Gender Bender 2014 – trailer e programma del Festival del Cinema gay di Bologna

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73 appuntamenti in 9 giorni, 33 repliche di 15 spettacoli, 27 film e documentari, 4 party, 1 progetto europeo, 3 concerti, 5 incontri con gli autori, laboratori e attività per bambini, adolescenti e persone anziane. Questo e molto altro sarà la 12esima edizione del GENDER BENDER, Festival del Cinema gay di Bologna prodotto da Il Cassero e pronto a partire il prossimo 25 ottobre. Un festival curioso e aperto a tutti, da sempre in dialogo con le esperienze artistiche più innovative in ambito internazionale. È unico in Europa e richiama un pubblico eterogeneo e trasversale – composto da persone di diverse generazioni, generi e orientamenti sessuali – a scoprire le opere di artisti contemporanei chiamati da ogni parte del mondo a esprimere il loro punto di vista sui temi legati alle identità. Unisce in maniera originale arte e società, cultura e relazioni umane, visione e produzione.
L’edizione di quest’anno restituisce uno sguardo sulla bellezza e la fragilità del genere umano e sulle tante storie – umane e artistiche – che ne costituiscono la straordinaria e sorprendente ricchezza e varietà. Ecco allora le abilità uniche di Jone San Martin, straordinaria danzatrice audiolesa di William Forsythe, e di Alphea Pouget, la quasi novantenne protagonista dello spettacolo del giovane coreografo Koen De Preter; il blitz coreografico di Silvia Gribaudi e del suo drappello di splendide signore over 60; l’anima inquieta e lucida della scrittrice Susan Sontag; l’incontro esplosivo e divertente di due mondi – quello gay lesbico di Londra e quello dei minatori in sciopero contro le riforme della Thatcher – nel bellissimo film Pride di Matthew Warchus; il film autobiografico del regista Abdellah Taïa, primo scrittore arabo ad aver pubblicamente dichiarato la propria omosessualità; Menstrual man, la vicenda vera dell’uomo che in India ha dato il via a un grande movimento di emancipazione permettendo alle donne di produrre da sé gli assorbenti per il ciclo mestruale; l’omaggio cinematografico al grande musicista Lou Reed, cantore sensibile del lato selvaggio di New York; i cortometraggi dedicati agli studenti delle scuole superiori per un’educazione alle differenze; lo spettacolo per bambini di Alessandro Sciarroni con due strepitosi Batman e Robin; il conflitto tra culture nel film autobiografico della regista americana di origine iraniane Desiree Akhavan; la vita, l’amore e il sesso raccontati con ironia e leggerezza da anziani gay e lesbiche nei film di Adele Tulli e Rosa Von Praunheim; la commedia sulla famiglia disfunzionale diretta da Antonia San Juan, la indimenticabile Agrado di Tutto su mia madre di Almodòvar; le lezioni di danza per persone anziane colpite da demenza e da Parkinson; l’inquieto genio musicale di Jamie Stewart, leader della band americana Xiu Xiu; le coppie in conflitto nello spettacolo della giovane coreografa canadese Virginie Brunelle; le nuove coraggiose produzioni di Riccardo Buscarini, Cristina Henríquez, Vlasta Delimar e Juanjo Arques, realizzate all’interno del progetto europeo Performing Gender; la conversazione con lo scrittore Walter Siti, vincitore del Premio Strega; la storia di Julia, raccontata nell’omonimo film della regista J. Jackie Baier, transessuale lituana, prostituta e tossicodipendente, che ci sorprende per l’intelligenza e la capacità, tutta umana nella sua fragilità, di rialzarsi sempre. Autori, storie e opere provenienti da Belgio, Spagna, Paesi Bassi, Austria, Croazia, Italia, Stati Uniti, Ungheria, Marocco, Svizzera, Gran Bretagna, Portogallo, Danimarca, Germania, Francia, Canada. Tanta roba, dal 25 ottobre al 2 novembre. Questo il ricchissimo programma ufficiale:

