Philip Seymour Hoffman e i volti ‘gay’ da lui interpretati

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Quando interpreto un personaggio gay non penso mai a come io debba essere “un personaggio gay”. E’ interessante considerare tutti i diversi aspetti del personaggio. C’è sempre qualcos’altro che mi fa identificare con il personaggio. Con Flawless, non è che lui fosse gay, ho trovato più interessante credere che lui si sentisse una donna. Con Capote, è una storia che lo vedeva in qualità di artista. E in Boogie Nights era talmente stentato che neanche so se lui sapesse delle pulsioni di natura omosessuale“.

Ovvero lo straordinario, gigantesco, fenomenale e sublime Philip Seymour Hoffman, morto ieri all’età di 46 anni dopo 20 anni di cinema e diversi film in cui diede vita ad omosessuali. Dallo Scotty di Boogie Nights, ammaliato dall’enorme fallo di Mark Wahlberg, alla drag queen di Flawless, che lo vide indossare gli abiti di un gay che provava a nascondere gli evidenti problemi di solitudine ed emarginazione con trucco e parrucco, fino al memorabile Truman Capote che gli è valso un più che meritato Premio Oscar.
10, 100, 1000 facce di un attore sublime, tra i migliori della propria generazione, per anni ‘spalla’ di qualità per poi diventare straripante protagonista, nonché regista, padre e pluri-premiato attore teatrale. Padre di 3 figli, e ieri morto in totale solitudine, con una siringa piantata nel braccio. A causa di un male di vivere che proprio non riesce ad essere una volta per tutte catturato e disintegrato, continuando di fatto a far fuori artisti dallo straripante talento.  In questi ultimi anni prima Ledger, poi Monteith, ora Hoffman. E domani …

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