Perché sto con Ignazio Marino

Condividi

Ricordo esattamente la strana sensazione che provai un paio di mesi dopo l’elezione a Sindaco di Ignazio Marino nel leggere un clamoroso articolo a doppia pagina de LaRepubblica CONTRO il neo primo cittadino di Roma, a suo tempo accusato di non aver combinato ancora nulla.
Ma come, mi domandai, questo neanche è ancora entrato in Campidoglio e già gli rompono il cazzo? Da un giornale ‘di sinistra’, poi, e dopo i deliri combinati dal predecessore Gianni alemanno? Ebbene nei 18 mesi successivi LaRepubblica non ha mai smesso di dar contro all’ex chirurgo, alimentando campagne stampa il più delle volte basate sul nulla (come dimenticare la demenziale videnda del pass ZTL). A ruota, ovviamente, sono arrivati gli altri quotidiani e i tg del Bel Paese. Tutti contro questo ‘marziano’ costretto a dover gestire una città allo sfascio, massacrata dai debiti, dalla mafia, dallo scandalo parentopoli e da quegli intrallazzi politici in cui in tanti si sono abbeverati nel corso degli anni. Eppure lui c’ha provato, a cambiare le cose in una Capitale che vive di immobilismo. Ha osato sfidare i famigerati ‘poteri forti’, andando contro famiglie storiche della città eterna, mettendo i bastoni tra le ruote a volti più o meno noti della malavita romana, smontando pezzo per pezzo quelle municipalizzate che da tempo infinito creavano debiti su debiti, fino all’apoteosi del registro delle unioni civili, che ha fatto incazzare e non poco il Vaticano. Papa Francesco in testa.
Per un anno e mezzo Ignazio Marino è stato accusato di tutto. Sembrava quasi che il male del mondo dipendesse dalla sua presenza in Campidoglio. Quel che ha dovuto sopportare non ha forse eguali nella storia mediatica della recente classe politica nazionale, perché tanto da destra quanto da sinistra l’hanno preso a bastonate. Troppo fuori dagli schemi, troppo battitore libero, troppo ‘cavallo pazzo’ per uscire indenne da una cristalleria in cui ognuno, da sempre, ricopre un ruolo preciso. Alla fine è caduto per la più comica delle accuse. Tutto è nato da un viaggio americano al seguito del Santo Padre. Era stato invitato dal Sindaco di Philadelphia ma hanno fatto in modo di far passare per menzognera quella assoluta verità. Da ‘imbucato’ ha così caricato sul sito del Campidoglio le sue spese personali, pari a 60 euro al giorno di MEDIA, per poi rimanere travolto da 5 fatture su 500. 5 banali cene, forse qualche centinaio di euro, per vedersi nuovamente infangato.
Ladro, proprio lui che ha viaggiato in economy Alitalia e in seconda classe Trenitalia per un anno e mezzo. Ladro, proprio lui che ha detto no alla scorta e all’auto blu. Ladro, proprio lui che se n’andava in bicicletta per le strade dissestate di Roma. Ladro, propio lui che è diventato primo cittadino dopo quell’Alemanno che rischia seriamente di andare a processo per una bustarella da 125.000 euro. Ladro, proprio lui a cui hanno da subito scippato quella poltrona da Sindaco democraticamente ‘vinta’ dopo una trionfale elezione.
Perché Ignazio Marino non ha davvero mai avuto l’opportunità di governare questa città che inevitabilmente tornerà ad essere quel che è sempre stata, ovvero una mangiatoia politico/criminale in cui non toccare niente per accontentare tutti. Onesto ma ingenuo e forse perché no politicamente poco scafato, Marino ha pagato con l’inquisizione mediatica quella necessità di cambiamento che tutti noi romani chiediamo a gran voce da decenni, per poi incazzarci quando viene finalmente proposta se non addirittura realizzata. E allora affondate nel corrotto immobilismo che fino a due anni fa pasteggiava in Campidoglio, teste di cazzo.

P.S. Ciao Ignazio, perdonali perché non sanno, o fingono di non sapere, quel che hanno appena fatto.

P.P.S. foto post di Stefano Gianfreda.

Autore

Articoli correlati

Impostazioni privacy