Daniele Dessena ‘eroe’ del calcio italiano contro l’omofobia – intervista Tg1

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I paginoni dei giornali, il telefono che non smette di squillare, i complimenti da parte dei compagni di squadra e di molti tifosi ‘civili’, il servizio del Tg1, l’intervista a LaRepubblica.
Nel giro di pochi giorni il centrocampista del Cagliari Daniele Dessena si è ritrovato al centro del calcio italiano.
E non per chissà quale impresa sul campo da calcio. Bensì solo e soltanto perché volto contro l’omofobia. Orgoglioso nello sposare una campagna pensata da Paddy Power per dire ‘basta’ agli infamanti insulti omofobi che tutte le settimane si sentono soprattutto negli Stadi d’Italia. Ma non solo.
Sceso a San Siro con gli ormai celebri ‘lacci arcobaleno’, Dessena è stato duramente attaccato da alcuni beceri fan del Cagliari, come scritto due giorni fa, ma lui non demorde e non fa passi indietro, continuando a sposare una campagna che questa domenica potrebbe ‘esplodere’ sui campi della Serie A, con decine di calciatori finalmente attivi contro l’omofobia.

«Io credo che nel mondo del calcio ci sia più solidarietà che al di fuori. Nello spogliatoio c’è un gruppo di ragazzi intelligenti e maturi, che rispettano le opinioni degli altri. Il problema è al di fuori, non mi riferisco solo ai tifosi: è la gente cosiddetta normale, in Italia, quella che incontri per la strada, che non è abituata ad ascoltare voci fuori dal coro. Non ama la diversità. E poi, quale diversità? “Diverso” è solo un termine usato da chi vuole che tutti la pensino allo stesso modo. Ho le mie idee, la mia formazione, ma è la prima volta che mi espongo, era una cosa piccola, mi sembrava giusto, non pensavo a tutto questo clamore. Ho imparato a non giudicare e a rispettare gli altri. Mio fratello, che gioca portiere, si è complimentato. Ho avuto attestati di stima da ogni parte d’Italia e da tutta la Sardegna. Ma cosa c’è di strano, in fondo?» (by LaRepubblica).

Nulla, per l’appunto, tanto dall’aver fatto partire un tam tam mediatico sulla Nazionale Italiana di Calcio, con gli azzurri chiamati ad indossare i lacci arcobaleno durante la prossima partitissima amichevole contro la Spagna, a Madrid il 5 marzo, in modo da prendere definitivamente posizione e mettere a tacere il marcio d’Italia. Che si chiama omofobia.

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