Luciana Littizzetto, il monologo a favore del DDL Zan e la lettera a Pillon: “A me agita l’odio non l’amore” – VIDEO

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“C’è un decreto che si chiama decreto Zan, proposto dal senatore del PD Alessandro Zan. La camera l’ha approvato e ora, al Senato… zan! L’hanno bloccato.
Questo Ddl dice semplicemente che se tu insulti o picchi una persona per via del suo orientamento sessuale o per il suo genere o per la sua disabilità, devi subire una condanna pecuniaria o penale. Tutto qui. Non vedo cosa ci sia di strano.
Anzi mi sembra strano che non esista già un decreto così. Ma scusa. Abbiamo abolito la segregazione razziale, la pena di morte, abbiamo messo fuori legge il delitto d’onore, abbiamo imparato a costruire le fogne e a non buttare la merda dalle finestre, e siamo ancora qui a discutere se sia lecito insultare o picchiare gli omosessuali?
Ma allora a questo punto rimettiamo in discussione tutto, così facciamo prima. Guidare contromano in autostrada: riconsideriamo questa opzione.
Via la differenziata. Buttiamo la spazzatura dove ci pare fuck you.
No ma abbi pazienza. Il Parlamento approva ogni anno decine di leggi assurde, da quella per regolamentare le dimensioni delle pere spadone e al diametro minimo delle vongole cornute, a quanto storto può essere il cetriolo senza infastidire l’Europa, a quanti sono i passi che può fare una verdura per essere considerata a chilometro zero… e non si riesce a fare una legge per evitare che una parte della popolazione possa essere aggredita e discriminata? Ma io non ci posso credere.”

Così Luciana Littizzetto, nel corso di Che Tempo che Fa, ha espresso il proprio sostegno al DDL Zan, scrivendo poi una lettera al senatore leghista Simone Pillon, fiero oppositore ossessionato dalla nostra comunità.

“Caro Pilly…Pipillone bello. Che quando senti parole che iniziano per OMO o per TRANS tremi.
Che se ti dicono: “Transiberiana”? Ti offendi. “Transistor, transaminasi”? Ti inalberi”. “A me agita l’odio non l’amore. In qualsiasi forma si esprima. Scusa Pillon… e vorrei che notassi che non ci metto la R anche se sarei tentatissima di farlo. L’amore è come il festival di Sanremo: va avanti lo stesso, nonostante le polemiche e nonostante alla fine ci si diverta solo per cinque giorni. “L’unica cosa che chiediamo è di approvare una legge che punisca chi va in giro a pestare e insultare chi fa scelte sessuali diverse dalle proprie. Lo dico anche a te picchiatore. La prossima volta che sentirai lo stimolo di chiudere la mano a pugno, indirizzala al centro delle tue gambe. Aiutaci a difendere la libertà di tutti di esprimere la propria sessualità senza la paura di prendersi una mazzata sul cranio. Perché gli unici colpi che vogliamo vedere in giro sono quelli di fulmine”.

Tralasciando l’insopportabile scivolone sulle ‘scelte sessuali’, che davvero non si può più sentire, brava Lucianina.

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