Il PD risponde a Massimo D’Alema sui matrimoni gay: parlano Scalfarotto e Lo Giudice

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Dopo il fiume di polemiche sul suo NO ai matrimoni gay Massimo D’Alema si è scusato. Ha parlato di incomprensioni, ha provato a riattaccare i cocci, ma il danno, anche solo mediatico, ormai è stato fatto. Che un partito di centrosinistra moderno, a suo dire orgogliosamente ‘DEMOCRATICO’, abbia al suo interno idee simili sulla società di oggi, tanto da dividere ANCORA il mondo tra omosessuali ed eterosessuali, tra matrimoni civili, religiosi e unioni, tra sensibilità cattoliche e non, fa ridere. Ecco perché è DOVEROSO fare dei distinguo. Che ovviamente NON sono arrivati dal leader Pierluigi Bersani. Che ha taciuto sull’argomento, sbagliando. Perché NON c’è l’UDC da ammaliare, ma un enorme elettorato di centrosinistra stanco di questo Governo BECERO ed INDEGNO, ma anche, se non soprattutto, delle tante, troppe strizzatine d’occhio al vecchio e stantio mondo cattolico dell’ex DC, politicamente morto e sepolto, da riconquistare. Ecco perché vanno segnalate le parole di due esponenti del Partito Democratico come Ivan Scalfarotto, VICE PRESIDENTE del Partito, e Sergio Lo Giudice, capogruppo del PD al Comune di Bologna, che con coraggio propongono una RETE per il PD.  Un manifesto per uno STANDARD europeo dei diritti delle persone omosessuali e transessuali in Italia, che parli di matrimonio, riconoscimento delle famiglie omogenitoriali, gestione della transizione per le persone transessuali ed estensione delle legge Mancino contro l’odio omofobico. Queste le loro parole, mentre DOPO il saltino troverete l’intero MANIFESTO, che andrebbe scritto sulla PIETRA del programma del PD.

“Il fatto che persino una persona colta e avveduta come Massimo D’Alema confonda matrimonio civile e religioso e consideri l’istituto matrimoniale come ‘un’unione tra persone di sesso diverso, finalizzata alla procreazione’ dimostra un’esigenza non più procrastinabile: che venga alla luce quella parte del Partito Democratico che – portando il PD ad allinearsi con i partiti progressisti, socialisti democratici e con la legislazioni più avanzate nel mondo – è a favore del matrimonio e che a sostegno di questi democratici si schierino le associazioni nazionali lgbt e tutto il movimento gay e lesbico italiano”.

DIRITTI E DIGNITÀ LGBT: UNA RETE PER IL PD

L’Italia appare sempre più caratterizzata da un complessivo arretramento politico, sociale, economico e culturale. La politic a
risulta ostaggio di una maggioranza illiberale, che mina in tutti i campi il principio costituzionale di laicità, rendendo così
volontariamente impossibile la collaborazione e la crescita comune tra culture diverse.
L’arretratezza dell’Italia nella tutela dei diritti e della dignità delle persone lesbiche, gay, bisessuali e trans è uno dei sintomi di
tale arretramento, ma è un fenomeno che ha anche proprie, negative, specificità.

Il Parlamento, non solo si è dimostrato incapace di elaborare qualsiasi soluzione legislativa per riconoscere i diritti negat i alle
persone gay, lesbiche e trans, ma ha anzi affermato, con un voto surreale e indegno di un paese civile, l’incostituzionalità di una
semplice legge contro le violenze nei loro confronti.
Lo stesso centrosinistra appare, tuttavia, incapace di proporre una propria complessiva visione dei diritti delle persone Lgbt e le
strategie opportune per realizzarla.

Noi, militanti, simpatizzanti, elettori, potenziali sostenitori del Partito Democratico non ci arrendiamo di fronte al
fallimento della politica sulle questioni relative ai diritti umani fondamentali di una parte importante della popolazione,
tematiche imprescindibili per uno sviluppo completo e complessivo di una società che la politica ha il dovere di
affrontare organicamente.

La politica ha la possibilità e il dovere di agire in Parlamento, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nelle Pubbliche amministrazioni e
ovunque nella società per guidare, e non frenare come avviene oggi, quella crescita culturale che rappresenta la sola strada per
garantire il definitivo superamento di ogni discriminazione e, di conseguenza, di ogni violenza.

Per questa ragione riteniamo necessaria la nascita di una rete nazionale permanente di azione sul e nel Partito
Democratico che unisca tutti e tutte coloro, iscritti o meno al Partito Democratico, che condividano i nostri stessi
obiettivi.

Riteniamo, in particolare, che il PD debba urgentemente affrontare alcuni temi fondamentali:
– l’estensione del matrimonio civile alle coppie dello stesso sesso, come richiesto dal Parlamento Europeo a partire
dalla Risoluzione del 1994 – e già presente in molti stati – attraverso iniziative legislative adeguate che quantomeno
diano una risposta alla sentenza 138 del 2010 della Corte costituzionale, nella quale la Corte ha chiesto al Parlamento
italiano di garantire alle unioni tra persone dello stesso sesso “il diritto fondamentale di vivere una condizione di coppia,
ottenendone il riconoscimento giuridico con i connessi diritti e doveri”. In assenza di un’adeguata e rapida soluzione
programmatica condivisa, crediamo che la strada giusta sia quella di coinvolgere la base attraverso lo strumento della
consultazione diretta degli iscritti, dando loro la possibilità di esprimersi su un tema che nel paese oggi trova un
consenso crescente;
– la prevenzione e il contrasto alla violenza omofobica e transfobica, attraverso l’estensione della legge Mancino, ai
casi di discriminazione e ai crimini d’odio motivati da orientamento sessuale e identità di genere;
– la tutela delle famiglie omogenitoriali a cui viene limitata la possibilità di esercitare in una forma giuridicamente
riconosciuta i doveri e le responsabilità genitoriali, con pesanti ripercussioni sui diritti delle bambine e dei bambini;
– i diritti e la dignità delle persone transessuali e transgender che furono oggetto di una legge innovativa nel 1982 ma
che oggi necessitano di nuove misure legislative e di politiche attive che assicurino il superamento del grave livello di
discriminazione a cui sono sottoposte nella società e in particolare nel lavoro.

Con la costituzione di questa rete nazionale permanente ci proponiamo – anche collaborando con il mondo associativo,
e in particolare con le associazioni LGBT che costituiscono un prezioso patrimonio di volontariato ed impegno – di
favorire il confronto, contribuire all’approfondimento e alla crescita culturale, monitorare e stimolare le necessarie
azioni positive da parte del Partito Democratico.

Vogliamo dare forza così al nostro impegno per giungere rapidamente a soluzioni concrete, per dare forma ad una società che
riconosce a tutte e tutti piena cittadinanza con diritti e doveri specifici e condivisi, per rendere l’Italia un paese civile ed
accogliente, al passo con gli altri paesi europei.

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