Se i diritti civili meritano appena 30 secondi…

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30 secondi in 2 ore.
Il tempo di uno spot, di un caffè, di una rapida sgrullata dopo esser corsi al bagno.
Ieri sera su Rai 1 è andato in onda l’atteso confronto tv tra Matteo Renzi e Pier Luigi Bersani.
Un confronto serrato, ampio, battagliero. Un confronto finito alle ore 23, e che ha visto arrivare il tema dei DIRITTI CIVILI solo in fascia protetta.
Solo nel calderone delle domande VELOCI, da 30 secondi, per l’appunto.
Matrimoni gay, adozioni, omofobia: cosa fareste se diventaste Premier?
Renzi e Bersani non hanno fatto altro che replicare quanto già detto nelle ultime settimane, ma correndo, perché le lancette dell’orologio volavano.
I due minuti dell’inizio potevano e dovevano riguardare anche il tema dei diritti civili, ma così non è stato.
Meglio i 30 secondi, hanno pensato in Rai. Perché probabilmente questo contiamo. 30 secondi su due ore.
Faremo quel che ho detto, che l’eventuale Casini voglia o meno“, ha sottolineato Bersani, provando a mettere una toppa sulla sua unica e clamorosa sbandatura.
Perché il segretario Pd ha lasciato aperta una porta all’UDC, pur di arrivare ad una concreta governabilità ad aprile, quando si andrà a votare.
Renzi è stato invece chiaro. Niente inciuci con l’UDC. Ma neance accordi con Sel. Renzi vuol correre da solo, cullando l’utopia veltroniana che 5 anni fa portò alla distruzione della sinistra. Quel Pd arrivò al 33%, picco massimo. Il Pdl ci frantumò. Stravinse Berlusconi. La sinistra estrema rimase fuori dal Parlamento. Veltroni non voleva ripetere gli errori del passato, dell’armata Brancaleone dell’Unione. Giustamente. Ma sottovalutò la forza del proprio partito e soprattutto quella dei numeri. Perché nessuno vorrebbe ‘accordarsi’ con nessuno, per poter governare. Ma a meno di clamorosi trionfi alle urne, ANDRA’ fatto, a meno che non si voglia un Monti Bis trasversale. Bersani è stato coerente con quanto detto fino ad oggi. Renzi è stato netto a riguardo.  Ciò che ne è uscito fuori, 30 secondi ‘gay’ a parte, è un Partito che resuscita.
Il Pd di oggi è il Pd più forte di sempre, con o senza quell’isterica di Rosy Bindi. La mediaticità e la comunicazione da spot di Renzi hanno sicuramente ‘scosso’ l’intera classe dirigente. Un ticket con Bersani farebbe furore. Oggi come oggi in Italia non esiste ALTRO partito se non il Pd. A fine duello, sempre su Rai 1, sono comparse Daniela Santanché, la Gelmini, Lupi. Tutti da Vespa. A parlare delle NON primarie Pdl. Fare il confronto con quanto visto in precedenza era scontato. E non c’è storia. Il Pd è in fase di decollo. Il Pdl è già 3 metri sotto terra. Il Pd vincerà le elezioni, questo è poco ma sicuro, sia con Bersani che con Renzi al comando. Insieme, ed è questo che bisognerebbe capire, questi due potrebbero cambiare il Paese. Perché alla serietà e all’esperienza del primo, si aggiungerebbe la ‘paraculaggine’ del secondo, che io trovo insostenibile. Nichi Vendola da questo punto di vista ha già parlato, dicendo ai suoi elettori di VOTARE BERSANI.
Cosa che chiedo e rilancio anche io. Perché in 2 ore di parole, parole, parole, Renzi non ha fatto altro che sparare CANNONATE contro i dirigenti che l’hanno preceduto, contro il proprio partito e quel centrosinistra che in 15 anni è stato due volte al Governo. Dietro la bandiera della rottamazione, il nulla. Parole, parole, parole, ricche di retorica e demagogia, pronte a cavalcare termini come SPERANZA, SOGNO, ITALIA, CAMBIAMENTO. Mancava una scrivania, un contratto con gli italiani, una sigla di fondo, la promessa dell’abolizione dell’IMU, e il deja-vu sarebbe piombato su di noi. Renzi non ha mai realmente spiegato il COME, se non millantando numeri assurdi (ha promesso 20 miliardi di euro dal gioco d’azzardo. Certo), per poi scivolare su un Sud che a suo dire NON sarebbe un problema, dovendo semplicemente risolvere il dramma delle raccomandazioni (che infatti dilagano solo al Sud, certo), mentre dall’altra parte arrivavano risposte molto più chiare su lavoro, liberalizzazioni, agenda Monti. Se per il primo il terreno in cui si è combattuto era il SUO campo, essendo mediaticamente esplosivo, il secondo si è saputo difendere con le unghie e con i denti, facendo incamerare al Pd almeno un altro 2% sui sondaggi. Perché questo centrosinistra, con Sel al proprio fianco e un decente Premio di Maggioranza, può stravincere il confronto elettorale. E mandare affanculo l’Udc di Pier Ferdinando Casini. Che noi, vendoliani, bersaniani e renziani, TUTTI INSIEME APPASSIONATAMENTE, NON vogliamo.

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