Enrico Vanzina torna alla commedia al femminile con “Tre Sorelle”, su Amazon dal 27 gennaio – sinossi e poster

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33 anni dopo Le finte bionde, capolavoro assoluto di fine anni ’80, Enrico Vanzina torna alla commedia al femminile grazie a Tre Sorelle, film in uscita direttamente su Amazon Prime Video il prossimo 27 gennaio.
Protagoniste Serena Autieri, Giulia Bevilacqua, Chiara Francini, Rocío Muñoz Morales, con Fabio Troiano e Luca Ward, Nadia Rinaldi, Massimiliano Rosolino, Eleonora Pedron.

Marina (Serena Autieri), una donna borghese, sposata con un primario di ortopedia, scopre che il marito ha una relazione con il suo assistente. Le crolla addosso il mondo. Le sue certezze borghesi vanno in frantumi. Disperata corre a confidarsi con sua sorella Sabrina (Giulia Bevilacqua), ma trova in lacrime anche lei: è stata lasciata dal marito dopo averlo tradito.
Le due sorelle decidono così di trascorrere le vacanze estive insieme nella villa di Marina per trovare un nuovo equilibrio.
Insieme a loro parte anche Lorena (Rocío Muñoz Morales), la giovane massaggiatrice di Marina, anche lei alle prese con un dramma sentimentale.
Si aggiungerà poi Caterina (Chiara Francini), la terza sorella.
Ad interrompere la serenità di questa vacanza, però, sarà l’arrivo di Antonio (Fabio Troiano), il nuovo vicino di casa che romperà gli equilibri delle tre sorelle…

Enrico Vanzina, che non imbrocca un film decente da quasi 20 anni (Il pranzo della Domenica), torna così all’affresco corale ambientato tra Roma e il Circeo, dove con la giusta dose di “scorrettezza” racconta guarda all’evoluzione della nostra società, tra nevrosi piccolo-borghesi, inquietudini sentimentali, disavventure ed equivoci.
La canzone inedita “Io con me” è stata scritta da Umberto Smaila, Silvio Amato ed Enrico Vanzina ed è cantata da Annalisa Minetti.
iano Rosolino, Eleonora Pedron.

NOTE DI REGIA

Per me, Tre Sorelle ha rappresentato una grande sfida.
Era la prima volta che mi trovavo a fare un film tutto “al femminile”, senza l’aiuto di qualche grande comico nazionale.
Si trattava di una commedia romantica e dover affidare la parte di “commedia” ad un cast quasi totalmente femminile rappresentava una grande novità. Alla fine, però, ho ottenuto il risultato che desideravo: avere in scena quattro donne che fanno davvero sorridere e talvolta addirittura ridere. Per riuscirci, ho dedicato molto tempo durante le riprese alla recitazione, per mantenere il “tono” sempre all’altezza delle intenzioni. E siccome le mie attrici erano bravissime hanno seguito la regia con rispetto e talento.
Oltre alla commedia c’era il lato sentimentale. Per farlo venire fuori ho puntato tutto sulla sincerità delle interpreti. Ho chiesto loro di pescare nella loro sensibilità per far emergere le emozioni.
Con l’unico attore maschio del film, in un ruolo di uomo spregevole, ho seguito un sistema infallibile: non essere moralista, non metterlo alla gogna. Gli ho chiesto di interpretare il suo personaggio con leggerezza, rispettandone le ragioni anche se negative. È una vecchia regola della Commedia all’italiana. Non demonizzare eticamente i “cattivi”. La usavano Scola, Monicelli, Risi. Funziona ancora. Perché nella vita “anche” le ragioni degli altri esistono.
Per quanto riguarda le riprese ho fatto scelte semplici. Nelle commedie il regista deve sparire. E deve curare soprattutto il ritmo. Se si sente la mano “autoriale” la commedia diventa ibrida.
Sono molto soddisfatto del risultato finale. Ho fatto il film che volevo. Una commedia “vera”, sincera, che mette buonumore e ogni tanto commuove.
Penso che in futuro continuerò a lavorare sull’umorismo delle donne.

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