“Sex and the City è invecchiato male?”, risponde Cynthia Nixon

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In tanti, nel corso degli ultimi 5 anni, hanno accusato un monolite della serialità LGBT come Sex and the City di essere invecchiato male.
Temi come il lesbismo, il razzismo e il mondo transgender sono finiti al centro di un dibattito social, con Cynthia Nixon, storica Miranda da ieri su Netflix con Ratched, dove interpreta una PR lesbica nell’America degli anni ’50, che dalle pagine di Attitude ha così affrontato l’argomento.

Ovviamente non lo vedo da un po’, ma, voglio dire, penso che nel momento in cui lo stessimo realizzando, mi sono sempre sentita come se fosse incredibilmente bianco e narrasse di temi e personaggi privilegiati. Quindi tutto questo era vero anche in quel momento, mentre lo stavamo girando, è solo che ora abbiamo un po’ più di consapevolezza del tutto.

Tuttavia la Nixon, 54 anni, sostiene che Sex and the City, andato in onda per sei stagioni, dal 1998 al 2004, ancora oggi sia all’avanguardia in tanti altri modi.

“Penso che sia fatto molto bene. È scritto molto bene e ogni episodio è così pieno, penso che sia uno dei motivi per cui alle persone piace guardarlo più e più volte. Ci sono così tante sottigliezze che giustificano visualizzazioni ripetute, perché ci trovi ancora cose nuove.”

Ma se Sex and the City dovesse risorgere, Cynthia non vorrebbe una Miranda troppo diversa dalla sua.

“No, voglio dire, penso che queste tre donne che non sono Carrie siano in realtà degli archetipi. Pensavamo a loro come a tre aspetti di Carrie, quando aveva bisogno di aiuto per un problema di testa, andava da Miranda; un problema sessuale, da Samantha; e un problema d’amore, da Charlotte. “

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