Spetteguless intervista Luca Sappino

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Ha solo 24 anni, un recente passato ‘politico’ e un futuro sempre più ‘giornalistico’. Nel mezzo, nel presente, c’è un attivismo glbtq invidiabile. E attenzione, perché stiamo parlando di un eterosessuale. Ovvero Luca Sappino, da tempo battagliero sui diritti dei gay, tanto da meritarsi il titolo di ‘paladino omosessuale’. Attualmente in radio con Ribalta, su Radio Popolare Roma, ha inoltre un blog e un programma radiofonico sul sito dell’Espresso, Comincio Lunedi, ma l’abbiamo visto anche su RedTv, ha scritto per Il Riformista e per Gli Altri, e a breve lo troveremo in edicola con Telese, oltre a fare politica attiva. Segue  Spetteguless, e da tempo volevo intervistarlo. Detto, fatto. Cari lettori, ecco a voi (l’affascinante) Luca Sappino.

Un giovane eterosessuale che lotta al fianco dei gay per tutelare i loro diritti mancati. A detta di molti questa ‘condizione’ potrebbe apparire ‘assurda’. Nel tuo caso è assolutamente veritiera, perché da anni ti batti per i diritti glbtq, pur essendo per l’appunto eterosessuale. Ora, potresti spiegarmi cosa ci dovrebbe essere di ‘anormale’, secondo il bigotto medio, in questa verità assoluta che fortunatamente ti riguarda?

Di “anormale” ci sono solo il pregiudizio e l’illogica convinzione che a battersi per il riconoscimento di qualsivoglia diritto debbano essere esclusivamente i diretti interessati. O, nello specifico, la convinzione che la lotta per i diritti omosessuali la facciano e debbano “logicamente” fare solo gli omosessuali. E perché però è poi “normale” – per usare il tuo termine – che un uomo scenda in piazza per i diritti delle donne, che i nativi manifestino per i diritti dei migranti, che chi vive in pace manifesti per la pace di chi invece vive in guerra? Io mi batto per il riconoscimento dei diritti degli omosessuali perché sono convinto che per il riconoscimento dei loro diritti – che in quanto tali esistono a prescindere dalle leggi e che vanno, appunto, solo “riconosciuti” – passi il livello complessivo di civiltà di uno Stato. Non c’è paese civile nella discriminazione. Per nessuno.

Nichi Vendola, dopo anni di troppi tentennamenti, negli ultimi tempi si è finalmente espresso a favore dei matrimoni gay. Sel, dinanzi ad un Pd che barcolla e delira, ha quindi preso una posizione chiara e netta sull’argomento. Ma tu credi che riuscirà a condividerla con il resto del ‘centrosinistra’, trasformandola in una bandiera elettorale da sventolare con forza, orgoglio e convinzione?

A richiedere, nel centrosinistra, i matrimoni gay oggi non è solo Sel (o meglio Vendola, visto che Sel, stando ai documenti congressuali, lo chiede ufficialmente da tempo): sulla stessa posizione è, ad esempio, anche Di Pietro. Non sono più pochi matti insomma, ma interi gruppi dirigenti, ad aver assunto il principio di parità e giustizia. Questo vuol dire che influenzeranno la coalizione e che la porteranno su una posizione definitivamente progressista? Non credo, temo di no. Credo che, l’ideologia delle idee miti, del moderatismo, porterà ancora una volta il centrosinistra ad esprimersi attraverso compromessi eternamente al ribasso.

Partito Democratico, dicevamo. Ora, dinanzi ad un IDV che sfiora l’8% e ad una SEL che sfiora il 6%, il PD sembrerebbe preferire allearsi con un UDC che non va oltre il 7%, gettando quindi automaticamente a mare un mare di voti. Se la matematica non è un opinione, ti sei fatto un’idea precisa su questa scelta suicida?

Credo che i dirigenti Pd stiano facendo male i loro calcoli. In queste settimane, per presentare Pubblico, il giornale che stiamo fondando, diretto da Luca Telese, stiamo incontrando nelle sezioni e nelle feste il popolo democratico, la base del partito, migliaia di elettori. E sai cosa ci dicono? Ci dicono tutti che, fosse per loro, non farebbero l’alleanza con Casini. Molto più condivisa è l’idea di un centrosinistra classico, anche se ristretto, con Sel e Idv, oppure di un ritorno alla vocazione maggioritaria di memoria Veltroniana. E vuoi saperla tutta? Secondo me così finirà. Tutti da soli e poi si vede. Anzi, tutti soli e poi ancora “ce lo chiede l’Europa”: la più grande truffa del secolo, dietro cui si nascondo sempre e solo le politiche più recessive e lo smantellamento sistematico dello stato sociale, la privatizzazione dei servizi e dei beni comuni. Hai mai sentito dire a qualcuno, “dobbiamo sostituire 20mila autobus troppo vecchi e inquinanti, perché ce lo chiede l’Europa”? No. Eppure l’Europa ci chiede anche quello, multandoci ogni anno perché facciamo girare dei ferri vecchi nelle nostre città. Dipende quindi da quale Europa ascolti. Quale Europa vuoi ascoltare.

Da romano che lotta per i gay vivendo spesso in prima persone le associazioni glbtq capitoline, non posso esimermi dal chiederti un parere sul litigioso mondo del nostro associazionismo. Mario Mieli, Di Gay Project, Arcigay. Ti sei fatto un’idea a riguardo? Possibile che possano avere credibilità e diffusione mediatica ‘leader associativi’ come Imma Battaglia, teoricamente in lotta per i nostri diritti, per poi sposare le parole di Ferdinando Casini e dire NO alle unioni civili, perché il Paese a suo dire avrebbe giustamente altro a cui pensare?