DANZA

LEGITIMO REZO di e con Jone San Martin | coreografia di William Forsythe
prima nazionale | 1 e 2 novembre,
Legitimo/Rezo è un solo creato appositamente da William Forsythe per Jone San Martin. La coreografia, basata sul suono e sulle particolari necessità dell’interprete, che ha problemi di carattere auditivo, è un esperimento che elabora la distanza tra ciò che viene ascoltato e ciò che viene effettivamente compreso; e come lo stesso stimolo, o la stessa figura, possano essere decodificati in termini e modalità completamente diversi, e apparentemente lontani.
Jone San Martin, ballerina e coreografa spagnola, ha sviluppato quasi tutta la sua carriera in Belgio e Germania. Nel 1992 viene chiamata da William Forsythe nell’allora Frankfurt Ballet, ora The Forsythe Company, divenendone un’interprete straordinaria ed un’eccezionale solista.
GUT GIFT di e con Francesca Foscarini | coreografia di Yasmeen Godder, 1 e 2 novembre,

Dopo aver vinto il Premio Equilibrio Roma 2013 per l’interprete, Francesca Foscarini ha invitato la coreografa israeliana Yasmeen Godder a ideare per lei un assolo. GUT GIFT è il risultato di questa ricerca condotta a partire da alcuni lati della personalità dell’interprete. La coreografia gioca a svestire un personaggio socialmente consapevole per metterne a nudo gli impulsi istintivi animali e primitivi. Queste due forze trainanti interne all’opera ci beffano, giocando con la nostra percezione di ciò che è autentico e vero della ricerca. Il processo di estrarre dal corpo della danzatrice la sua controparte animale sarà un mezzo per arrivare a un altro livello di coscienza? In che modo la poesia di questa particolare interpretazione mette a nudo una visione degli stereotipi femminili, dalla donna ipersensibile ed emotiva alla donna primitiva e viscerale?

CASCAS D’OVO di Patrick Lander | 30 – 31 ottobre, Arena del Sole prima nazionale
Al centro della scena due uomini bendati si fronteggiano e, dopo qualche istante, cominciano a schiaffeggiarsi ritmicamente. È l’inizio di un elettrizzante incontro al buio sui generis che prosegue in crescendo, il racconto di una relazione intima attraverso un dialogo tutto fisico e ritmico tra i corpi dei due protagonisti, che si prendono e si respingono passando attraverso percosse e carezze, abbracci e giochi infantili. Il pubblico assiste alla costruzione di una storia d’amore attraverso le sue negazioni. Il portoghese di origine brasiliana Lander Patrick ha realizzato una coreografia tutta costruita sul filo fragilissimo di una comunicazione non visiva e non verbale, quasi telepatica, in cui basta un gesto fuori posto, un passo fuori sincrono per perdersi. E il pubblico diventa subito testimone e complice di questo tour-de-force virtuosistico e ilare, fino all’inaspettato e strepitoso finale con un’invasione di palco ad opera di oltre 30 personaggi.
JOURNEY di Koen de Preter | 29 ottobre, Teatri di Vita
Uno straordinario duo danzato da un’interprete eccezionale: Alphea Pouget, coreografa e danzatrice di 88 anni. Journey è un’opera costruita da due coreografi divisi da 60 anni; un lavoro sull’età e il rapporto tra le diverse generazioni; uno spettacolo sul qui e ora e sul potere del corpo umano, in equilibrio continuamente precario tra la volontà e il rischio. “Ho incontrato Alphea due estati fa a un festival nel sud della Francia. Da quando la ho conosciuta sono rimasto incantato da lei, la sua presenza non mi lasciava andare. Quante volte si vede una ballerina della sua età che si mette in gioco ancora sulla scena? Un’esperienza straordinaria! ” Koen de Preter.
COMPLEXE DES GENRES di Virginie Brunelle | 25 – 26 ottobre, Teatri di Vita
Uomini / Donne. Tre coppie in continuo confronto che, sopraffatti dalla paura, si scontrano uno contro l’altro. Una riflessione poetica sulla psiche umana, lo spettacolo della giovane coreografa canadese parla della ricerca di identità attraverso le relazioni, la loro forza e la loro necessità. Un pezzo di coreografia che usa immagini inedite e un linguaggio originale e che ruota attorno alla ricerca ossessiva della perfezione e la paura continua dell’errore.
Virginie Brunelle è una giovane, ma già affermata coreografa canadese, autrice di coreografie dal forte temperamento emotivo. I suoi lavori hanno ottenuto numerosi riconoscimenti e premi in campo internazionale, come il Coups de Pouce di Montréal, la Borsa David Kilburn, Aarhus International Choreography Competition 2010.
WELCOME TO MY WORLD di Enzo Cosimi | 31 ottobre – 1 novembre, Teatri di Vita
Come è l’apocalisse? In una landa desolata, composta di suoni e vibrazioni, agiscono quattro danzatori, due uomini e due donne, ormai disumanizzati nei movimenti, indistinti nelle loro identità di genere – uguali nel torso nudo, nell’aderente pantalone e nei neri marchi su naso, piedi, mani e braccia. Punto di partenza di quest’opera a quadri è un lavoro percettivo sulle vibrazioni e, a livello d’immaginario, sull’ipotesi di come l’emanazione di queste potrebbe essere testimonianza e avvertimento di un’imminente fine. Parole sussurrate dagli stessi danzatori, come in ricordo di una religiosità perduta, modulazioni di suoni bellici, rivelati nel corpo in movenze epilettiche come sotto una luce stroboscopica; la violenza acustica di suoni elettronici, provocatori e coinvolgenti loro malgrado anche noi spettatori, alla silente vibrazione muscolare ottenuta da un’estrema contrazione degli arti dei danzatori.
ALBERI di Fabrizio Favale | 30 – 31 ottobre,
Alberi affonda le radici in una visione delle forme dell’esistente dove visibile e invisibile sono la trama e l’ordito di una medesima tessitura. Lo spettacolo osserva e studia la natura stessa della danza, i particolari fenomeni della natura, la tradizione folkloristica pagana europea delle feste e rituali legati al ciclo delle Stagioni e, in letteratura, le mitologie e le fiabe d’ogni dove.
Fabrizio Favale i suoi lavori sono stati presentati a Internationale Tanzmesse NRW di Dusseldorf e Focus on Modern Dance in Manila, La Biennale di Venezia, Suzanne Dellal a Tel Aviv, Expo 2010 a Shanghai, SIDance a Seoul, Festival Interplay a Torino, Kitazawa Town Hall a Tokyo, RED Serpiente in Messico, Ciudad em Movimiento a Cuba.

