Giornata Mondiale della lotta all’AIDS – le icone gay morte a causa dell’HIV

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Il cancro dei gay.
Così venne inizialmente definito l’AIDS, quando nei primi anni ’80 il virus si diffuse negli States sterminando di fatto la comunità glbtq, per poi coinvolgere anche l’Universo etero e creare il panico. Migliaia i morti, molti dei quali celebri e diventate icone con il passare del tempo. E per questo da non dimenticare, perché se è vero com’è vero che di HIV non si muore più, la pericolosità dell’AIDS è ancora oggi devastante.
Il 25 novembre del 1991, all’età di 45 anni, morì Freddie Mercury. Un decesso che fu un punto di svolta per la percezione da parte del pubblico nei confronti della malattia.
Moriva la voce dei QUEEN, band da 300 milioni di dischi.
Il 17 marzo del 1991, all’età di 40 anni, ci ha invece lasciato Howard Ashman, paroliere Disney che ha scritto alcune delle più straordinarie canzoni dei classici animati dello studios. Da La Sirenetta ad Aladdin. Ashman è stato uno dei pochi gay dichiarati nel mondo dello spettacolo tra gli anni ’70 e ’80. Prima di cedere alla malattia vide due ex morire tra le proprie braccia. Sul suo letto di morte scrisse le canzoni Premio Oscar per La Bella e la Bestia. Suo ultimo capolavoro difatti a lui dedicato dalla Disney.
Nel 1987 l’AIDS stroncò Liberace, stella del piano americano nonché per due decenni intrattenitore più pagato al mondo portato in sala da Michael Douglas con Dietro i Candelabri. Mai dichiaratosi omosessuale, Liberace venne ‘sputtanato’ in pubblico da Betty White, per anni suo compagno.
Il 12 settembre del 1992 l’AIDS si è portato via Anthony Perkins, indimenticabile PSYCHO per Alfred Hitchcock. Il pazzo per antonomasia del cinema era infatti bisessuale. Tra i suoi tanti ex celebri si ricordano Rock Hudson e Tab Hunter, il ballerino Rudolf Nureyev, il compositore Stephen Sondheim e il coreografo Grover Dale, con il quale rimase sei anni. Poi alla fine sposò Berry Berenson nei primi anni ’70, e divenne padre di due bimbi. La Berenson è morta quasi 10 anni dopo, l’11 settembre del 2001, perché a bordo del volo American Airlines 11 schiantatosi sulle Torri Gemelle. Tutti i famigliari di Perkins, moglie e figli compresi, risultarono HIV negativi. Nessuno sa da CHI Perkins contrasse il virus.
Nel febbraio del 1990 fu Keith Haring a morire a causa dell’AIDS, alla tenera età di 31 anni, mentre nel 1985 toccò al leggendario Rock Hudson scioccare Hollywood. Il mito degli anni d’oro del cinema americano era gay, con il matrimonio al fianco di Phyllis Gates (1955-1958) pura e semplice farsa. Hudson fu la prima celebrità internazionale ad ammettere pubblicamente di avere contratto il virus dell’HIV.
Il 6 gennaio del 1993 è il mondo della danza a piangere la perdita di un mito. Rudolf Nureyev, morto all’età di 53 anni, mentre nel novembre del 1991, all’età di 63 anni, fu Tony Richardson ad essere stroncato dall’AIDS. L’ex marito di Vanessa Redgrave nonché padre di Joley Richardson, regista Premio Oscar per Tom Jones, era bisessuale.
Nel maggio del 1992 fu uno dei protagonisti della Famiglia Brady, Robert Reed, a morire a causa dell’AIDS. Omosessuale mai dichiarato, Reed sposò Marilyn Rosenberg (1957-1959) per ‘nascondere’ la propria sessualità, fino alla morte avvenuta alla soglia dei 59 anni.

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