Alfonso Signorini dopo Pio, Amedeo e Barbara Palombelli. E se il problema fosse Mediaset?

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Mediaset non ha mai preso le distanze dalle parole di Barbara Palombelli, che si è chiesta in onda se sia lecito domandarsi al cospetto di un femminicidio quanto la vittima abbia potenzialmente “esasperato” l’assassino. Anzi, l’account social di Forum ha parlato di polemiche strumentali, di frase decontestualizzata, difendendo senza se e senza ma la giornalista, che in onda a Stasera Italia ha poi detto di essere stata ‘fraintesa, non capita’.
Poche ore dopo Alfonso Signorini annunciava ai concorrenti del Grande Fratello Vip che quest’anno saranno tutti meno bacchettoni, al cospetto di insulti eventuali. “Ne abbiamo tutti le tasche piene” del politicamente corretto, ha precisato il conduttore. “Non sottolineate tutto il tempo scivoloni e gaffe, godetevi l’avventura e appassionatevi alle storie senza pregiudizi“, ha incredibilmente tuonato Signorini contro il pubblico a casa, colpevole di aver criticato Katia Ricciarelli per un”ricchi*ne” di troppo ad Alex Belli. “Se un ragazzino di 21 anni usa un’espressione infelice, con quale diritto possiamo dire qualcosa? A casa vostra non lo fate? Ci siamo anche un po’ stancati. Grande senso di rispetto, ma gli scivoloni in buona fede rimangono tali”.
Lo scivolone “in buona fede” è una capriola linguistica straordinaria. Un discorso che avrà entusiasmato Pio e Amedeo, convinti che si possa dire tutto, insulti compresi, perché la lingua italiana è fantastica. “Rideteci sopra”, l’epocale consiglio che persino Mamma Rai ha voluto celebrare con un premio ad hoc.
Poi ci sono i vari Mario Giordano, gli indimenticati litigiosi salotti dursiani (ora scomparsi) e non so quanti talk in cui determinate discussioni finiscono sempre per sguazzare nella melma, tra fake news e propaganda. Impossibile non credere, a questo punto, che sia una ‘linea aziendale’. A sinistra da decenni accusano Berlusconi e le sue tv di aver ‘imbarbarito’ lo spettatore medio, tra tette, culi, urla sguaiate, trash costruito a tavolino, reality a pioggia, facendo così precipitare il livello culturale catodico. Ognuno avrà una sua idea, in tal senso, ma l’imbarazzante silenzio aziendale dinanzi a reiterate uscite, prese di posizione all’interno dei propri programmi, fa più rumore di qualsivoglia comunicato.

 

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