Trasmesso il pilot di The New Normal: al via la serie tv gay di Ryan Murphy

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C’è l’omosessuale alla ‘Jack’ di Will & Grace, modaiolo, spendaccione, macchiettistico, superficiale e apparentemente ‘stupido’, che capisce di voler diventare padre mentre fa ‘shopping’.
Al suo fianco troviamo il gay ‘irriconoscibile’, maschile, tifoso di football, ginecologo/matematico, che non si scompone mai. Una roccia inattaccabile, fino a quando il lato emotivo ‘crolla’, svelando un io finalmente ‘umano’.
Abbiamo poi la nonna bigotta, repubblicana, omofoba e razzista, bionda e ricca (una superba Ellen Barkin). Praticamente la ‘copia’ più snob e delicata della Sue Sylvester di Glee; a questi aggiungeteci la ‘frociarola’ di colore che non te le manda mai dire, replicando sempre e comunque all’attacco altrui, ed infine shakerate il tutto con la ‘ragazza madre’ di turno, tradita dal fidanzato di sempre, con una bambina di 10 anni da crescere, un lavoro da trovare, un presente costellato di sogni naufragati per colpa di una gravidanza precoce, e un presente da riscrivere facendo del ‘bene’.
Ovvero accettando di ‘crescere’ il figlio di una coppia gay all’interno del proprio utero. In cambio di 35.000 dollari.
Attaccato ancor prima di diventare realtà, The New Normal della NBC si è finalmente mostrato in rete attraverso il pilot.
Una prima puntata rapida ed introduttiva, ma assolutamente in grado di dettare le linee guida della nuova serie firmata Ryan Murphy.
Che scoperchia l’ipocrisia della destra americana, nel trattare i lineamenti delle ‘nuove famiglie’.
“L’anormale è il nuovo normale”, sentenzia ad un certo punto Andrew Rannells, rivolgendosi al compagno Justin Bartha.
Perché in un’epoca come questa, in cui tutto muta e tutto è lecito, normalità e pseudo anormalità si fondono in un tutt’uno, facendo sparire con uno schiocco di dita differenze solo sulla carta inconciliabili.
Battute fulminanti, personaggi da subito ben (e facilmente) caratterizzati, attori in parte e un tema, quello dell’omogenitorialità, mai così attuale e discusso come in questo momento, anche se inizialmente ‘apparentemente’ un po’ forzato e tirato per le orecchie (ma c’è anche un intera stagione televisiva da ‘raccontare’).
The New Normal ‘osa’, portando in tv una realtà sempre più evidente tanto in America quanto nel resto del mondo.
Perché si può essere gay e allo stesso tempo ‘ottimi genitori’.
Così come si può essere eterosessuali e ‘pessimi genitori’. Tutto è infatti possibile e nulla è arruolabile in un preciso recinto, sentenzia Ryan, giocando con cliché, false leggende ed attualità, strizzando sempre l’occhio al genere ‘commedia’ ma senza mai dimenticare quel lato ‘emotivo’ che attraverso uno sguardo, una scambio di battute o un semplice sottofondo musicale può tranquillamente sorprendere lo spettatore, finendo così per emozionarlo. L’11 settembre prenderà ufficialmente il via la prima stagione, dopo questo fulminante e ben augurante pilot.
Nell’attesa, nel caso in cui non l’abbiate ancora fatto, correte a vederlo. Perché quel genio di Ryan Murphy ha colpito ancora.
E buon The New Normal a tutti.

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