Si FINGE gay per un anno e scopre l’omofobia

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Un vero e proprio esperimento (credibile? Domanda da un milione di dollari).
Sociale, sessuale, comportamentale.
Timothy Kurek, fino ad un anno fa eterosessuale, cattolico e bigotto, ha FINTO di essere gay per un anno, dopo lo scioccante coming out di un’amica.
La sua incredibile storia diventa ora libro (The Cross In The Closet), e finisce sull’HuffingtonPost americano.
Ho fatto coming out con tutti, con i miei genitori, con i miei amici, e il 95 percento ha smesso di parlarmi”.
Gli unici a sapere TUTTO erano una zia e un amico gay, ‘ingaggiato’ per fingere di essere il suo fidanzato.
La madre, inizialmente scioccata dalla notizia (avrei preferito sentirmi dire da un medico di avere un cancro che un figlio gay), si è pian piano avvicinata alla comunità glbtq, per amore nei confronti del figlio. Un figlio che per un anno ha lavorato in un café gay, frequentato bar gay e giocato in una squadra di softball gay. Mentre dentro, dietro la maschera, batteva il cuore di un eterosessuale, che ha finalmente capito un’assoluta verità:
Quello che ho passato è nulla se confrontato alla media di quello che passano gay e lesbiche. Loro non possono mai dire ‘solo 12 o otto o sei mesi prima di tornare ad essere ‘me’. “Quello che ho vissuto è stato solo un assaggio rispetto al reale male che tutti loro vivono ogni giorno“. Un male riconducibile all’omofobia, che questo ragazzo ha dovuto scoprire sulla propria pelle, prima di indignarsi e cacciarla via, dal proprio io etero, sbruffone e bigotto.

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