Parla Luca Di Tolve… ovvero LUCA ERA GAY

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Negli anni 90 votava a sinistra, succhiava cazzi e andava alle feste fashion meneghine.
Ora lecca fighe, vota BUTTIGLIONE, ha aperto un’associazione “per spronare i ragazzi dubbiosi a essere maschi fino in fondo“, e dice tutto ciò alla rivista A.ì:

“Non credo ci siano gay felici. Chi nasce maschio deve fare cose da maschio. Deve seguire la sua natura. I veri maschi entrano in una comunione profonda tra di loro, senza per questo avere rapporti sessuali. È l’amicizia virile che unisce. Io invece avevo solo legami superficiali, la passione erotica mi abbagliava, pensavo fosse quello il cameratismo che cercavo”. “Mia madre mi ha educato quasi come una bambina. Non ho avuto alcun modello maschile, così l’ho sublimato, erotizzato. Oggi mi rendo conto che facevo sesso con gli uomini per identificarmi in loro. Mi comportavo come i cannibali”. “La vera crisi è arrivata quando un mio compagno è morto di Aids. In quei giorni il virus ha spazzato via molti amici e io ho scoperto di essere stato contagiato. Era l’inizio degli anni Novanta. Qualcuno lasciò a casa mia delle dispense su Joseph Nicolosi, un terapista italoamericano che aveva messo a punto un percorso per gli omosessuali che volevano tornare etero”.”All’inizio sbranavo i ragazzi con gli occhi. Ora ho potato le mie fantasie. Le ho quasi domate. La mia libido è molto scesa. Oggi mi nutro di amicizia virile”.

Lui è Luca Di Tolve, diventato CELEBRE grazie a quella MERDA di canzone che Povia portò a Sanremo l’anno scorso. Ora lui si nutre di ‘amicizia virile’.
Taccio perché quanto è vero iddio se no me carcerano.
Semplicemente a certa gente NON dovrebbe essere data la possibilità di PARLARE a mezzo stampa. Perché a TUTTO c’è un limite, e questa presunta intervista l’ha ampiamente superato.
Nutrisse de amicizia virile. Ma li mortacci stracci che cazzo ce tocca sentì…

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