Jordan + Devon e il matrimonio gay della settimana – video

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Devon, non posso credere che siamo qui. Davvero, non posso crederci. E non perché non ti ami con tutto il cuore, perché è così. E non perché le nostre famiglie e i nostri amici non ci amino e non ci sostengano, perché è così“. “La ragione per cui non posso crederci è perché mi ricordo tutti i pensieri che mi frullavano in testa quando ho capito di essere gay. Non mento, mi chiedevo: perché io? Cosa farò? Qualcuno mi amerà? Non mi sposerò mai. Questo è ciò che sentivo: non mi sposerò mai. Sono stato male, ero triste, mi sono sentito solo. Ma c’era qualcosa che ancora non sapevo, qualcosa che non avrei trovato per i 15 anni successivi“. “Per tutto il tempo che ho sprecato a sentirmi triste e solo, non sapevo che la persona che avrebbe cambiato la mia vita, la persona che sarei stato fiero di presentare ai miei amici e alla mia famiglia, la persona che mi avrebbe chiesto di sposarla era a meno di 1 ora e mezzo lontana da me. Non sapevo di dovermi spostare dall’altra parte del Paese per trovarla! Ma l’ho fatto. E questa persona, nel caso non riuscissi a indovinare chi sia, Davon, sei tu!“.

Se siete riusciti nell’impresa di arrivare fin qui senza smocciolare e lacrimare come se non ci fosse un domani sappiate che siete delle bestie.
Una volta tornati in voi ponetevi però qualche domanda, tipo se tutto ciò potrà davvero mai diventare ‘nocivo’ per una qualsiasi famiglia ‘tradizionale’.
La risposta, ovviamente, è no.
Mai. E allora di cosa stiamo parlando.

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