L’ho scritto sull’Espresso, quello che penso delle parole di Imma Battaglia su Casini. Ed ho scritto condannando ma senza alcuna traccia di stupore. Perché, osservando dall’esterno, capita spesso di accorgersi che parte del movimento, magari impegnato nel salvaguardare qualche locale, qualche festival, qualche appuntamento estivo, qualche patrocinio o finanziamento, assuma atteggiamenti contraddittori verso la politica. A te sembravano parole di “apertura”, come le ha definite Battaglia, quelle di Casini? Il leader dell’Udc disse “i matrimoni tra gay sono un’idea profondamente incivile, una violenza della natura e sulla natura”: bisogna proprio aver letto male per coglierci segni di “apertura”. Detto questo, credo che il movimento Lgbt sia quanto di più vitale c’è in Italia, insieme alla creatività delle nuove lotte operaie, che ci hanno partoto sui tetti delle fabbriche, su un’isola e sulla torretta di controllo dei treni. Non è un caso che oggi si parli molto dei matrimoni gay. Vuol dire che la parte buona, caparbia e coraggiosa del movimento – che è assolutamente maggioritaria – è riuscita ad affermare nuove parole d’ordine, sempre meno – finalmente – propense al compromesso. Perché, lo dicevamo prima, i diritti esistono e basta, e il loro riconoscimento o è completo o non è tale.

Una proposta ovviamente ‘provocatoria’. Pochi giorni fa mi son chiesto, via blog, perché non fondare un partito/lista civica a tinte gay? Perché non metterci la faccia e ‘lottare’ in prima persona, e direttamente dalle stanze del potere, per far propri quei diritti che i partiti ‘reali’ si ostinano a non volerci concedere? Un tuo parere a riguardo.

Credo che di partiti ce ne siano già molti, forse troppi. E credo che basterebbe votare con maggior intransigenza. Continui a prendermi in giro con documenti contraddittori, fumosi e timorosi di scomuniche? Non ti voto. Mi prometti cose concrete, chiare, determinate e rivendicate? Ti voto. Ma è poi soprattutto importante che i gay, e coloro che si battono per i diritti Lgbt – che, è bene ricordare, vanno oltre il matrimonio, e passano, ad esempio, per la legge sul cambio del nome anagrafico delle persone transessuali, a prescindere dal procedimento chirurgico – mantengano o scelgano l’impegno in prima persona. Ma questo impegno, è sempre meglio esercitarlo al fianco di altri, mescolando gli impegni e intrecciando le vertenze.

Nichi Vendola Presidente del Consiglio. A tuo avviso il Paese è pronto per dire ‘sì’ ad un Premier dichiaratamente gay?

Abbiamo avuto vent’anni di Berlusconi. Gli Italiani non si lasciano impressionare da nulla. Il paese è molto meno bacchettone e moralista della classe dirigente. Gli Italiani sono cattolici, ad esser clericali sono i leader politici. Tu avresti detto che la Puglia era pronta ad avere un presidente Gay? Ecco, appunto.

Hai mai avuto ‘avance’ omosessuali? E soprattutto, ti hanno mai etichettato come gay, visto il tuo straordinario attivismo, rinfacciandotelo come insulto?

Se ti vedono sfilare ad un pride, tenere un cero ad una veglia contro l’omofobia oppure raccogliere firme per i matrimoni gay, tutti pensano che tu sia gay. E’ il pregiudizio di cui parlavamo prima. “Avance”? E’ capitato. E i complimenti, come sai, sono sempre graditi.

L’Oscar ‘omofobo dell’anno’. Possiamo assegnarlo solo ad una persona: a chi lo daresti e perché?

Giovanardi, per la costanza.

Siamo alla fine, promesso: Pubblico di Luca Telese, ‘dalla parte degli ultimi e dei primi’, sentenzia il giornale ‘delle famiglie’, e non della ‘famiglia’, in edicola dal 18 settembre, senza finanziamenti e a caccia di abbonamenti on-line. Te ne farai parte. Cosa dobbiamo aspettarci? Cosa differenzierà ‘Pubblico’ dai tantissimi altri quotidiani che tutte le mattine possiamo trovare in edicola? Cosa ti aspetti e a cosa dobbiamo prepararci?

Dovete prepararvi ad un giornale bello, molto grafico, colorato, che sarà piacevole nella forma come nella sostanza. Fondiamo un nuovo giornale perché non crediamo che il ruolo del giornale possa essere, come invece è il Fatto, solo quello di distruggere e deprimere, ma che si debba costruire, raccontare il coraggio ed entusiasmare. Faremo un giornale con le notizie: l’economia, la politica, gli esteri, lo sport, la cultura, le inchieste. Faremo un giornale con molte analisi. Faremo un giornale, però, soprattutto, pieno di storie. Un giornale di sinistra che sia però, per la sinistra politica, una sveglia sempre trillante: è ora che si scrollino di dosso il sonno! Poi, ti ho detto, Pubblico sarà il giornale delle famiglie, e non della famiglia, alla faccia del Family Day. Perché racconteremo, ogni volta che ci sarà occasione, il mancato aggiornamento del diritto di famiglia – come sul nostro sito pubblicogiornale.it ha già fatto Chiara Lalli – e il sostegno negato alle famiglie, tradizionali e non, ridotte alla fame, all’indigenza e al sacrifico.

Conduci Ribalta su Radio Popolare Roma, hai un blog e un programma radiofonico sul sito dell’Espresso, Comincio Lunedi, ti abbiamo visto su RedTv, hai scritto per Il Riformista e per Gli Altri, a breve ti troveremo in edicola con Telese e fai politica attiva, a soli 24 anni. Ora, io mi chiedo, ma riesci a dormire la notte o lavori 24 ore su 24?

Dormo, dormo.

Grazie Luca!

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