Spetteguless intervista Ivan Scalfarotto – Vice Presidente del Partito Democratico

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L’ho inseguito a lungo e alla fine ce l’ho fatta. Perennemente in viaggio e sempre più attivo all’interno del Partito Democratico, Ivan Scalfarotto, vice presidente del maggior partito del Paese, sondaggi alla mano, si è ‘confessato’ a Spetteguless. Un’intervista a tutto campo, credo estremamente chiara ed interessante, per un uomo che dal punto di vista politico, a detta del sottoscritto, andrebbe semplicemente clonato. E ora, buon Scalfarotto a tutti:

Prima domanda secca. Spiegami perché un elettore di centrosinistra omosessuale dovrebbe votare Partito Democratico, quando al suo interno ancora oggi ci sono molti esponenti filo-clericali particolarmente restii a qualsiasi apertura al mondo glbtq. Possibile che nessuno capisca che in questi ultimi anni migliaia di voti si sono dispersi proprio per questo motivo?

Perché io non credo alla categoria dell’“elettore-di-centrosinistra-omosessuale”. La mia opinione è che da un lato gli elettori omosessuali non dovrebbero votare in modo corporativo, solo sulla base dell’attenzione ai soli temi di loro interesse, ma occuparsi di votare per il partito che complessivamente (diritti civili inclusi, ma non solo) li convince di più per il governo del Paese. Dall’altro gli elettori eterosessuali non dovrebbero essere meno attenti ai diritti civili degli elettori gay o lesbiche, dato che vivere in un paese più civile dovrebbe essere un interesse di tutti e non solo dei diretti interessati. Detto questo, i motivi per cui incoraggio etero e gay a votare PD è che il mio è l’unico partito italiano senza nomi sulle sue bandiere, anzi l’unico che si chiami ancora “partito” e con una presenza vera nel paese, la cui linea è determinata dal consenso popolare alle primarie (chi dovesse essere il segretario lo hanno deciso 3 milioni e passa di italiani nel 2009) ed è un partito che ha contribuito in modo fondamentale alle molte buone cose che si sono fatte in Italia quando la sinistra ha governato. Basterebbe confrontare Ciampi o Padoa-Schioppa a Tremonti, Sacconi, Bondi e Calderoli. Poi aggiungo che in Italia, come nel resto d’Europa, anche per pure ragioni aritmetiche, senza il voto della sinistra riformista le leggi sui diritti civili non si faranno mai. Per questo il PD ha bisogno di essere radicalmente rinnovato, ma certo non indebolito né sconfitto: del resto nel PD ci sono i clericali ma ci sono anche persone di limpide posizioni laiche e di progresso che andrebbero sostenute ed incoraggiate perché possano influenzare le politiche del partito più di quanto non siano in grado di fare oggi. Invece oggi proprio quelle persone vengono spesso lasciate sole a combattere nel partito da un elettorato spesso giustamente deluso (però i sostenitori di Fioroni non si deludono mai, chissà com’è). Un’ultima cosa: un certa attenzione tattica secondo me eccessiva al voto cattolico non è solo un problema del PD, purtroppo. Politici che si definiscono pubblicamente e continuamente cattolici sono a capo di quasi tutti i partiti italiani, a destra come a sinistra.

Da subito, da quando è stato annunciato, hai sempre detto no all’outing politico di massa. Ancor prima che la lista venisse pubblicata, e aihnoi senza ‘prove’ di qualsiasi tipo. Non credi però che sia giusto smascherare l’ipocrisia di quei politici che quotidianamente insultano e spesso denigrano gli omosessuali, per poi vivere in privato proprio quella realtà da loro tanto attaccata?

L’outing è una tecnica violenta e becera ormai superata anche all’estero che ha il solo scopo di far trascendere il dibattito su questioni molto serie al livello dell’indegna rissa da pollaio a cui ci ha abituati la politica italiana. Secondo me non serve a nulla, anzi fa arretrare la risoluzione dei problemi. La vicenda dell’outing è stata un pastrocchio colossale che ha portato due minuti di stupida visibilità gossippara all’inizio e molto danno e discredito alle nostre buone ragioni alla fine: per una volta in Italia mi piacerebbe che un errore politico di tale assoluta gravità non finisse nel dimenticatoio. Parliamo sempre di responsabilità e di accountability. Ecco: questo è un caso di scuola per applicarle.

Da vicepresidente del Partito Democratico immagino che ti stia preparando per le ormai imminenti elezioni politiche. Proverai ad entrare alla Camera dei Deputati? C’è chi dice che sia nata una sorta di ‘battaglia mediatica’ interna al partito tra te ed Anna Paola Concia, unica deputata lesbica dichiarata di questa legislatura. C’è del vero? Scorre buon sangue tra te ed Anna Paola?