JOSEPH_KIDS di Alessandro Sciarroni | 29 ottobre, Teatro Testoni Ragazzi
JOSEPH_kids è uno spettacolo che sa divertire e far riflettere, che sa far maturare l’idea di potersi muovere in uno spazio performativo in maniera mai scontata. Un uomo solo, davanti ad un computer portatile. La sua immagine viene deformata, raddoppiata e scomposta attraverso una webcam e alcuni semplici effetti video e proiettata su uno schermo.
Dapprima serio e rigoroso, il viaggio di Joseph diventa ironico e inaspettato quando l’uomo, travestito da Batman, incontra il suo compagno Robin. Il lavoro, con un finale sorprendente, pone il pubblico dell’infanzia davanti alla possibilità di osservare la danza e i mezzi tecnologici come possibili veicoli di creatività.
Lo spettacolo inaugura la programmazione di Teatro Arcobaleno, spettacoli di teatro e danza, laboratori formativi per gli insegnanti che sollevano il tema delle differenze di genere con leggerezza e poesia, attraverso la danza e il fiabesco, il gioco e i nuovi media senza mai perdere di vista il suo pubblico di riferimento.
Un progetto promosso da Gender Bender con il sostegno della Fondazione Del Monte di Bologna e Ravenna, in partnership con Teatro Testoni Ragazzi/La Baracca, Emilia Romagna Teatro Fondazione e Pubblico il teatro di Casalecchio di Reno, in collaborazione con il CSGE Centro Studi sul Genere e l’Educazione del Dipartimento di Scienze dell’Educazione Giovanni Maria Bertin.

PERFORMING GENDER – progetto speciale europeo – prima assoluta
30, 31 ottobre e 1 novembre, MAMbo Museo d’Arte Moderna di Bologna
Una settimana di attività formative destinate a tre giovani coreografi e un’artista visiva proveniente da Italia, Spagna, Paesi Bassi e Croazia, al termine del quale verrà mostrato l’esito finale delle quattro nuove produzioni di Riccardo Buscarini, Cristina Henríquez, Vlasta Delimar e Juanjo Arques. Performing Gender è realizzato in partnership con Dutch Dance Festival di Maastricht, Paso a 2 Plataforma Coreográfica di Madrid e Queer Zagreb di Zagabria. Il progetto usa il linguaggio coreografico per aprire una riflessione sulle differenze di genere e di orientamento sessuale viste come fonte di ricchezza per l’intera società (www.performinggender.eu <http://www.performinggender.eu> ).

