Se l’outing politico di massa SFASCIA il movimento glbtq…

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Lo scontato terremoto politico. Che incredibilmente è partito dall’interno dello stesso movimento glbtq. Perché dopo l’annuncio che il prossimo 23 settembre partirà l’outing di massa, con lo snocciolare in rete i nomi dei politici omofobi GAY d’Italia, è successo il putiferio. Con chi è d’accordo e chi assolutamente contrario. E’ violento, è incivile, è una macchina del fango. Tuonano i contestatori. Dimenticandosi che andando avanti con le CANDELE sotto Montecitorio probabilmente finiranno per ascoltarci nel 3000. C’è una classe politica MESCHINA, IPOCRITA e REPRESSA, che di giorno dice NO ai diritti glbtq per poi divertirsi la sera tra le fratte della gay street romana? C’è o non c’è?!? Sì, c’è, ed è arrivata il momento di ‘smascherarla’. Perché qui sono ANNI e ANNI che giocano con la nostra pelle. Che fanno campagna elettorale SU di noi. Che raccolgono voti e consensi clericali spalando merda su chi non chiede NULLA se non i propri DIRITTI. Ed è arrivato il momento di dire basta. Facendo cosa? I loro nomi. Punto. E’ un REATO essere omosessuali? No, e allora dov’è quest’indecenza. E’ PRIVATO? Ma chi l’ha detto. Lo è fino a quando tu, politico, scendi direttamente in campo entrando a gamba tesa sulla VITA di migliaia e migliaia di cittadini. Quegli stessi cittadini che ti hanno votato, e che ti pagano lo stipendio. Le strade intraprese in questi ultimi anni per non arrivare al GIORNO DEL GIUDIZIO dell’outing di massa sono state a DECINE, e l’abbiamo provate TUTTE. Ricevendo in cambio cosa? Sfottò, insulti, calci in culo. Siete cittadini di serie b e tali rimarrete. Ce lo dicono da anni, ce lo URLANO tutti i giorni, dalla tv, dalla stampa, dalle radio. E la cosa davvero incredibile è che molto spesso, troppo spesso quegli stessi accusatori sono omosessuali come noi, nascosti, silenziosi, e subdoli. Quindi io mi chiedo come sia possibile che il movimento glbtq nazionale, storicamente IN GUERRA PERENNE, sia riuscito a dividersi ANCHE in quest’occasione. Franco Grillini ha detto NO. Proprio lui, che per ANNI ha parlato di gay in Parlamento. A dire no anche Paolo Patanè, Presidente Arcigay, che parla addirittura di MACCHINA DEL FANGO. “Questa becera operazione scandalistica offende la dignità delle persone. Tutti hanno il diritto alla sua privacy“, tuona Patané, a cui fa da sponda l’immancabile Imma Battaglia, ovviamente contraria: “Non condivido l’outing, né dal punto di vista umano e né da quello politico. E, poi, come stabiliamo chi è omofobo? Chi vota contro la legge sull’omofobia è omofobo? Io non sono d’accordo. L’outing è un gesto aggressivo e violento, che invade incredibilmente la vita delle persone e sposta l’ago dell’attenzione da quello che è un problema politico“. A riportare il tema sulla ragionevolezza Anna Paola Concia, che sembra quasi mediare tra i due partiti: “Mi rendo conto che quello dell’outing è un rimedio estremo, che nasce anche da una condizione, quella degli omosessuali italiani, di cittadini senza diritti. Del resto, siamo di fronte a qualcosa che all’estero avviene regolarmente: si vuole punire l’incoerenza di certe persone. L’outing mette in evidenza una contraddizione, che è riassumibile nel motto italiano del ‘predicare bene e razzolare male“. E qui la Concia colpisce nel segno. Perché se tu, Parlamentare finocchio, vai alla Camera e dici NO ad una Legge contro l’Omofobia, rilasciando magari anche dichiarazioni alquanto piccate nei confronti del mondo glbtq, ti MERITI lo sputtanamento.
Come ha giustamente sottolineato Giuseppina La Delfa, storica presidente dell’associazione Famiglie Arcobaleno, che si è così meritata la standing ovation di giornata: “Mentre noi arranchiamo o moriamo uccisi o feriti da fratelli omofobi, mentre noi siamo rifiutati da genitori leghisti o cattolici integralisti, altri, seduti sui banchi del parlamento e del senato, quelli e quelle che votano leggi contro di noi o che ignorano le nostre difficoltà o le negano, vivono di nascosto la loro omosessualità. E nel buio delle stanze, nella vergogna e la paura, come topi di fogna, fanno compagnia a preti, vescovi e prelati di ogni tipo che quando non sono pedofili, rasando i muri come fantasmi o scendendo nelle cantine della vergogna, quelle delle loro teste malate, consumano sesso senza il coraggio di creare legami aperti e degni e facendo danni a se stessi e a tutti noi. Personalmente, verso questa gente, non avrei nessuno rimorso a trombettare alto e forte la loro omosessualità al pubblico”.
10, 100, 1000 Giuseppina.

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