Un Gay Pride a Cortina – no, non è un cinepanettone

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«Propongo un gay pride di altissima qualità, fatto per bene, incentrato sullo sport. Se fosse d’inverno, si potrebbero fare gare di sci, snowboard, sci di fondo, slittino, pattinaggio artistico, partite di hockey, pattinaggio di velocità, curling, golf invernale, gare equestri e polo invernale, salto con gli sci. Purtroppo non possiamo più permetterci gare di bob, salto dal trampolino e nuoto in piscina. In estate vedrei un picnic, in una tipica malga, con un paesaggio fantastico. Vorrei anche mucche, pecore e capre. Si potrebbero proporre gite a piedi, in mountain bike, arrampicate su roccia, equitazione, polo estivo, golf, tiro con l’arco di campagna. Si possono fare attività all’aria aperta, nella natura, con eventi culturali, i concerti di musica classica del festival Dino Ciani, le visite ai musei. Non mi limiterei a Cortina, ma integrerei con visite a Venezia, Asolo, Vicenza, la gipsoteca del Canova a Possagno. Conosco gay , lesbiche e bisex, anche personaggi famosi, che incomincerei ad invitare, per un gay pride. Bormio sta per diventare una località gay friendly: non vorrei sorpassasse Cortina. Negli Stati Uniti c’è Aspen, in Colorado, sede del “premier gay ski winter”; a quel punto potremmo fare un gemellaggio con Aspen. Inoltre vorrei proporre di avere anche a Cortina degli hotel “gay friendly”: ho controllato in internet ed ho visto che già ce ne sono. Il mio pensiero, con queste iniziative, è di rilanciare Cortina, in qualche modo. Io amo Cortina, in tutti i sensi. In India i gay vengono bruciati vivi, in Russia mandati a vivere in Siberia, negli stati islamici li gettano dalla torre, nella Germania di Hitler finirono nei campi di sterminio. Io rispetto tutto e tutti».

Pensieri e parole a sorpresa di Claudio Zanettin, molto noto per l’attività imprenditoriale e culturale nella sua galleria di antiquariato, intervistato da IlGazzettino. Un’idea, quella di provare a rilanciare Cortina grazie al tanto ricco turismo gay, tutt’altro che da scartare a priori. Se non fosse questo sia uno dei pochi Paesi al mondo a non aver ancora capito la ‘forza’ economica del mondo glbtq.

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