Un altro progetto speciale sulla danza all’interno di Gender Bender.
Si tratta di OLTRE I CONFINI DEL CORPO, DANZA PER PARKINSON e sono tre appuntamenti di danza e movimento dedicati alle persone anziane con problemi di demenza e Parkinson e ai loro familiari. Il progetto pilota, che arriva per la prima volta a Bologna grazie a Gender Bender, è realizzato in stretta collaborazione con l’ASP Azienda Servizi alla Persona del Comune di Bologna e il Centro per la Scena Contemporanea di Bassano del Grappa. Si ispira alle esperienze sviluppate in Veneto e in Olanda con Dance and Health with Parkinson e si basa sull’impatto salutare che la pratica regolare della danza può avere sul sistema neurologico, sulle prestazioni fisiche e, in termini positivi, sullo sviluppo della malattia. Mira inoltre alla creazione di una rete di relazioni umane che aiutino ad uscire dalla situazione di isolamento a cui, il più delle volte, la malattia costringe le persone colpite dalla malattia e i loro familiari. Gli incontri, tutti ad ingresso gratuito (Centro sociale Costa, lunedì 27 ottobre; Centro sociale santa Viola, martedì 28 ottobre; Centro sociale Scipione Dal Ferro, venerdì 31 ottobre).

TEATRO:
COCO. L’ULTIMO SOGNO (sulla vita di Coco Chanel )
è lo straordinario spettacolo teatrale di Teatrino Giullare (Il Cassero, lunedì 27 ottobre). “Ognuno di noi ha una sua leggenda stupida o meravigliosa. La mia l’hanno creata Parigi e la provincia gli imbecilli e gli artisti.” E’ il 10 gennaio del 1971, Coco Chanel allo Hotel Ritz di Parigi sente il peso degli anni e della solitudine. In compagnia del suo alano di nome Picasso, inizia a fare i conti con la propria leggenda, di una donna di genio che ha rivoluzionato l’immagine delle donne. Coco smonta e rimonta la sua immagine sempre con una lucida ironia e con la leggerezza di chi, anche nelle situazioni più dolorose e feroci, riesce a trovare una via d’uscita tramite l’immaginazione. Uno spettacolo delicato, divertente e potente, allestito su un enorme letto. Distrutto e ridotto inesorabilmente in sfilacci da Mademoiselle con un paio di forbici, durante gli incubi che la assalgono nella sua ultima notte.

