I Toni dell’Amore – Love is Strange: arriva il capolavoro che mancava alla cinematografia glbtq

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L’amore è strano, dicono tutti.
Spesso arriva quando meno te l’aspetti, ti travolge, ti conquista e poi il più delle volte ti spezza il cuore, causa tradimenti, incomprensioni, momenti di difficoltà privata e quant’altro. E non conosce sesso, l’amore. Checché ne dicano gli omofobi cattofascisti, che vogliono fare distinzione tra eterosessuali e omosessuali. Come se ci fossero differenze di chissà quale tipo. Balle. Clamorose balle. Il mondo del cinema ha più volte negli ultimi anni portato in sala storie d’amore gay. Ang Lee, con il suo strepitoso Brokeback Mountain, ruppe un muro che fino a quel momento sembrava indistruttibile, anche se gli scipparono l’Oscar. Ebbene 9 anni dopo I segreti di Heath Ledger e Jake Gyllenhaal, Hollywood è tornata a sfornare uno di quei titoli che segnano un genere. I rari capolavori che rimangono negli anni, tramandandosi di generazione in generazione. Tutto questo è avvenuto con I Toni dell’Amore – Love is Strange, film indipendente a stelle e strisce in uscita nei cinema d’Italia il prossimo 20 novembre, con distribuzione Koch Media.
Protagonisti Ben e George, da quasi 40 anni insieme. Sempre l’uno accanto all’altro. Ormai vecchietti, uno è pensionato e l’altro quasi, approfittano delle nuove leggi sui matrimoni gay per sposarsi nella loro città. New York. Una cerimonia piccola, intima, privata, a cui arrivare in taxi. Sudati e stanchi perché non se ne trovava uno in tutta la Grande Mela. Al loro fianco gli amici più cari. La loro famiglia. Una volta tornati dalla meritata Luna di Miele, però, George, da 12 anni direttore del coro di una scuola cattolica, viene licenziato in tronco. Tutti sapevano della sua omosessualità e del suo compagno, compresi studenti, genitori e professori. Per anni la sua impeccabile professionalità aveva ‘coperto’ quella terribile verità, ora esplosa con l’inaccettabile ufficialità del certificato di matrimonio. Almeno per la Chiesa, ovviamente. Senza più stipendio e con la sola pensione del 71enne Ben, i due devono quindi rivoluzionare la propria vita. Vendere la casa in cui hanno abitato 20 anni e cercare un affitto a buon prezzo, nella carissima Manhattan. Per riuscire nell’impresa dovranno però nel frattempo dividersi, andando a dormire da amici e parenti. Per la prima volta lontani dopo 40 anni  passati nello stesso letto, e poche settimane dopo aver coronato il sogno matrimoniale.
Un punto di vista sui rapporti di coppia, quello ideato da Ira Sachs. Sulle difficoltà che chiunque di noi può incontrare nel mantenerne uno stabile, sulla famiglia ‘tradizionale’ che implode al suo interno tra incomunicabilità e mancanza di interazione affettiva, sull’infedeltà e sul perdono, sull’ipocrisia della chiesa cattolica e sulla crescita di un adolescente ‘turbato’ dalla presenza in casa dello zio omosessuale, sulla sua maturazione nel dover conoscere per la prima volta gli affetti e i sentimenti. Un film trascinato da due giganteschi attori come Alfred Molina e John Lithgow. Il primo insegna musica, è una solida roccia, il più giovane dei due. Sa che sposando il compagno potrà andare incontro a gravi conseguenze, e così sarà. Ma non può accettare di limitare se’ stesso e quel che prova nei confronti dell’uomo di una vita. Così va incontro al rischio, che in questo caso si chiama gioia matrimoniale. E ne pagherà le conseguenze. Al suo fianco si fa largo un attore mastodontico, negli ultimi anni inspiegabilmente messo da parte dalla Hollywood che conta. Lithgow è un pittore in pensione, che non è mai diventato famoso ma sogna, un giorno, di esserlo. E’ appesantito, invecchiato, il suo sguardo quasi stranulato tocca al cuore, buca lo schermo, e meriterebbe di planare sulla notte degli Oscar. I due attori, insieme, sono devastanti. Sachs con poche scene tocca vette altissime. Un abbraccio notturno dopo una corsa disperata sotto la pioggia; due mani che si stringono al buio di una sala durante un concerto di musica classica; le risate al bancone del bar dopo aver scroccato un drink; un lettino a castello da condividere; il semplice accompagnare alla metro il proprio amato, con drammatiche e trascinanti conseguenze a seguire. Ne I Toni dell’Amore non c’è altro che la vita, in tutte le sue maledette sfaccettature, la New York impossibile che stritola chiunque non possa permettersela, e l’amore, così meravigliosamente ‘normale’, ma quale strano, e inafferrabile. Accompagnato dalle struggenti musiche di Chopin, Love is Strange ricorda come e quanto sia difficile, faticoso ma incredibilmente appagante alimentare e difendere con le unghie e con i denti quel sentimento che buca lo stomaco, anche quando tutto sembra remarti contro. E lo fa con un’apparente leggerezza e un’eleganza che conquistano. Entrando immediatamente e a forza nel mito di genere. Perché erano anni che il cinema glbtq aspettava un film come questo.

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