Marco Mengoni su Vanity Fair: non dirò mai se sono gay

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Sempre più magro e sempre più apertamente e volutamente ambiguo. Lunga intervista su Vanity Fair per Marco Mengoni, che è tornato a parlare della sua presunta omosessualità. E come te sbagli. A precisa domanda – eppure conosce la voce che gira su di lei: dicono che sia gay -, il Mengoni ha infatti candidamente risposto:
“Certo, e lasciamola girare. Sto a costruì tutta sta carriera sull’ambiguità, e mò lo devo dì? Nun lo dirò mai. Anzi: prima c’era Fabri Fibra che alimentava la cosa, ora bisogna trovare altro. Mi chiedevo: perché non me lo chiedono più? Sarò diventato etero? Ci sto così attento…”.
Il Mengoni in soldoni la butta sul simpatico andante, finendo per confessare il suo lato troieggiante:
«Ma non sono in coppia. Vedo varie persone… Sono un po’ poligamo, diciamo. La mia casa è un porto di mare, c’è chi arriva e chi riparte».
E la ‘leggenda’ del Mengoni finocchio, dopo quest’intervista, ovviamente, continua, toccando vette a dir poco spaventose. Perché invece di capire la lapalissiana IMPORTANZA che un suo eventuale coming out potrebbe avere per CENTINAIA di ragazzi, che vivono la propria accettazione con terrore, questo qui continua a giocarci, cercando semplicemente di trarne profitto in termini di ‘ambigua visibilità’. Ma porcaccia la zozza, è davvero così difficile dire SI’, SONO GAY, in questo benedetto paese? E’ così complicato capire che c’è un MOSTRUOSO BISOGNO di coming out, fino a quando il dichiararsi sarà talmente ‘normale’ da non doverlo neanche più far presente? C’è davvero bisogno di una maestrina con annessa lavagnetta per arrivare a capire tanto? Cazzo.


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