia stessa.
Una campagna semplice e per nulla ‘scandalosa’, con protagonisti due normalissimi baci.
Subito dopo la loro affissione i manifesti sono stati prontamente imbrattati e oggetti di un vero e proprio scandalo. La Chiesa per prima li ha definiti indecenti e pericolosi per i bambini.
La Lega si è profusa, ovviamente, in accuse di volgarità. Mentre la beffa finale, la più amara, è stata la condanna del PD alla campagna, parlando di “dimensione provocatoria” perché “turberebbe la sensibilità di molti cittadini”.
In questo clima di tensione si è tenuta ieri una serata musicale a tema gay friendly, che ha dato il via ad una nuova ed accesa polemica.
La serata era un evento inserito nel contesto dell’Home Page Festival. Un festival di arte e musica assolutamente eterogeneo, partocinato dalla Regione, al fine di creare una serie di eventi culturali e di intrattenimento nella Provincia di Udine, con temi ed eventi estremamente variegati (il prossimo evento ad esempio sarà a tema rock-metal).
Il dramma è nato dell’articolo di una giornalista che titola il pezzo “La Regione patrocina una serata gay”.
Apriti cielo.
Un titolo mistificante, visto che la Regione non ha patrocinato esclusivamente una serata gay, ma tutto il festival che, nel volere trattare più temi, si rivolge giustamente anche ad un pubblico gay.
A denunciare tutto questo è IMMANUEL CASTO, che ha così spiegato a Spetteguless l’accaduto:

Le polemiche esplodono e non c’è chi manca di strumentalizzare la mia presenza, dal momento che sono stato invitato come “main artist”, parlando senza alcuna cognizione di causa di serata “Hard”. E’ intervenuto persino il Sindaco di Udine in mia difesa.
Il totale rifiuto dell’informazione è stato lampante, dal momento che nessuno dei detrattori si è evidentemente preso la briga da dare un’occhiata ad un mio live, tutt’altro che volgare, o di inserire le mie più forti provocazioni nell’ambito della mia produzione, che non si limita ad esse.
La notte precedente allo show, la mia pagina artista di facebook è stata cancellata (ovviamente non conteneva nessun contenuto problematico).
Le contestazioni si sono fatte così accese da portare la Provincia e Regione a dare un ultimatum al Festival, dicendo che se volevano i fondi, dovevano depennare la serata gay dal calendario.
Dimostrando grandissima integrità gli organizzatori (etero e gay) del Festival hanno deciso di fare ugualmente la serata e di rinunciare al contributo di quegli enti pubblici, con la conseguente messa in discussione del resto del palinsesto estivo.
La serata si è comunque rivelata un successo e vedere un pubblico misto, gay ed etero, cantare a squarciagola i miei pezzi con spirito liberatorio, è stata una bella soddisfazione. Concludo mandandoti il comunicato che ho fatto divulgare dalla mia agenzia Jle Management:

“Non sono avvezzo a dare una connotazione politica a ciò che faccio, perché sono un artista, non un politico, e non mi impongo come rappresentante di nessuno. Inoltre ritengo che i temi che mi stanno più a cuore, come il progresso sociale e la parità dei diritti, siano così importanti da dover trascendere gli schieramenti politici. Ma il contesto di polemica in cui si è svolta la mia performance ad Udine e l’oscuramento della mia pagina di facebook, mi portano a pormi una domanda: che cosa è che si vuole realmente censurare nel mio lavoro? Il riferimento al sesso, con qualche parolina sconcia ogni tanto? Se è questo il rigore morale che vogliamo, allora censuriamo anche i film con Boldi e De Sica, il “Grande Fratello”, le tette e i culi delle veline, “La pupa e il secchione” e tutta una serie di programmi pensati per il grande pubblico. Per tutta la famiglia, bambini compresi. Al contrario di ciò che propongo io dove nessuno è costretto a venire ai miei concerti, nessuno è costretto ad ascoltare i miei brani, nessuno è costretto a guardare i miei video. Forse ciò di cui mi si accusa è di non rispettare l’Italia cattolica? Per prima cosa, allora, avrei bisogno di vederla questa Italia cattolica che va a messa tutte le domeniche e non fa sesso al di fuori dal matrimonio. Io rispetto la libertà di culto, intesa esclusivamente come libertà di credere in ciò che si vuole, ma mi rifiuto di rispettare chi, basandosi su tali credenze, vuole imporre determinati comportamenti. Ritornando quindi alla mia domanda: Cos’è che si vuole censurare? Non certo un video ben diretto o una divertente canzone sulle escort, ma qualcosa di molto più importante. La libertà di espressione.”

Nota al comunicato: Ultimamente la libertà di espressione non solo non viene rispettata, ma addirittura strumentalizzata! da chi, ad esempio, si trincea dietro di essa per sostenere che i gay siano dei malati da curare con la preghiera o che non debbano poter dar vita ad una famiglia. Chiariamo allora una cosa: Sostenere che un omosessuale non debba avere gli stessi diritti di un eterosessuale è come dire che una persona di colore non posso prendere gli stessi mezzi pubblici di un bianco. Non è un “opinione”. Si chiama razzismo.

Grazie per l’attenzione,
Manuel.
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Questa è l’incredibile Italia di oggi.
Manuel mio, per quello che può valere, hai la mia stima e la mia TOTALE solidarietà.

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