Grande Fratello 2014 – intervista alla coppia gay che sarebbe dovuta entrare nella Casa

Condividi

Siamo davvero arrivati ad un passo così dall’avere un clamoroso doppio ingresso nella Casa del Grande Fratello.
Ovvero la prima coppia gay della storia del programma?
Certo, ma soprattutto Mr. Spetteguless 2009 e il suo compagno, nonché finalista di quella prima ed unica edizione. Ovvero Daniele Pallotta (33 anni) e Francesco Ridolfi (36 anni), che da voi lettori vennero trascinati in finale e successivamente al trionfo, con un primo ed un quarto posto. Gli autori del Gf13 avevano infatti trovato i due ragazzi che da tempo cercavano, la coppia di fidanzati omosessuali che avrebbe dato un’impronta di novità all’ennesima edizione del reality, per poi dover digerire il loro ‘no, grazie‘ definitivo.
Ufficiale ed ora finalmente motivato, ovviamente solo su Spetteguless e con intervista ad hoc, che certifica l’occasione persa da parte della trasmissione Mediaset.

 Da Mr. Spetteguless 2009 alla possibilità di diventare la prima coppia gay nella storia del Grande Fratello italiano. Siete stati ad un passo dall’entrare nella Casa. Premessa. Siete stati voi a proporvi o vi hanno contattato?
Ci hanno contattato loro scrivendoci su Facebook.

Qual è stata la vostra prima reazione.
La nostra prima reazione è stata di scetticismo anche perché non abbiamo mai visto il GF ad esclusione della prima edizione. Per questo, in un primo momento, non abbiamo dato la nostra disponibilità. Solo in un secondo momento, dopo qualche insistenza, abbiamo concordato un appuntamento.

Cosa vi ha spinto a ‘pensarci’. Cosa vi incuriosiva della ‘sfida’ Gf. L’idea di diventare famosi? I soldi? La possibilità di presentare al pubblico medio italiano una realtà che esiste ma che viene quotidianamente offuscata dalla tv nazionale, ovvero l’amore gay? La coppia gay. La famiglia gay? O cos’altro.
Abbiamo iniziato a pensarci quando parlando con gli autori è emerso chiaramente che volevano parlare della nostra storia come si può parlare di una lunga storia di amore di una coppia qualunque. Il nostro video di presentazione, infatti, era incentrato su una cena con le nostre famiglie al completo. La fama non ci è mai interessata. Ci siamo sempre concentrati sul lavoro, anche se non in modo ossessivo perché la nostra priorità è guadagnare soldi per avere il tempo di spenderli insieme. Detto questo, però, eravamo entusiasti di dare la nostra personale visione dell’essere gay, che non è ne quella giusta ne l’unica ma sicuramente diversa da quello che si è visto sulla tv italiana fino a oggi.

Come si è svolto questo approccio. Cosa cercavano gli autori da voi.
Gli autori erano impazziti per la nostra normalità che ci spingeva a punzecchiarci o a litigare anche di fronte a loro.

Quando e perché vi siete tirati indietro.
Ci siamo tirati indietro per una serie di fattori: lavorativi, economici e alla fine anche di opportunità. Lasciare contratti a tempo indeterminato con uno stipendio molto alto rappresentava un azzardo che non potevamo permetterci senza una minimale garanzia economica. I 32€ al giorno non avrebbero coperto neanche l’affitto della nostra casa. Nel contempo, abbiamo molto apprezzato negli autori la loro correttezza e il loro voler sempre essere rispettosi delle regole del programma che, però, a questo punto credo siano da rivedere perché se vuoi dare uno spaccato dell’Italia, devi permetterti di poter superare i piccoli ostacoli che ti si presentano. Inoltre ci siamo resi anche conto che il nostro sforzo di visibilità non sarebbe stato apprezzato dalla comunità glbt sempre più autolesionista e pronta a criticare anche quello che sarebbe potuto essere un esperimento dirompente. Come dire: ci saremmo trovati senza lavoro, attaccati da una parte della comunità e con una fama che alla fine non avremmo saputo come sfruttare.

Non c’era proprio modo di fare diversamente? Vedi chiedere un’aspettativa.

Non ci trovavamo nemmeno nella condizione di poter chiedere un’aspettativa lavorativa per diverse ragioni: Francesco ne aveva chiesta una quando siamo andati a vivere al Los Angeles per un periodo e Daniele sta facendo una formazione per il suo nuovo lavoro.

Cosa avreste potuto e voluto dare a questa 13esima edizione. Avete visto le prime puntate? I concorrenti che avrebbero potuto essere vostri compagni di viaggio? Commenti a riguardo?

Non so cosa avremmo potuto dare, sicuramente la nostra personalissima visione di coppia gay e di amore gay. Sicuramente avremmo cercato di non far passare il messaggio che il gay deve essere accettato solo quando è simile alla coppia etero ma piuttosto che esiste anche questa realtà. Il concetto di normalità ci ha sempre terrorizzato perché lo associamo a quello di mediocrità e povertà culturale. Avremmo voluto far vedere la nostra normale diversità. Non abbiamo guardato con attenzione la prima puntata, anche se poi i tanti messaggi ricevuti ci hanno spinto a dare un’occhiata. La sensazione è quella di un’occasione mancata, a parte due o tre persone non ci sembra che lì dentro ci sia una rappresentazione dell’Italia, o almeno non c’è quella dell’Italia più bella, delle speranze infrante dalla crisi economica ma anzi ci sia quell’italia orgogliosa della propria ignoranza e, a nostri avviso, senza futuro.

Sapete se gli autori hanno cercato ‘alternative’ una volta incassato il vostro no? Ovvero dobbiamo aspettarci novità in tal senso oppure mettere una pietra sopra all’ipotesi coppia gay.
Non sappiamo se abbiano selezionato un’alternativa a noi, sinceramente non crediamo. Checché se ne dica vivere questa esperienza come coppia gay sarebbe stata un’esperienza unica ma devastante e non sappiamo quante coppie gay avevano i requisiti che loro cercavano. Non sappiamo se il clamore del mancato ingresso della coppia gay li abbia spinti a cercare un alternativa last minute.

Autore

Articoli correlati

Impostazioni privacy