Il Roma Pride 2010 e lo sciacallaggio sull’omofobia

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Fastidio. Terribile fastidio.
In questi ultimi 2 giorni a Roma c’è chi ha fatto letteralmente sciacallaggio sul terribile fattaccio avvenuto martedì notte, quando un ragazzo di appena 22 anni è stato pestato a sangue solo perchè gay.
Il mondo della politica si è nuovamente scandalizzato, aprendo bocca e dando fiato, con quello dell’associazionismo glbt che si è subito accapigliato per far PROPRIO il fattaccio.
Perchè questo è successo, come spesso successo in passato (l’Arcigay che si costituisce parte civile per Svastichella, appropriandosi così dell’argomento, mediaticamente parlando, è il top).
Ieri pomeriggio davanti Montecitorio è così sceso in piazza l’ormai celebre COMITATO ROMA PRIDE 2010, nato non si sa come e non si sa quando, e soprattutto non si sa con chi all’interno, e autoproclamatosi nel giro di poche ore portavoce del ‘fattaccio’ e del movimento intero.
Sentire parlare i tg e leggere i quotidiani on line di ‘TUTTI I MOVIMENTI GAY’ davanti Montecitorio mi ha fatto sorridere, visto che non c’erano affatto “tutti i movimenti gay” (mancava addirittura il Mario Mieli), ma per l’appunto solo e soltanto il famigerato Comitato Roma Pride 2010. Se ne fai parte bene, rientri tra ‘tutti i movimenti gay’, se no son cazzi tuoi.
Un Comitato che da 48 ore vaga da un tg all’altro e da un fotografo all’altro con in primissimo piano un volantino PUBBLICITARIO del proprio Pride.
Praticamente un messaggio promozionale PERENNE ad uso e consumo della tragedia omofoba.
Vedere gli organizzatori del Pride Romano posizionati tipo SQUADRA DI CALCIO davanti il Parlamento con questo benedetto volantino rosa sotto il mento è stato un colpo basso, bassissimo, inappropriato, triste e sinceramente imbarazzante.
Un colpo misero incredibilmente ripetuto in serata, quando davanti al Coming Out si è tenuta l’ennesima fiaccolata di protesta organizzata da We Have a Dream. Ebbene anche qui, davanti a decine di fotografi e alle telecamere del Tg2, i responsabili del Roma Pride 2010, sostenuti come sempre dalla battagliera Anna Paola Concia, Deputata Pd, non tenevano striscioni di protesta, cartelloni, fiaccole o chissà cos’altro, ma sempre e soltanto quel famigerato volantino. Rosa, sotto il mento, in primo piano, tipo banner pubblicitario.
Neanche stessimo parlando di una serata in discoteca.
Ma poi, il Pride nazionale quest’anno non si tiene a NAPOLI? Non si dovrebbe cercare di ‘MANDARE’ tutti a Napoli a fine giugno?
Esatto, ma nel provinciale e litigarello mondo glbq nazionale questo non frega un cazzo a nessuno. C’è da guardare al PROPRIO orticello, ai propri interessi, alla propria visibilità, al proprio Pride. Ma il fattaccio è avvenuto a Roma, molti di voi replicheranno, quindi è giusto che ad occuparsene principalmente siano gli organizzatori del pride romano.
Vero, ma prima fattacci simili sono avvenuti a Bolzano, ad Udine e in tante altre parti d’Italia.
Qui si parla di un PAESE OMOFOBO e non solo di una città.
L’allarme OMOFOBIA è nazionale e va combattutto su scala NAZIONALE.

Tra l’altro, non era proprio una delle rappresentanti del neo Comitato organizzativo Roma Pride 2010 ad affermare, appena un anno fa, che a Roma NON ESISTE un problema omofobia? Che erano solo e soltanto i MEDIA ad alimentarla? Cos’è cambiato allora in 12 mesi? Assolutamente nulla. Anzi, un anno fa il problema toccò vette decisamente più elevate e drammatiche. Ma un anno fa non c’era un Pride da organizzare in prima persona, non c’era un Comune amico da rendere ‘simpatico’ agli occhi della Comunità Glbtq cittadina e non c’era un GayVillage ai nastri di partenza. Oggi tutto questo c’è, con annesso volantino e schieramento in prima fila davanti ai fotogragi.
E che la coerenza vada pure a farsi fottere.

Chiudo con una nota polemica nei confronti di We Have a Dream, che il sottoscritto ha sempre sostenuto ed appoggiato, fino ad oggi.
Siete nati un anno fa, dal basso, fuori dall’associazionismo, e mi piacevate anche per questo. Ricordo ancora i primi primi incontri pubblici e i primi appelli, che pregavano tutti, senza se e senza ma, di non portare bandiere politiche o associative.
Siete entrati in questo benedetto e caotico Roma Pride 2010 (attraverso sti benedetti workshop), e ieri eravate lì, in strada, con annessi volantini pubblicitari del ‘VOSTRO’ Pride (e finitela di spacciarlo per il Pride di tutti, è ridicolo). Dallo ZERO BANDIERE al volantino promozionale il passo è stato tanto breve quanto inopportuno.
Anche voi, in un anno appena, vi siete trasformati in quello che 12 mesi fa ‘combattevate’.

Peccato.
C’è chi la chiama solidarietà, chi metterci la faccia, chi scendere in strada, chi lottare per un diritto condiviso. Chiamatelo come vi pare, ma a me tutto questo caos mediatico scatenatosi attorno al povero ragazzo pestato a sangue non sembra altro che puro e semplice sciacallaggio, che ha decisamente ben altri interessi rispetto ad una legge contro l’omofobia che tanto TUTTI SAPPIAMO come questo Parlamento, al momento, non eleggerà MAI.
Quindi vi prego, vi supplico, rimettetevi quei cazzo di volantini in tasca, perchè siete sinceramente imbarazzanti e ridicoli.

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