#Sanremo2015, i saluti e le conclusioni di Angelo Rifino

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Povia, Valerio Scanu, Gió Di Tonno, Avion Travel, Annalisa Minetti, Jalisse e tanti altri. Non fraintendetemi, non è il cast ideale di un’Isola dei Famosi qualunque, ma una lista di colleghi che mi auguro andranno a fare compagnia a “Il Volo” nel gruppo “quelli che hanno vinto Sanremo ma poi non si è filato nessuno”. Me lo auguro, ma a sto giro, potrei sbagliarmi, perché in cinque anni di Festival pochissime volte ho visto le scene di panico durante la loro esibizione, nemmeno alle Lollipop nel 2002. E questi, ve lo dico, vincono pure l’Eurovision, ahimè. Dopo ogni finale del Festival si corre in sala stampa per foto e domande di rito ai vincitori, e gran parte dei giornalisti sono d’accordo con me: viene chiesto ai tre tenorini cosa si prova a vincere Sanremo senza l’approvazione della stampa e la risposta mi spiazza, tanto da convincermi ad abbandonare subito l’Ariston, “Ci basta il Popolo dalla nostra Parte” dicono. Addio, non ce la posso fà.


Abbandonando il teatro, mi volto e mi soffermo sul red carpet vuoto, un senso di malinconia si impossessa di me, è già finito tutto: nonostante gli abiti bellissimi indossati da donne meno belle, anestetici e antidolorifici, cariatidi, salme e gaffe terribili, Sanremo è sempre Sanremo.
Stamattina ultimo risveglio nella città dei fiori, ma prima di ripartire voglio fare un’ultimo giro di perlustrazione: sottovaluto la popolarità di Nesli, lo ammetto, sarà l’età, ma vederlo accerchiato da tante ragazzine mi sorprende, nemmeno fosse sto gran figo. Bigio e Mandelli, prima di tornare in Teatro per ” Trenta Ore per la Vita ” ( scusate, è Domenica In speciale Sanremo, ma dura così tanto che ho confuso i due programmi ) per passare inosservati passeggiano tra la gente con un outfit che spazia tra il circo di Moira Orfei e la banda di Torre Annunziata. Io loro li amo, l’ho detto. Una più tranquilla Chiara, firma gli ultimi autografi, forse per paura che da domani nessuno più glieli chieda: quest’anno l’ho trovata cambiata, più sicura, più ” figa ” e perché no anche un po’ più Diva. Al suo primo Festival, due anni fa, aveva paura persino di rispondere a “Come ti chiami?”. Adesso devo proprio andare, da domani si torna alla normalità, mi sentirò come nella pubblicità di Costa Crociere: andrò a dormire con il papillon, faró dei red carpet con i tappetini della doccia e per chiedere ai miei amici di uscire organizzerò una conferenza stampa. Ma in fondo, dodici mesi volano via e spero di trovare tra un’anno ad aspettarmi tutti quelli che mi hanno seguito, scritto e fatto sorridere con commenti comico-acidi: grazie a voi, agli amici che mi sono stati di fondamentale aiuto e a … Spetteguless, il miglior padrone di casa che potessi desiderare. Al prossimo Festival. Angelo.

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