CINEMA ::::::::::
PRIDE il film di Matthew Warchus, vincitore della Queer Palm a Cannes, in anteprima nazionale a Gender Bender, in collaborazione con Teodora Film, al cinema Odeon mercoledì 29 ottobre.
Tratto da una storia vera e ambientato in Gran Bretagna nel 1984 durante l’era Thatcher, il film è una commedia divertente e amara che porta lo spettatore al celebre sciopero dei minatori inglesi, che andò avanti per circa un anno. Un gruppo di attivisti gay e lesbiche decide di raccogliere soldi per aiutare i minatori. Ma c’è un problema: tutti i sindacati sono imbarazzati nel ricevere aiuto dagli omosessuali. Gli attivisti non demordono, trovano un piccolo paese sperduto nel Galles e vanno di persona dai minatori, con i quali iniziano un rapporto di aiuto reciproco. Non senza problemi… Pride è interpretato da attori inglesi famosissimi come Imelda Staunton, Bill Nighy, Andrew Scott, Dominic West, Joseph Gilgun e Paddy Considine.
Anteprima nazionale anche per il documentario REGARDING SUSAN SONTAG, ritratto della grande scrittrice e intellettuale americana realizzato dalla regista Nancy Kates (cinema Lumiére, martedì 28 ottobre).
Il film è un’indagine intima e sfumata nella vita di uno dei pensatori più influenti e provocatori del Ventesimo secolo. Appassionata e schietta per tutta la sua carriera, Susan Sontag divenne una delle più importanti icone letterarie, politiche e femministe della sua generazione. Il documentario esplora la sua vita e il suo pensiero attraverso immagini evocative, materiali d’archivio, testimonianze di amici, familiari e colleghi. Una lunga carrellata che parte dalla sua prima infatuazione per i libri per condurci alla sua prima esperienza in un bar gay, al suo matrimonio, alla sua storia d’amore con la fotografa Annie Leibovitz. Il documentario getta uno sguardo affascinante a un critico culturale imponente le cui opere sulla fotografia, sulla guerra, sulla malattia, sul terrorismo e sul camp risultano ancora oggi attuali.
LILTING del regista anglo cambogiano Hong Khaou (cinema Lumiére, sabato 1 novembre) è un film in anteprima nazionale intimo e toccante, che racconta quanto sia difficile – ma necessario – mettere da parte le differenze umane, sociali e culturali per trovare le cose che ci uniscono nel profondo. Il giovane Kai, londinese di origini cino-cambogiane, muore improvvisamente lasciando il suo ragazzo Richard e sua madre Junn in uno stato di profondo e intimo dolore. La donna mostra subito un’aperta ostilità nei confronti del ragazzo; a complicare le cose contribuisce anche il fatto che Junn quasi non parla inglese. Inizia così un doloroso tentativo da entrambe le parti di superare le incomprensioni e le distanze, ricostruendo il ricordo della persona amata. “Il linguaggio è un tema centrale nella storia. Volevo usarlo come una metafora della comunicazione, e soprattutto del suo rovescio della medaglia. Ho sempre desiderato usare ‘il traduttore’ come dispositivo narrativo, perché ho passato gran parte della mia infanzia a tradurre i programmi della tv per mia madre” (Hong Khaou).
Il regista statunitense Wade Gasque nel suo film TIGER ORANGE – anteprima nazionale, cinema Lumiére, sabato 25 ottobre – si interroga su che cosa significhi per due fratelli gay crescere nella provincia americana. Mentre Chet ha continuato a vivere nella casa di famiglia, nascondendo al mondo la sua omosessualità, Todd è scappato a Los Angeles per vivere la sua vita fino in fondo. Ma la morte del padre li spinge a un difficile riavvicinamento.
Dalla regista di origini iraniane Desiree Akhavan, già regista dell’acclamata web serie The Slope, APPROPRIATE BEHAVIOUR è un film autobiografico in anteprima nazionale (cinema Lumiére, sabato 25 ottobre) che racconta (con humour) la difficoltà di vivere apertamente la propria bisessualità crescendo in una famiglia di origine iraniana: Shirin vive a Brooklyn, ha rotto con la sua fidanzata e si imbarca in una serie di avventure pansessuali alla ricerca di se stessa e della propria identità.
LAND OF STORMS è un film duro e intenso del regista ungherese Ádám Császi, tratto da una storia vera e presentato in anteprima nazionale (cinema Lumiére, venerdì 31 ottobre), con personaggi sospesi tra luce e buio, desiderio e omofobia. Szabi è un calciatore gay che scappa dall’ambiente macho dello spogliatoio per tornare nel suo paese d’origine, in Ungheria. Qui si imbatte in Aron e tra i due scatta l’attrazione. Fino a quando non arriva Bernard, compagno di squadra di Szabi… Land of Storms
In India soltanto una donna su dieci usa gli assorbenti durante il ciclo mestruale, con tutti i rischi per la salute che questo comporta. MENSTRUAL MAN anteprima nazionale del regista indiano Amit Virmani (cinema Lumiére, giovedì 30 ottobre) racconta la storia vera dell’uomo che ha intrapreso una battaglia solitaria per cambiare questo stato di cose, dando il via a un grande movimento di emancipazione culturale e sociale.
Altra anteprima nazionale per SUCH GOOD PEOPLE del regista americano Stewart Wade (cinema Lumiére, giovedì 30 ottobre), una scatenata commedia che si fa beffe di avidità, rivalità e gelosie familiari. Richard e suo marito Alex scoprono incidentalmente un milione di dollari nascosto nella casa di una ricca coppia di filantropi. Alla morte improvvisa dei padroni di casa decidono di recuperare i soldi, ma non sono i soli a provarci…
LIVING STARS è l’esilarante documentario in anteprima nazionale degli argentini Mariano Cohn e Gastòn Duprat che sbircia nelle case degli abitanti di Buenos Aires, catturando le loro “solo performance” davanti allo specchio, gli home video e i microfilm da cellulare, e descrivendo un viaggio tra garage, camere da letto, cucine e terrazze, dove le più grandi icone del pop, assolutamente rivisitate, prendono vita.
