Jussie Smollett, prime parole dopo l’aggressione omofoba: ‘non sono e non devo essere considerato un incidente isolato’

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“Permettetemi di iniziare dicendo che sto bene. Il mio corpo è forte ma la mia anima è ancora più forte. Ancora più importante, voglio dire grazie. L’amore e il sostegno che mi avete dato ha significato più di quanto non saprò mai esprimere a parole.
Sto lavorando con le autorità e sono stato al 100% coerente con quanto accaduto. Nonostante le mie frustrazioni e la profonda preoccupazione per certe imprecisioni e false dichiarazioni che sono state diffuse, continuo a credere che giustizia sarà fatta.
Come ha affermato la mia famiglia, questi tipi di attacchi codardi stanno accadendo alle mie sorelle, ai miei fratelli e ai fratelli LGBT. Non sono e non devo essere considerato un incidente isolato.
Parlerò presto o e affronterò tutti i dettagli di questo terribile incidente, ma ho bisogno di un momento per elaborarlo. Soprattutto durante i periodi di trauma e dolore, come questo, sento la responsabilità di dover diffondere amore. È tutto ciò che so. E questo non potrà mai essere cacciato via da me”.

Così Jussie Smollett, volto di Empire finito in ospedale pochi giorni fa dopo una clamorosa aggressione omofoba e razzista da parte di due delinquenti, che l’hanno picchiato e umiliato con un cappio al collo, ha affrontato pubblicamente quanto accaduto.
Persino Donald Trump, l’aizzatore, ha preso parola, definendo ‘orribile. Non c’è cosa peggiore’, quando avvenuto.
I due aggressori, prima di piombare su Jussie, avrebbero urlato Make America Great Again.
Slogan trumpiano.

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