Spetteguless intervista Stefania Orlando

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Eletta non si sa come, non si sa quando e non si sa perché ‘icona gay’, Stefania Orlando da mesi cavalca con forza questo ‘titolo’ che nel corso degli anni, dopo concerti al Gay Village, comparsate al Pride e presenze a Muccassassina, sfoggia con orgoglio. Incuriosito dal ‘personaggio Orlando’, passata dalla tv alla musica con coraggio e convinzione (la propria), ho deciso di intervistarla su Spetteguless. Grazie alla fondamentale collaborazione di Alessio Poeta, la Orlando ha provato a ‘spiegare’ i  motivi che la legano alla comunità glbtq, senza perdere l’occasione di parlare di politica e di una sua EX collega televisiva, poi diventata Ministro della Repubblica, ovvero Mara Carfagna.

Sei stata spesso accusata di esserti avvicinata al mondo gay per convenienza. Cosa ne pensi?
(ride). Sono da sempre circondata da persone gay; non le vado a cercare ma sarà sicuramente una
questione di karma. Mi sono sempre avvicinata al mondo glbtq in modo molto naturale e senza
secondi fini. Chi vive a Roma può sicuramente constatare che mi ritrovo spesso nei locali gay non
per lavoro ma per il piacere di trascorrere una serata con i miei amici all’insegna dell’ironia e della
buona musica. Mi è stato chiesto di fare il video-spot per l’Europride, l’ho fatto come tanti altri personaggi, ma poi personalmente ho anche partecipato all’Europride facendomi tutto il corteo fino all’esibizione finale di Lady Gaga. Qualcuno ha pensato che io lo faccia per avvicinarmi a questo pubblico, ma io non faccio
distinzioni di pubblico etero, gay, donne o bambini. Chi fa queste distinzioni sbaglia per primo.
Non so dove sia la convenienza, io sono una gay-friendly convinta.

In un momento così delicato, politicamente parlando, chi vedresti come premier?
Al momento mi sento delusa da tutti. Ci vogliono facce ed idee nuove e spero che Monti possa
riprendere in mano la situazione. Per la sinistra sarei propensa a Nichi Vendola, che ho avuto il
piacere di conoscere durante l’Europride. L’ho trovato una persona disponibile e preparata.

Pensi che il paese sia pronto ad un premier gay?
No. guardandomi intorno noto con dispiacere che molte persone sono ancora molto reticenti e
scettiche davanti l’omosessualità.

Nel tuo passato televisivo sei stata sostituita da Mara Carfagna, la quale, da li a poco, ha abbandonato il ruolo di conduttrice per immergersi nel mondo della politica. Eri al corrente di questa sua propensione al
mondo politico?
No. Diciamo che non abbiamo neanche mai avuto modo di parlare approfonditamente
dell’argomento. Lei è entrata ed io sono uscita. Il suo ingresso in politica non mi ha stupito,
in fondo era stata preceduta da altre donne come Gabriella Carlucci e da Elisabetta Gardini. Tra le altre cose per il
nostro paese tutto ciò è una cosa così normale.

Non hai mai pensato di seguire le sue orme?
No. Sono una persona troppo passionale, sensibile e non riuscirei ad ignorare i problemi di un paese
intero. Il mio mestiere è lo spettacolo.

Il tuo nome non è mai uscito in scandali stile Vallettopoli o BungaBunga contemporanei. Hai mai
conosciuto Silvio Berlusconi?
No, non ho mai avuto occasione.

Dispiaciuta?
E’ chiaro che oggi come oggi fa piacere non essere coinvolta in questi scandali.

Improvvisamente hai virato al mondo della musica. Sotto la luna, Marimbabà, Su e Giu e la Crazy Dance. Non pensi di
essere caduta nel trash?
Ma sai, in fondo anche il trash è arte. In molti le definiscono trash, altri allegre, ad alcuni
piacciono e ad altri no. Il messaggio che ho sempre voluto comunicare è la leggerezza e la
spensieratezza. Trovo che sia meglio non cadere nel volgare che nel trash, e poi alcuni dei nostri
artisti italiani, senza fare nomi, sono delle vere e proprie icone trash con pezzi pazzeschi.

Ma con l’assurdo video della crazy dance non credi d’aver esagerato?
La Crazy Dance è trashissima (ride). La crazy Dance nacque per gioco, avevo voglia di fare una
cosa estiva coadiuvata da una coreografia e da un video fatto in casa che speravo portasse ironia e
non cattiveria.

Britney Spears o Lady Gaga?
Lady Gaga.

Tra 7 giorni uscirà A TROIA, il tuo nuovo singolo.
E’ una canzone contro il sistema con un’impronta molto rock. Non ho capito ancora se i giovani
si adattano al sistema o se è il sistema che obbliga i giovani ad adattarcisi. Il sistema in questione
è quello dove tutti vogliono tutto subito, senza faticare e scendendo a compromessi: pagando e
prostituendosi. Oggi si cerca subito qualcuno d’importante per potersi sistemare, non si fanno più
concorsi perché magari taroccati già in partenza e così quel poco di meritocrazia che c’era è andata
a scomparire. Non voglio fare la bacchettona, ma negli ultimi anni c’è stata purtroppo una vera
eclissi di valori.

C’è qualche riferimento politico?
Non faccio riferimenti politici. Il sistema è sicuramente sbagliato che poi sia colpa della politica
potrebbe essere un dato di fatto però io nella canzone non accenno parti o persone politiche. Mi
piacerebbe un mondo di giustizia e meritocrazia, ma probabilmente la mia è tutta utopia.

Ti sei mai sentita punita dal sistema?
Non vorrei che A TROIA parlasse solamente di me e del mio lavoro. Io sono sicuramente una
donna che ha avuto difficoltà nel ritrovarmi uno spazio mio. Potrei dire ingiustamente, ma non
ho mai fatto polemiche o pianti d’ordinaria amministrazione. Mi sono rimboccata le maniche
reinventandomi con la musica.

Progetti futuri?
Tra 7 giorni uscirà A TROIA con relativo video-clip e sarò impegnata per promuovere il
pezzo . Tutti i sabato mattina sono su Rai1 a Mattina in Famiglia, a primavera uscirà in tutti
i cinema “Nuovo Ordine Mondiale”, un film di Mario Ferrara dove recito assieme ad Andrea
Roncato e Enzo Iacchetti e ad aprile ripartirà il mio tour con gli Orlando Furiosi .

Per chiudere con un tema glbtq. Cosa ne pensi delle adozioni da parte di due persone dello stesso sesso?
Sono favorevole. Dove c’è amore c’è una famiglia. E’ imbarazzante sentire in tv o in radio persone
che sostengano che un bimbo, con due papà, si ritroverà ad essere anche lui gay. Bisognerebbe
sicuramente creare prima le condizioni culturali affinché non ci siano pregiudizi e discriminazioni
in un Paese fortemente cattolico quale è l’Italia. La cosa più grave è che nel 2012, in un paese come
il nostro, non c’è ancora una legge contro l’omofobia.

Grazie Stefania.

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