Analisi di una disfatta: vorrei tanto esse bionda

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L’Abruzzo terremotato che vota Pdl.
Razzi che vola alla Camera dei Deputati a differenza di Anna Paola Concia.
La Sicilia stritolata dalla mafia che ancora una volta sceglie Silvio Berlusconi e tutti quei leghisti che li vorrebbero FUORI dall’Italia. Insieme alla Campania di Cosentino, all’incredibile Lombardia in questi ultimi 3 anni travolta dagli scandali in Regione, alla Puglia di Nichi Vendola, alla Calabria, al Veneto.
Il Movimento 5 Stelle primo partito d’Italia alla Camera.
Il Popolo delle Libertà in clamorosa rimonta, e la coalizione di centrosinistra prima sia alla Camera per un pugno di voti che al Senato, ma senza la maggioranza.
Un incubo. L’Italia è ingovernabile.
Come nel 2006, l’annunciata cavalcata trionfale del centrosinistra alla guida del Paese si è tramutata in una sorta di farsa.
E’ bastato promettere la restituzione dell’IMU per far dimenticare a circa 8 milioni di italiani le condizioni in cui ci trovavamo poco più di un anno fa, ovvero poco prima del Governo Monti. Stavamo con le pezze al culo, ad un passo dal precipizio. E ci torneremo. Colpa del centrosinistra e di Pier Luigi Bersani? Probabilmente sì, anche, ma soprattutto colpa degli italiani, ancora una volta ‘ammaliati’ da incantatori di serpenti che per mesi hanno giocato alla ‘spariamola grossa che cazzo ce frega’.
Questo è un Paese che non pretende serietà. Non la vuole, non la ama, perché lo annoia. Vuole l’eccesso, la promessa fantasmagorica, lo scontro fisico, la comicità fatta politica, gli insulti, i pagliacci.
Questo è un circo.
Eravamo chiamati ad un voto di svolta, e ci siamo ritrovati con oltre la metà dell’elettorato che ha scelto due comici. Uno di professione, l’altro acquisito.
La botta è stata tremenda, e assolutamente imprevedibile. Mai avrei immaginato un ritorno così potente del ‘Caimano’, così come mai avrei pronosticato un Grillo PRIMO partito d’Italia, in grado di succhiare voti a tutta la sinistra. Quello stesso partito che ci vuole fuori dall’Euro e che minaccia la stampa, quello stesso partito (pardon, movimento) che posto dinanzi alla responsabilità della governabilità già se ne lava le mani, al grido ‘noi faremo opposizione’. Niente inciuci con nessuno, in conclusione, in modo da lasciare il folle cerino acceso dell’impresentabile grande coalizione (voto bis SUBITO) ai due B. Andare in Parlamento per limitarsi ad ‘urlare’. Prima in Piazza, ora a Montecitorio. Questo è l’immediato futuro del Movimento 5 Stelle. Non fare niente, perché tanto saranno gli altri a fare tutto. Ancora una volta. Quando si dice la buona politica. Eppure l’italiano medio ha scelto. Ha scelto la revolverata alla tempia, ridando fiato ad un partito che era morto, il Pdl, ed affossandone uno che stava provando a cambiare, quello relativo alla coalizione Pd+Sel, con tanto di primarie per il candidato e primarie per i rappresentanti in parlamento. Ma quali primarie, questi VOGLIONO la casta. Per poi lamentarsene.
Lo sconcerto, per quanto mi riguarda, è totale. “Ma se ci fosse stato Renzi…”, hanno detto in molti, cavalcando il solito e stupido giochino del ‘se’. Peccato che ‘se’ ci fosse stato Renzi, probabilmente, non ci sarebbe stato neanche più il Partito Democratico (memoria corta, era un tutti contro tutti), con tutti gli scenari ed incastri politici che ne sarebbero conseguiti del caso (sarebbe forse nata un’altra sinistra). Che il nuovo avrebbe ‘trionfato’ sul vecchio, infine, è tutto da dimostrare, visto che ci sono circa 9 MILIONI DI ITALIANI che hanno ancora una volta votato i La Russa, le Santanché, i Gasparri, gli Alfano, i Berlusconi e compagnia bella, dopo 20 anni di disastri politici, economici, sociali e morali, grazie solo e soltanto a 3 lettere: IMU.
L’unica verità, in questo martedì 26 febbraio, mi vede qui, davanti ad un pc, a rimpiangere il menefreghismo, l’antipolitica, la superficialità, il populismo, o forse dovrei dire l’esser ‘bionda’ inside. Perché almeno per un giorno vorrei tanto fregarmene, trincerarmi dietro l’immancabile ‘non ho mai votato, tanto sono tutti uguali’, guardare Barbara d’Urso, commuovermi insieme a lei, andare al cinema a vedere Il Principe Abusivo, comprare Chi, votare Grillo solo e soltanto perché ‘fa figo’, e tornare a letto in sella alla mia ostentata indifferenza politica.
Ma così non è. Perché sto qui, incazzato come una iena, avvilito e ancora sotto choc, a domandarmi COME MAI questo Paese si voglia così tanto male. Ma non c’è risposta.

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