Addio a Umberto Veronesi, strenuo difensore dell’amore LGBT

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“Quello omosessuale è l’amore più puro, al contrario di quello eterosessuale, strumentale alla riproduzione. “E’ difficile dire se la chimica abbia un ruolo nella sessualità. Avere qualcosa di chimico dentro vorrebbe dire che uno è predisposto, e che geneticamente nasce così: questo non lo penso. La sessualità si diffonde in rapporto agli stili di vita, alla cultura del momento, è anche un atteggiamento contagioso. In certi ambienti è molto frequente perché si scopre che è una forma di amore che può essere interessante esplorare”.

Così Umberto Veronesi, nel 2011, difese con le unghie e con i denti l’amore LGBT, da lui sempre sostenuto. Tre anni dopo l’oncologo, scomparso oggi all’età di 91 anni, rilanciò la posta con ancor più forza:

“L’amore tra due persone dello stesso sesso è un amore più forte perché non è strumentale alla procreazione. Non ha interessi di tipo sessuale-procreativo. Sono favorevole sia al matrimonio sia alle adozioni di genitori gay. Il sesso, nell’educazione, non c’entra. Il figlio cresce bene se è amato, indipendentemente dal sesso”.

Nel 2015, infine, arrivò l’affondo contro Domenico Dolce, dichiaratamente contrario alla omogenitorialità.

“Se Domenico Dolce ha definito i figli della provetta “sintetici” ha detto una sciocchezza. Noi siamo favorevoli alla riproduzione in provetta perché ormai di fronte a un’aumentata infertilità, sia maschile che femminile, e a una procreazione sempre più avanti con gli anni, dobbiamo trovare delle soluzioni. E la più semplice è la procreazione medicamente assistita». «Perché mai essere contrari alle adozioni da parte delle coppie gay? Un gay può essere un bravissimo padre o una bravissima madre, non vedo che differenza ci sia. Bisogna amare i propri figli, se una persona ha questa spinta amorevole per i propri figli, che siano o non siano geneticamente suoi, la cosa è legittimissima, che si tratti di coppie gay o di single”.

Laico e libero nel midollo, quest’oggi l’Italia tutta ha perso un grande uomo. Un uomo che mai c’aveva fatto sentire la sua vicinanza, scientifica e non.

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