Caso Sarri, solo 2 giornate di squalifica – ecco perché è una decisione indegna e da Paese incivile

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Circa un mese fa Edin Dzeko, attaccante bosniaco della Roma mai espulso in carriera, si è beccato un cartellino rosso dall’arbitro per un ‘vaffanculo’. Detto in inglese, tra le altre cose, ma con accompagnamento della mano.
Per quell’insulto il giudice sportivo ha squalificato il numero 9 giallorosso per due giornate di campionato.
Oggi, dopo 48 ore di bufera mediatica per l’indegno ‘frocio, finocchio’ urlato a Roberto Mancini al termine di Napoli-Inter e un imbarazzante sfida tra pro e contro figlia dell’appartenenza ad una precisa maglia, Maurizio Sarri è stato squalificato per due giornate di Coppa Italia, da scontare quindi la prossima stagione, con multa di 20.000 euro. Domenica Sarri sarà in panchina a Marassi, contro la Sampdoria. Come se nulla fosse successo.
L’incredibile è quindi diventato realtà, con il giudice Gianpaolo Tosel che ha etichettato quei beceri e insostenibili insulti omofobi come banali insulti ‘generici’.
Da domani, essendoci ora un precedente, che tu dica ‘vaffanculo’ o ‘sporco frocio’ ad un calciatore, ad un allenatore o ad un arbitro, sarà uguale. Stesso peso, stessa sanzione. Due giornate, una pacca sulla spalla e arrivederci.
Il perchè è surreale: Roberto Mancini ‘è eterosessuale’, ergo quel epiteto non può essere considerato ‘discriminatorio’.
Ed è qui che subentra il paragone con i calciatori di colore. I buuuu razzisti vengono infatti sanzionati solo e soltanto se rivolti a giocatori neri. Peccato che in quel caso sia il colore della pelle, a rendere il tutto estremamente chiaro. Come possa Tosel o chi per lui giudicare l’orientamento sessuale di un tesserato è a dir poco misterioso. Pura fantascienza. Gaydar all’ennesima potenza. Magari è un X-Men, chi può dirlo.
Certo è che l’Italietta del pallone che si era ritrovata su un vero e proprio piatto d’argento un’occasione più unica che rara per maturare e dare un segnale deciso all’intero movimento, si è confermata minuscola, ipocrita e omertosa, nonché schifosamente maschilista e intrinsecamente omofoba, tanto da partorire una decisione così allucinante e ridicola da risultare persino comica. Anche perché Roberto Mancini, udite udite, è stato multato di 5000 euro. 15.000 in meno del collega.
Benvenuti in Italia, il Paese in cui ‘frocio’ e ‘vaffanculo’ si equivalgono.

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