#Sanremo2015, giorno 4 per il diario di Angelo Rifino: Bianca Atzei e Dear Jack, che bolle in pentola?

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All’età di circa dieci anni mia madre era ossessionata dall’idea che nella vita dovessi fare il cantate – io che al massimo azzeccavo il playback di “Wannabe ” delle Spice davanti allo specchio – e un bel giorno mi accompagnò alle selezioni del Festival di Napoli. Ve lo giuro, non è uno scherzo. Lei ci teneva tanto e quando fui giustamente eliminato, mi abbracciò e mi disse “Tu sei bravissimo ‘a mamma, è che non sei raccomandato…”. Quel giorno conobbi parecchi miei coetanei, alcuni molto competitivi, convinti, spocchiosi, altri invece che – come me – non vedevano l’ora di tornare a casa per leggere Cioè o guardare Non è la Rai. Ogni volta che vedo un’esibizione de “Il Volo” sul palco dell’Ariston penso che alcuni di quei ragazzini convinti ce l’hanno fatta, ma io proprio non li sopporto: una vittoria purtroppo preannunciata che non condivido. Ieri sera in Teatro ho fatto l’errore di confidare questo pensiero ad un’amica, senza sapere che la mia fila fosse completamente occupata da parenti e amici dei tre ragazzi, un delirio: sono stato in primis invitato ad uscire, e poi preso di mira per tutta la serata (una cosa surreale, da cui sorge spontanea una domanda: quando imparerò che vedere il Festival all’Ariston non è come essere a casa sul divano? Vabbè andiamo avanti)


Alla fine della serata decido di fare un salto al Dopofestival, quest’anno in diretta streaming dal Casino di Sanremo, e ad accogliermi trovo Bianca Atzei e i Dear Jack intenti in un duetto: da giorni sono insistenti le voci secondo cui – sempre i soliti maligni – i due cantanti sembrerebbero in atteggiamenti intimi (ma esattamente con quale dei 5?). E siccome il tempo sfugge qua a Saremo, in un attimo è già mattino e mi trovo in sala stampa e finalmente la domanda ha una risposta, o meglio le occhiaie di Alessio, il frontman dei Dear Jack, sono la risposta. Ovviamente per il mio pubblico mi sono trovato costretto (aiutane a dì!) a chiedere un selfie solo per testimoniare le sue ” ore piccole “, non perché mi piaccia (no no). Arisa non è stata la sola così sfigata a cadere da venti scalini l’unica volta in cui le fanno “presentare ” il Festival di Sanremo (unica e ultima volta, ne siamo tutti sicuri). Raf oggi è dovuto correre al pronto soccorso per una brutta bronchite, che mette in forse la sua gara sanremese. Insomma, qui qualcuno ce la sta tirando. Di chi sarà la colpa? Marco Masini alza le mani e ammette “A sto giro io non c’entro niente “. Un secondo dopo è già pomeriggio, mi incammino verso l’hotel Royal, quartier generale di tutti quelli che contano, e un baccano assurdo attira la mia attenzione: nessun gruppo di ragazzine impazzite, nessun divo di Hollywood, ma molto, molto di più. Davanti a me si palesa Massimo Ferrero. Sulla carta è presidente della Sampdoria e produttore premio Oscar, ma in realtà è uno dei personaggi più assurdi e folli che abbia mai incontrato. Prima di entrare in macchina minaccia “l’anno prossimo lo vengo a presentà io il Festival “. Lo voglio santo. Subito. Avrei voluto un finale più romantico, ma l’incontro con “Er Viperetta” mi ha turbato non poco. Ho bisogno di andare in un posto che mi tranquillizzi e nello stesso tempo sia famigliare: via Matteotti, dinnanzi la statua del Poro Mike.  ALLEGRIA a tutti.

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