Se lo stupro è ‘gestibile’ e l’omosessualità di un militare no

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A Roma nei giorni scorsi c’è stato l’ennesimo stupro delle ultime settimane.
E pensare che Alemanno vinse le elezioni tre anni fa proprio facendo L’INTERA campagna elettorale su uno stupro finito in tragedia. Ad aiutarlo un mondo dell’informazione schifosamente e scandalosamente ‘complice’.  Promise una città sicura.
Inutile star qui a sottolineare l’ennesimo fallimento del PEGGIOR SINDACO della storia capitolina.
Ora, tralasciando la polemica politica c’è un aspetto che rende ancor più ‘vergognoso’ questo stupro, avvenuto infatti in una Caserma dei Carabinieri.
Alla denuncia della donna è seguita l’ovvia ondata mediatica, con tre carabinieri e un vigile urbano finiti sotto inchiesta.
In una ricca intervista apparsa su LaRepubblica spunta infatti fuori una clamorosa verità, fino ad oggi totalmente taciuta. Il vigile urbano sarebbe infatti GAY.
“Che ci faceva un vigile urbano alle 4 di notte in una caserma dei carabinieri?”, chiede il giornalista.
<<…Posso dire che il vigile era amico di uno dei militari>>, risponde il Comandante provinciale.
E ancora…
 
“Il vigile ha sostenuto con i suoi superiori gerarchici di avere una relazione sentimentale con uno dei militari della stazione Quadraro“.<< Questo me lo sta dicendo lei adesso. E mi pare un’altra di quelle questioni delicate su cui non è bene affrettare nessun tipo di considerazione.>>
Travolta dallo scandalo del vergognoso stupro l’Arma  si ritrova così con un’altra grana non indifferente da dover gestire, ovvero l’omosessualità di un militare, fidanzato del vigile indagato.
Esistono militari GAY? Non effeminati e neanche lontanamente sospettabili? Possibili amici di infanzia dei nostri figli o ex ragazzi delle nostre amate figlie? Ragazzi ‘normalissimi’, ben differenti da un Signorini o da un Maicol del Gf, in divisa, che vanno a morire in Afghanistan?
E’ semplicemente TUTELA della privacy, vi starete dicendo. Perfetto, allora andate a parlare di privacy alle trans di Via Gradoli, SPUTTANATE a mezzo stampa per mesi o al buon Dino Boffo, costretto a dimettersi dalla direzione de l’Avvenire, che poi ne riparliamo. 
 La verità è che l’acqua calda è ad un passo dall’essere scoperta, tanto da meritare il TOTALE oscuramento mediatico.
Perché lo scandalo dello stupro di una donna in carcere all’interno di una Caserma è gestibile e sopportabile, ma quello di un militare frocio IN ITALIA no.
Quindi mi raccomando, non lo dite a nessuno.
Shhhhhhh…

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