Sul piano personale io e Paola siamo ottimi amici. Pensare che una mia candidatura sarebbe in concorrenza con quella di Paola è una vera scemenza, e anzi dimostra tristemente quanto la nostra comunità debba uscire da una visione un po’ angusta di riserva indiana per rivendicare spazi ben più rilevanti di quelli di cui godiamo oggi. Così come non dovremmo essere “elettori-gay” ma “elettori-e-basta”, dovremmo tutti concordare che non esiste nemmeno il “parlamentare-gay”, ma esistono i “parlamentari-e basta”: e infatti Paola ha fatto in questa legislatura mille grandi battaglie per i gay ma ha esercitato le sue prerogative anche votando sul bilancio dello Stato, sulla difesa, sull’agricoltura, sulla sanità, le teclecomunicazioni e sul lavoro come tutti gli altri parlamentari. Nella prossima legislatura saranno in palio, tra Camera e Senato, 945 seggi e i cittadini GLBT che vorranno (spero molto numerosamente) essere eletti competeranno per uno dei 945 seggi insieme a tutti gli altri cittadini, non certo per l’unico seggio riservato ai panda. E comunque la rielezione di Paola è strameritata, ma scherziamo?

Tempo fa una tua lettera aperta al movimento glbtq ha creato dibattito. A quella tua proposta rispose in maniera decisamente ‘sorprendente’ Imma Battaglia, Presidente DiGayProject, che con calma e tranquillità affermò: “Rimetto il mio attivismo in favore di una diversa coscienza per superare la crisi. Accolgo l’apertura manifestata da Scalfarotto, ma ritengo che i gay possano dare il loro vero contributo soprattutto partecipando, come avvenuto in altri Paesi, ai piani di sviluppo economico. I gay possono trainare la ricchezza del Paese, formulare idee e proposte e dare contributi di solidarietà su base volontaria. Adesso dobbiamo fare squadra e pretendere, al posto di slogan e propaganda, programmi concreti di riforma economica, politica, sociale e civile”. Cosa rispondi ad Imma?

Che sono d’accordo con lei. Dopodiché io credo che per fare tutto questo i cittadini GLBT italiani debbano concorrere alla vita del Paese con pari responsabilità ma anche con pari diritti e dignità. Le cose devono essere in perfetto equilibrio.

Mario Mieli, Arcigay, DiGay Project, Equality, ArciLesbica, Agedo, e tante altre sigle che neanche ricordo. Il movimento omosessuale italiano è composto da decine di associazioni, spesso e volentieri tutt’altro che unite ma anzi purtroppo battagliere sul da farsi. Possibile che non si riesca ad unire l’intero movimento sotto un’unica bandiera? E’ davvero così complesso anteporre i biechi interessi personali per quelli dell’intera collettività, che da anni chiede a gran voce unione?

Più che una domanda mi pare una constatazione. Non ti posso dare torto, ed è una cosa che ho sempre detto e scritto. Io credo che dovrebbe esistere una sola associazione GLBT generalista e altre di tipo strettamente tematico, come accade altrove. Invece di associazioni generaliste in Italia non solo ce ne sono troppe ma vedo che, senza che se ne sentisse alcun bisogno, addirittura aumentano di numero.

Nichi Vendola Presidente del Consiglio. Credi che il 50%+1 del popolo italiano potrà mai eleggere un candidato dichiaratamente gay, che sia di destra o di sinistra?

Direi proprio di sì. Lo hanno già fatto i pugliesi, che so per certo essere italiani.

Nell’anno di ‘Forza Gnocca’ abbiamo assistito ad un lungo silenzio vaticano sulle incredibili avventure sessuali più o meno private di Silvio Berlusconi. Quello stesso Vaticano che durante il Governo Prodi scese in piazza per dire no ad una banale legge sulle coppie di fatto. Vorrei avere una tua semplice opinione a riguardo.

E’ un’opinione molto severa, la mia. La trovo una contraddizione gravissima ed inspiegabile. La posizione della Curia sull’omosessualità va spesso al di là confini dell’omofobia dichiarata. Che poi questi inflessibili guardiani della morale accettino di appoggiare uno accusato di andare a letto con prostitute minorenni senza dire una parola è una responsabilità storica, politica ed etica che la Curia prima o poi sarà chiamata ad affrontare. Non sarebbe la prima volta: guarda cosa è successo in tempi recenti alla Curia per non aver tenuto una posizione limpida e cristallina sulla pedofilia tra il clero negli Stati Uniti o in Irlanda.

