Caso Tavecchio, Carlo Giovanardi non si smentisce mai: “linciato dalla lobby gay”

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La “polizia dei costumi” italiana, imitando quella iraniana, si è messa prontamente in moto per linciare Carlo Tavecchio, presidente della Fgci, sulla base di una torbida storia di una smozzicata conversazione del mese di giugno dal contenuto talmente grave che ci sono voluti 120 giorni perché il giornalista registrante si rendesse conto che c’erano espressioni antisemite ed omofobe”. “Così prima ancora che si chiariscano gli aspetti inquietante di questa vicenda vengono chieste le dimissioni di Tavecchio talmente antisemita che è difeso oggi dall’ambasciatore di Israele e dal presidente del Maccabi Italia, l’organizzazione sportiva ebraica, che lo indica addirittura come un eroe filoebraico, mentre si scatenano contro di lui le solite lobby gay proprio nello stesso giorno che è emersa una pubblica schedatura con nome e cognome di tutti coloro che non si allineano alle posizioni delle organizzazioni LGBT, esposti al pubblico ludibrio come omofobo“.

E fu così che Carlo Giovanardi, bontà sua, tornò a spalare merda sul mondo gay.
Peccato che a smentirlo e a metterlo a tacere sia stato lo stesso Naor Gilon, ambasciatiore di Israele in Italia, che ha così stracciato qualsiasi ipotesi di ‘sostegno’ all’omofobo, razzista e misogino presidente FIGC.
Quale ambasciatore d’Israele in Italia desidero ribadire che nessuno può dubitare che, come israeliano, ebreo e parte di un gruppo di minoranza, io possa minimamente accettare parole quali quelle pronunciate da Carlo Tavecchio“.
Ma non lo andate a dire all’ossessionato Giovanardi, secondo cui l’inquisizione frocia governerebbe il Globo. Pare vero.

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