Angelo Bagnasco non molla: la Chiesa dialoghi con i gay ma resta il no alle unioni civili

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Ogni dialogo dev’essere sereno, senza ideologie, innervato di sentimenti ma anche di ragioni. In questo quadro, noi crediamo nella famiglia che nasce dall’unione stabile tra un uomo e una donna, potenzialmente aperta alla vita; un’unione che costituisce un bene essenziale per la stessa società e che – come tale – non è equiparabile ad altre forme di convivenza. Quanto alla posizione della Chiesa nei confronti delle persone omosessuali, nel Magistero viene costantemente riaffermato il pieno rispetto per la dignità di ciascuno, quale che sia il suo orientamento: c’è come principio – e ci dovrebbe essere anche nei fatti – quell’accoglienza che favorisce la partecipazione alla vita della comunità ecclesiale. Questa posizione non ci esime dalla fatica di distinguere, evitando semplificazioni che non giovano. La proposta di legge del Governo mi sembra eccessivamente schiacciata su una disciplina di stampo para-matrimoniale: al di là dei nominalismi, di fatto equipara la condizione giuridica delle unioni omosessuali a quelle della famiglia fondata sull’unione tra un uomo e una donna. Chiedere che si evitino indebite omologazioni non intacca il riconoscimento dei diritti individuali di ciascuno“. Via LaRepubblica.

Passano gli anni, cambiano i Papi e il mondo si fa strada tra i diritti ma lui, lo storicamente omofobo Cardinale Angelo Bagnasco, non arretra di un metro sulle proprie posizioni cattofasciste.
Confermando ancora una volta, casomai ce ne fosse il bisogno, l’atroce arretratezza mentale della Chiesa di oggi. Proiettata al 2015 nel merchandising ma ideologicamente rimasta al XIX° secolo.

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