Sarà lo stesso regista Patric Chiha a presentare il suo ultimo film BOYS LIKE US, una commedia surreale proiettata a Gender Bender in anteprima nazionale e interpretata da tre “enfant terrible” della nuova scena performativa parigina, Giselle Vienne, Jean Luc Verna e Jonathan Capdevielle (cinema Lumiére, sabato 1 novembre). Abbandonato dal compagno senza un perchè alla vigilia delle vacanze, Rudolph decide comunque di lasciare Parigi e di tornarsene a casa, in Austria. I suoi amici Nicolas e Gabriel decidono di accompagnarlo, abbandonando per qualche giorno le sicurezze della metropoli, ma portandosene dietro le inevitabili nevrosi. Tra rifugi, sentieri alpini, trampolini di salto con gli sci, mucche e vette vertiginose, i tre amici gay faranno il punto sui loro amori e la loro amicizia.
Per Sieger, un atletico ragazzo olandese, avere a che fare con la sua omosessualità non è così semplice come riuscire in una gara di staffetta. La regista Mischa Kamp riesce invece egregiamente sia nelle sequenze sportive che in quelle emotive con cui costruisce la storia d’amore raccontata nel film BOYS (cinema Lumiére, venerdì 31 ottobre)dove il quindicenne Sieger ingaggia una lotta con se stesso per prendere coscienza del sentimento d’amore che nutre per Marc, il compagno della squadra di atletica di cui è segretamente innamorato. Una delicata e struggente storia d’amore adolescenziale e un viaggio alla scoperta dei propri desideri e del proprio posto nella società.
SALVATION ARMY è il sorprendente film di esordio dello scrittore marocchino Abdellah Taïa (cinema Lumiére, domenica 26 ottobre), tratto dal suo omonimo romanzo. Ambientato tra Casablanca e Ginevra, il film è un mélo prosciugato e descrive, in una sorta di quattro atti, l’adolescenza e la prima vita adulta di un personaggio che forma, in un contesto sociale problematico, la sua identità e la sua omosessualità. Taïa mette in immagini la propria esperienza (il protagonista ha il suo stesso nome) in una storia dove i silenzi, gli sguardi, gli abbracci e le carezze, il suggerito e il non visto sono portati in evidenza ben più delle parole. Abdellah Taïa, marocchino, 39 anni, è il primo scrittore arabo ad aver pubblicamente dichiarato la propria omosessualità. È l’autore di romanzi tradotti in diverse lingue, L’armée du salut, tratto dal libro omonimo dello stesso Taïa, è il suo primo lungometraggio.
DEL LADO DEL VERANO è il film di Antonia San Juan (cinema Lumiére, domenica 26 ottobre), attrice spagnola resa celebre dal ruolo di Agrado nel film Tutto su mia madre di Pedro Almodovar, qui nella doppia veste di attrice e regista. In questo suo secondo lungometraggio racconta la vicenda di una famiglia disfunzionale spagnola, la cui routine viene interrotta dalla morte del padre e dal successivo travagliato sogno di Tana, la figlia, di andare lontano.
JULIA (cinema Lumiére, martedì 28 ottobre) è il sorprendente ritratto di Julia K., transessuale lituana a Berlino. Prostituta dall’età di 18 anni, tossicodipendente e alcolizzata, il suo stile di vita è così duro che a 30 anni è sull’orlo del collasso totale. Eppure ci sorprende per l’intelligenza, la grinta, le intuizioni poetiche, i dipinti che realizza per riprendersi, la capacità di rialzarsi sempre e continuamente. Il documentario è una storia di fede e di incredulità; di sradicamento e di appartenenza reciproca con la regista J. Jackie Baier, anch’essa transessuale e compagna di strada di Julia. Si incontrano nel 2003 in un bordello e una notte, un anno dopo, quando le due si incontrano nuovamente, promettono di non perdersi mai di vista. Da quel sodalizio e da quella promessa nasce un documentario toccante, duro, scomodo e sorprendente come solo la vita sa essere.
Omaggio a Lou Reed (cinema Lumiére, domenica 26 ottobre), un’enciclopedia di immagini e suoni che racconta il genio musicale e poetico dell’artista attraverso rarissimi materiali di archivio e una lunga serie di testimonianze e interviste a David Bowie, Patti Smith, Laurie Anderson, Andy Warhol, Joe Dallesandro, e molti altri ancora.
Due brevi film per una mini sezione dedicata alla terza età (cinema Lumiére, sabato 1 novembre) REBEL MENOPAUSE è il documentario scritto e diretto da Adele Tulli, presentato nel 2013 ai Goldsmiths Screen Doc di Londra. È il ritratto intimo di una donna straordinaria, l’ottantaseienne Therese Clerc, e della sua concezione della terza età come la stagione della completa libertà. Therese guida lo spettatore alla scoperta di The Baba Yaga House, il progetto innovativo di co-housing per donne over 65 che lei stesso ha fondato: un mondo alternativo, legato all’ambiente e alla socialità, con sede a Montreuil, nella periferia di Parigi. END OF SEASON SALE è il film dell’israeliano Eli Glazer, anteprima nazionale, che racconta la vicenda di due gay canuti, entrambi viagradipendenti, accomunati dalla spasmodica ricerca della pillola del piacere e che alla fine probabilmente incappano, senza volere, nel piacere più grande: l’amore.
THE CIRCLE è il film di Stefan Haupt (cinema Lumiére, lunedì 27 ottobre) che racconta la storia della madre di tutte le organizzazioni lgbt, la svizzera Der Kreis, fondata a Zurigo negli anni Cinquanta del secolo scorso. Un viaggio lungo la parabola pionieristica di quell’esperienza, dalla sua fondazione, all’apice del suo attivismo con le prime unioni tra persone dello stesso sesso nel 2003, fino al suo declino. Il tutto attraverso la sguardo dei due fondatori, l’insegnante Ernst Ostertag e l’artista en travesti Röbi Rapp, e del loro straordinario amore, lungo tutta una vita.
DOCUMENTARI PER LE SCUOLE: Una nuova sezione del festival, dedicata agli studenti delle scuole superiori e realizzata in collaborazione con l’associazione Paper Moon e Schermi & Lavagne.
Sono proiezioni mattutine di documentari e cortometraggi, selezionati appositamente con l’obiettivo di aprire un dialogo costruttivo con le nuove generazioni sulle identità legate al genere e agli orientamenti sessuali. L’idea è di portarne alla luce il valore per rafforzare l’inclusione sociale e combattere pregiudizi e discriminazioni, in vista della costruzione di una cittadinanza responsabile.