Rimanendo in ambito Partito Democratico. C’è un programma da stilare il prima possibile, con annesse alleanze. C’è chi strizza l’occhio a Vendola e Di Pietro e chi all’UDC di Casini, Buttiglione e la Binetti. Tornando alla domanda numero 1, possibile che ci sia ancora qualcuno incapace di intravedere l’evidente suicidio ‘elettorale’ a cui si rischierebbe di andare incontro?

Mi pare che le generazioni più giovani che si stanno candidando a prendere in mano il partito parlino meno di alleanze e più delle cose da fare. Sono stato da Civati e Serracchiani a Bologna, lì c’era anche Zingaretti. Li ho sentiti parlare e ho sentito cose molto più concrete e vicine alla vita delle persone di quelle che ha detto D’Alema nella sua recente intervista al Corriere della Sera, quella dell’alleanza con i moderati e del raggiungimento della “quota 60%”, in cui si parlava secondo me come al solito troppo di pallottoliere e troppo poco dei problemi del paese.

Ultime domande, promesso. Si va al voto entro 12 mesi. E’ praticamente certo. Cosa dovremo attenderci dal PD? Legge contro l’omofobia, coppie di fatto o anche matrimonio gay?

Io lavoro per la dignità e la piena uguaglianza delle persone GLBT. Punto. Capisco che potrà forse essere necessario del tempo, ma quella è la strada maestra. Il partito ha una commissione attualmente al lavoro su questi temi e quelli legati al fine vita e alle questioni dei diritti: stiamo facendo una discussione molto seria (quale altro partito la fa?), vediamo cosa ne verrà fuori. Certo io sto lì a rappresentare il nostro punto di vista e non sono il solo: oltre a me e a Paola Concia c’è gente come Luigi Manconi, Claudia Mancina, Ignazio Marino, Vittorio Angiolini, Aldo Schiavone. Vigileremo e lavoreremo nella direzione dei diritti.

Rimanendo su quest’ultimo punto. Da ‘londinese’ di adozione quale sei, quali differenze ci sono dal punto di vista ‘giuridico’ tra un gay londinese e un gay romano? Per i tanti che non lo sapessero.

Che il gay romano giuridicamente non esiste né in quanto parte di una coppia né di una comunità. I gay italiani non sono riconosciuti da nessuna legge in quanto gruppo, ecco il motivo dell’impossibilità di approvare una la legge, come quella sulla violenza omofobica, che per la prima volta ci individuerebbe – sebbene soltanto nella triste condizione di potenziali vittime, certo non in quella di cittadini attivi – in quanto categoria. E’ la famosa “teoria del piano inclinato” quella che spinge i cattolici a non approvare nemmeno leggi minimali come quella contro la violenza omofobica (è così che andrebbe chiamata). Perché una volta che sei ufficialmente e legalmente individuato come una categoria portatrice di alcuni diritti, anche molto basici e scontati come quello dell’incolumità fisica, come si fa a poi a negarti la pienezza degli altri diritti? A Londra le persone GLBT sono rigorosamente tutelate e rispettate come singoli, come persone, come cittadini, come famiglie e, collettivamente, come una delle comunità di minoranza nel Paese. Innanzi tutto dalla legge e poi dalla società, che dalla legge ha tratto, come accade nei paesi a democrazia matura, non solo una norma cogente di comportamento ma anche un messaggio morale.

Chiusura. Sei innamorato? E se sì, com’è l’amore gay? Vogliamo ‘raccontarlo’ ai tanti che quotidianamente non fanno altro che vomitare inutili cliché sull’argomento?

Molto innamorato, grazie. Raccontarti il mio amore? Il mio Federico, che è un tipo parecchio schivo e mi dice sempre che la nostra storia è una cosa che riguarda solo noi due e non la stampa e i paparazzi, non credo apprezzerebbe troppi dettagli o “cadute romantiche” da parte mia in questa intervista. Credo però che sarebbe d’accordo con me se dicessi semplicemente che ci amiamo, ci proteggiamo a vicenda, ci sosteniamo nei momenti di debolezza, e insieme ci divertiamo anche parecchio. E’ la persona che mi ha consentito tante volte, come credo io a lui, di fare il passo più lungo della gamba: per essere più precisi come la somma delle nostre gambe. Insomma, siamo una famiglia con gli stessi bisogni, le stesse gioie, gli stessi problemi ma anche le stesse potenzialità e lo stesso valore di tutte le altre famiglie. Per questo, noi come migliaia di altre coppie gay e lesbiche, abbiamo bisogno delle stesse leggi e degli stessi diritti degli altri. Chi non lo capisce o è stupido o è, più probabilmente, in grave mala fede.

Grazie Ivan.

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