Coming out nel football americano: ‘sono gay’ – parola di Wade Davis

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Sono omosessuale e ho sempre pensato che questo incidesse negativamente nel mio ambiente e con il mio ruolo ufficiale di giocatore professionista di football americano, nel mio subconscio ero tormentato, credevo che il mio orientamento sessuale fosse una cosa da nascondere, una roba cattiva e nella mia mente non vedevo come la mia “famiglia” del football nè i miei cari potessero mai accettarlo. Giocavo a football e, tra l’altro, ero convinto che l’essere gay potesse essere assimilato all’essere meno forte e coraggioso per la disciplina che mi vedeva in campo. In una stagione, quando ero ai Titans, si capì che un altro compagno era gay; fu in qualche modo avvertito: riga dritto altrimenti rischi il taglio. “Volevo soltanto sentirmi parte integrante di quella famiglia che è un team Nfl. Il mio terrore più grande è sempre stato quello di essere espulso da quella famiglia, di perderla assieme a quel senso unico di cameratismo e unione“.
Parole e pensieri di Wade Davis, 34enne, cornerback del football americano, per anni COSTRETTO ad indossare una pesante maschera, quella del finto eterosessuale, ed ora finalmente ‘libero’ nel dichiararsi omosessuale.
Nei giorni in cui le indegne parole di Antonio Cassano sui gay finiscono su tutte le prime pagine dei quotidiani nazionali, dall’altra parte del mondo cade un TABU’ in uno degli sport più FISICI d’America. Ovvero il football.
Un coming out, quello di Wade, che ha aperto un lungo ed interessato dibattito non solo sui media, come riporta Repubblica OnLine, ma anche tra i giocatori stessi della League, tutt’altro che beceri come il Cassano tricolore.
Perché come dice il giovane e quotato quarterback Robert Griffin III, “per me un compagno di squadra gay non può rappresentare alcun tipo di problema“.
Altro Paese, altro sport, altri giocatori, altra educazione, mentre noi stiam qui a parlar di “FROCI”.

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