CONCERTI

Indie Pride: Hidden Cameras, Murubutu, Mc Nill, Smania Uagliuns e Suz | TPO, sabato 18 ottobre, la serata di musica live con artisti internazionali indipendenti contro l’omofobia – giunge alla sua terza edizione e apre, in anteprima, Gender Bender Festival. Sul palco, la band canadese The Hidden Cameras in prima e unica data italiana. Il loro nuovo singolo Gay Goth Scene, anticipatore dell’album Age, è insieme al video una forte denuncia contro gli atti di bullismo omofobico. Insieme alla band canadese, sul palco del TPO artisti indipendenti d’eccellenza: Suz, autrice e interprete di un trip hop elegante e raffinato con gli album Shape of Fear and Bravery e One Is A Crowd, accolti con entusiasmo dalla critica musicale nazionale, che per l’occasione presenterà il progetto dub techno con i Weight and Treble; Murubutu Mc di rara sensibilità conosciuto per i suoi racconti in rap legati a storie resistenza; gli irriverenti Smania Uagliuns con la loro Piaccio a Luca, una storia di libertà sessuale contro il pregiudizio e la discriminazione di genere; Mc Nill giovane Mc, recentemente artista Just Discovered per Mtv New Generation.
Xiu Xiu | Locomotiv Club, martedì 28 ottobre ore 22.30 prima data europea e unica data italiana. Tra i primi a rimestare nel grande solaio della new wave all’alba del Duemila, gli Xiu Xiu hanno forgiato uno stile inconfondibile, dove le percussioni metalliche e dissonanti e l’uso ossessivo e cacofonico dell’elettronica forniscono lo scenario ideale all’affannata e paranoica rappresentazione di Jamie Stewart, voce e anima del progetto. Dopo tre anni di pausa è da poco uscito il nuovo album Angel Guts: Red Classroom, che vede il progetto raggiungere nuove vette artistiche. La loro musica è influenzata da diversi generi musicali, tra cui punk rock, noise rock, ambient noise, musica classica moderna e folk. La maggior parte dei testi trattano di temi cupi come il suicidio, l’AIDS, la guerra ed esperienze tabù. Musicalmente gli Xiu Xiu mescolano percussioni spesso cacofoniche e divergenti stili lirici, inserendo volentieri strofe in lingua francese. La musica degli Xiu Xiu è anche influenzata da band della scena post-punk inglese come The Cure e Joy Division. La band è il frutto dell’ingegno musicale del cantautore Jamie Stewart, che è anche l’unico membro fisso del gruppo.

