Chiara Ferragni, dopo pandori ed uova di Pasqua si indaga anche sulle bambole Trudi

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Non c’è pace per l’influencer cremonese: dopo lo scandalo legato al pandoro Balocco e le uova di cioccolato, ora le forze dell’ordine starebbero indagando anche sulla vendita della bambola Trudi, creata a immagine e somiglianza proprio di Chiara Ferragni.

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Chiara Ferragni nel quartiere CityLife a Milano – Spetteguless.it

Nuovi guai per l’imprenditrice digitale, che a quanto pare non riesce a trovare modo per uscire dalle polemiche scatenatesi a causa del pandoro Balocco Pink Christmas. Dopo pandori e uova, ora gli inquirenti starebbero investigando anche sui ricavati relativi alla bambola Trudi Chiara Ferragni Mascotte.

Il giocattolo era stato messo in vendita nel 2019: alta 34 centimetri e con le fattezze dell’influencer, la bambola costava 34,99 euro e era in vendita sull’e-store The Blonde Salad. Il ricavato della vendita, come annunciato da Ferragni, sarebbe poi andato a Stomp out bullying, organizzazione contro il bullismo in ogni sua forma, in particolare sul web.

Si tratta, va sottolineato, di un “fascicolo esplorativo” che pm e Guardia di Finanza avrebbero aperto semplicemente per accertarsi che i proventi siano arrivati effettivamente all’associazione in questione. Tuttavia, questa notizia è l’ennesimo “colpo di piccone” alla credibilità di Chiara, sempre più in caduta libera, dopo che Safilo e Coca-Cola hanno deciso di prendere le distanze da lei e interrompere le loro collaborazioni.

Chiara Ferragni senza pace: i pm indagano anche sulla bambola Trudi

Stando al quotidiano La Verità, i pubblici ministeri e la Guardia di Finanza di Milano, dopo i prodotti di Balocco e Dolci Preziosi, avrebbero iniziato a indagare anche sul giocattolo Trudi. Ferragni, tuttavia, tramite la sua società Tbs crew Srl, ha voluto chiarire subito la sua posizione con un comunicato ufficiale: “I ricavi derivanti dalle vendite di tale bambola avvenute tramite l’e-commerce The Blonde Salad, al netto delle commissioni di vendita pagate da Tbs al provider esterno che gestiva la piattaforma e-commerce, sono stati donati all’associazione Stomp Out Bullying nel luglio 2019”.

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Chiara Ferragni – Spetteguless.it

Intanto, oltre che sul piano legale, Ferragni e il suo team devono anche cercare di mettere un freno alle perdite non solo in termini di popolarità ma anche in quelli prettamente economici. Sono ormai molte settimane che l’influencer non pubblica post di collaborazioni, e anche gli sponsor sembra si stiano sfilando uno dopo l’altro.

Secondo l’esperto Tiberio Brunetti, raggiunto da Il Giornale, per l’imprenditrice si tratterebbe di un danno economico superiore ai 5 milioni di euro. Inoltre, Chiara potrebbe perdere buona parte del suo fatturato annuale, ovvero decine di milioni di euro, qualora non riuscisse a superare questa crisi. La perdita di credibilità, quindi, tradotta in collaborazioni cancellate e sponsor in fuga, potrebbe tradursi in una vera e propria disfatta per l’imprenditrice lombarda. Per ora da parte di Ferragni tutto tace, ma stando a indiscrezioni, si sarebbe affidata a una task force specializzata in situazioni del genere.

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