INCONTRI

Incontri con scrittori, saggisti, fotografi e sceneggiatori, in nove giorni di festival. Apre la carrellata FRÉDÉRIC MARTEL, sociologo francese, autore di nove libri, tra cui il best-seller Mainstream, tradotto in venti paesi. Ha redatto articoli per Newsweek, New Yorker e New York Times ed è membro di Una nuova narrativa per l’Europa, la task force culturale del presidente della UE. Come attivista LGBT è stato uno degli artefici della legislazione per le unioni civili per il governo francese. Sabato 25 ottobre all’Aula Magna di santa Cristina presenta il suo ultimo saggio, Global Gay (Feltrinelli), un racconto in prima persona coloratissimo, drammatico e pieno di vita, che si snoda nei gay bar arabi e nei love hotels di Tokyo, nelle habitaciones cubane e nelle comunità indiane, per raccontare i successi e le sconfitte dei gay, trendy a New York e condannati a morte in Iran.

Gender Bender incontra JONATHAN BLAKE (Il Cassero giovedì 30 ottobre), uno dei protagonisti della storia vera da cui è stato tratto il film Pride, film vincitore della Queer Palm a Cannes 2014 e presentato in anteprima nazionale a Gender Bender. Blake (che nel film è interpretato dall’attore Dominic West) nel 1984 fu uno dei membri dei Lesbians and Gays Support the Miners, ma è stato anche uno dei primi a contrarre il virus HIV nel Regno Unito: “a quei tempi equivaleva a una sentenza di morte”, ha affermato in un’intervista a Metro. Blake, che oggi ha 65 anni, riguardo al film ha detto: “Pensavamo tutti che avremmo portato questa storia nelle nostre tombe, e che lì sarebbe rimasta”.
Vincitore del Premio Strega 2013, WALTER SITI – uno dei più grandi scrittori viventi, a parere unanime dei critici di tutti i paesi in cui è stato tradotto – torna a Gender Bender per presentare il suo ultimo lavoro, Exit strategy (librerie.coop Ambasciatori, mercoledì 29 ottobre) un romanzo che seziona come un diario i giorni della crisi economica, della paralisi politica e istituzionale, della vocazione al consumo superfluo e al piacere pronto-cassa che dopo aver caratterizzato gli anni ruggenti del berlusconismo rischia ora di lasciare sul campo tanti smarriti e depressi. Siti affronta la questione partendo da un’esperienza personale: racconta la propria uscita da un’ossessione erotica che sembrava eterna, e la propria conversione a qualcosa che sembra rappresentare il suo contrario, dal cielo drogato dei corpi artificiali alla terra di un amore umano troppo umano.
Napoletano classe 1979, magistrato e studioso di diritto internazionale, EDUARDO SAVARESE si affaccia alla scrittura nel 2006 con il racconto Cicatrici. Nel 2010 è finalista al premio Italo Calvino, segnalato dalla giuria con il romanzo L’amore assente, dalla cui rielaborazione nasce Non passate per il sangue (Edizioni e/o). Le inutili vergogne, il suo ultimo romanzo presentato alle librerie.coop Ambasciatori, martedì 28 ottobre, è un’opera conturbante e autentica, dai personaggi forti, ossessionati dal sesso e dalla paura del peccato. Corpi di maschi, femmine e trans declinano le diversità dell’amore raccontando vite che apparentemente hanno fallito perché l’amore lo hanno perduto.
ANGELO SINDACO racconta, con le sue fotografie, mondi diversi (il movimento skinhead, la musica, lo sport, la moda) senza adottare uno sguardo politico o ideologico ma restituendo piuttosto ritratti intimi e diretti, in cui sa cogliere l’anima, lo spirito, lo stile dei suoi soggetti. Il suo ultimo libro si intitola Cooking with the bears (librerie.coop Ambasciatori, domenica 26 ottobre) ed è un ricettario esilarante e sfrontato, che mescola autoironia e orgoglio, sensualità e tradizione, pance (e che pance!) e sorrisi. Gli orsi del titolo sono gli uomini pelosi e oversize che compongono la folta subcultura della comunità gay. Uomini che amano in egual modo orecchiette e gramigna, bucatini e lasagne, cheescakes e cupcakes. Dalla Gramigna con salsicce alla Guinness Cake, dai Folktronic Spaghetti all’Alternative Caponata, le 32 ricette riunite in questo cookbook sono state selezionate da altrettanti membri (o coppie di membri) della comunità Bear, ritratti da Angelo Sindaco durante la preparazione dei loro piatti. Un ironico e affettuoso omaggio a una tribù underground che ha nell’estetica dell’antigrazioso il suo codice trasversale e il suo fulcro visivo.

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